padre Raniero Cantalamessa – Prima Predica di Quaresima 2016

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Alle ore 9 di questa mattina, nella Cappella โ€œRedemptoris Materโ€, alla presenza del Santo Padre, il Predicatore della Casa Pontificia, Rev.do P. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Quaresima.

Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente:

โ€œIl Concilio Vaticano II, 50 anni dopo. Una rivisitazione dal punto di vista spiritualeโ€.

Le successive prediche di Quaresima avranno luogo venerdรฌ 26 febbraio e venerdรฌ 4, 11 e 18 marzo.

Testo della predica

1. Il Concilio Vaticano II: un affluente, non il fiume
Dopo aver dedicato le meditazioni dellโ€™Avvento alla Lumen gentium, in questi incontri quaresimali vorrei continuare la riflessione su altri grandi documenti del Vaticano II. Credo perรฒ che sia utile fare una premessa. Il Vaticano II รจ un affluente, non รจ il fiume. Nella sua famosa opera su โ€œLo sviluppo della dottrina cristianaโ€, il beato cardinal Newman ha affermato con forza che fermare la tradizione a un punto del suo corso, fosse pure un concilio ecumenico, sarebbe farne una morta tradizione e non una โ€œtradizione viventeโ€. La tradizione รจ come una musica. Che sarebbe di una melodia che si arrestasse su una nota, ripetendola allโ€™infinito? Succede con un disco che si guasta e sappiamo lโ€™effetto sgradevole che produce.
San Giovanni XXIII voleva che il concilio fosse per la Chiesa โ€œcome una novella Pentecosteโ€. In un punto almeno questa preghiera รจ stata esaudita. Dopo il concilio si รจ avuto un risveglio dello Spirito Santo. Questi non รจ piรน โ€œlo sconosciutoโ€ nella Trinitร . La Chiesa ha preso una piรน chiara coscienza della sua presenza e della sua azione. Nellโ€™Omelia della Messa crismale del Giovedรฌ Santo 2012, Benedetto XVI affermava:
โ€œChi guarda alla storia dellโ€™epoca post-conciliare puรฒ riconoscere la dinamica del vero rinnovamento, che ha spesso assunto forme inattese in movimenti pieni di vita e che rende quasi tangibili lโ€™inesauribile vivacitร  della santa Chiesa, la presenza e lโ€™azione efficace dello Spirito Santoโ€.
Questo non significa che possiamo fare a meno dei testi del concilio o andare oltre di essi; significa rileggere il Concilio alla luce dei suoi stessi frutti. Il fatto che i concili ecumenici possono avere degli effetti non intesi sul momento da coloro stessi che vi presero parte, รจ una veritร  messa in luce dallo stesso cardinal Newman a proposito del Vaticano I , ma testimoniata piรน volte nella storia. Il concilio ecumenico di Efeso del 431, per esempio, con la definizione di Maria come Theotokos, Madre di Dio, si proponeva di affermare lโ€™unitร  di persona di Cristo, non di incrementare il culto della Vergine, ma di fatto il suo frutto piรน evidente fu proprio questโ€™ultimo.
Se cโ€™รจ un campo in cui la teologia e la vita della Chiesa cattolica si รจ arricchita in questi 50 anni del post-concilio, esso รจ senza dubbio quello relativo allo Spirito Santo. In tutte le principali denominazioni cristiane si va affermando quella che, con unโ€™espressione coniata da Karl Barth, viene definita โ€œla Teologia del Terzo articoloโ€. La teologia del terzo articolo รจ quella che non finisce con lโ€™articolo sullo Spirito Santo, ma comincia con esso; che tiene conto dellโ€™ordine secondo cui si formรฒ la fede cristiana e il suo credo, e non solo della sua redazione finale. Fu infatti alla luce dello Spirito Santo che gli apostoli scoprirono chi รจ era veramente Gesรบ e la sua rivelazione sul Padre. Il credo attuale della Chiesa รจ perfetto e nessuno si sogna di cambiarlo, ma esso riflette il prodotto finale, lo stadio ultimo raggiunto dalla fede, non il cammino attraverso cui si giunse ad esso, mentre, in vista di una rinnovata evangelizzazione, รจ vitale per noi conoscere anche il cammino attraverso cui si arriva alla fede, non solo la sua codificazione definitiva che proclamiamo a memoria nel credo.
In questa luce appaiono chiaramente le implicazioni di certe affermazioni del concilio, ma appaiono anche dei vuoti e delle lacune da riempire, in particolare proprio a proposito del ruolo dello Spirito Santo. Prendeva atto di questa necessitร  giร  san Giovanni Paolo II, quando, in occasione del XVI centenario del concilio ecumenico di Costantinopoli, nel 1981, scriveva nella sua Lettera apostolica la seguente affermazione:
โ€œTutta lโ€™opera di rinnovamento della Chiesa, che il Concilio Vaticano II ha cosรฌ provvidenzialmente proposto e iniziato [โ€ฆ] non puรฒ realizzarsi se non nello Spirito Santo, cioรจ con lโ€™aiuto della sua luce e della sua potenzaโ€ .

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2. Il posto dello Spirito Santo nella liturgia
Questa premessa generale si rivela particolarmente utile nellโ€™affrontare il tema della liturgia, cioรจ la Sacrosanctun concilium. Il testo nacque dal bisogno, avvertito da tempo e da piรน parti, di un rinnovamento delle forme e dei riti della liturgia cattolica. Da questo punto di vista, i suoi frutti sono stati tanti e benefici per la Chiesa. Meno avvertito era, in quel momento, il bisogno di soffermarsi su quello che, dietro Romano Guardini, si suole chiamare โ€œlo spirito della liturgiaโ€ , e che โ€“ nel senso che spiegherรฒ โ€“ io chiamerei piuttosto โ€œla liturgia dello Spiritoโ€ (Spirito con la lettera maiuscola!).
Fedeli allโ€™intento dichiarato di queste nostre meditazioni di valorizzare alcuni aspetti piรน spirituali e interiori dei testi conciliari, รจ proprio su questo punto che vorrei riflettere. La SC dedica ad esso solo un breve testo iniziale, frutto del dibattito che precedette la redazione finale della costituzione :
โ€œPer il compimento di questโ€™opera cosรฌ grande, con la quale viene resa a Dio una gloria perfetta e gli uomini vengono santificati, Cristo associa sempre a sรฉ la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale lโ€™invoca come suo Signore e per mezzo di lui rende il culto allโ€™eterno Padre. Giustamente perciรฒ la liturgia รจ considerata come lโ€™esercizio della funzione sacerdotale di Gesรน Cristo. In essa, la santificazione dellโ€™uomo รจ significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale รจ esercitato dal corpo mistico di Gesรน Cristo, cioรจ dal capo e dalle sue membra. Perciรฒ ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che รจ la Chiesa, รจ azione sacra per eccellenza, e nessunโ€™altra azione della Chiesa ne uguaglia lโ€™efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado .
รˆ nei soggetti, o negli โ€œattoriโ€, della liturgia che oggi siamo in grado di notare una lacuna in questa descrizione. I protagonisti qui messi in luce sono due: Cristo e la Chiesa. Manca ogni accenno al posto dello Spirito Santo. Anche nel resto della costituzione, lo Spirito Santo non รจ mai oggetto di un discorso diretto, solo nominato qua e lร , e sempre โ€œin obliquoโ€.
Lโ€™Apocalisse ci indica lโ€™ordine e il numero completo degli attori liturgici quando riassume il culto cristiano nella frase: โ€œLo Spirito e la Sposa dicono (a Cristo Signore), Vieni!โ€ (Ap 22, 17). Ma giร  Gesรบ aveva espresso in modo perfetto la natura e la novitร  del culto della Nuova Alleanza nel dialogo con la Samaritana: โ€œViene lโ€™ora โ€“ed รจ questa โ€“ in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Veritร โ€ (Gv 4, 23).
Lโ€™espressione โ€œSpirito e Veritร โ€, alla luce del vocabolario giovanneo, puรฒ significare solo due cose: o โ€œlo Spirito di veritร โ€, cioรจ lo Spirito Santo (Gv 14,17; 16,13), o lo Spirito di Cristo che รจ la veritร  (Gv 14,6). Una cosa รจ certa: essa non ha niente a che vedere con la spiegazione soggettiva, cara agli idealisti e ai romantici, secondo cui โ€œspirito e veritร โ€, indicherebbe lโ€™interioritร  nascosta dellโ€™uomo, in opposizione a ogni culto esterno e visibile. Non si tratta solo del passaggio dallโ€™esterno allโ€™interno, ma del passaggio dallโ€™umano al divino.
Se la liturgia cristiana รจ โ€œlโ€™esercizio della funzione sacerdotale di Gesรน Cristoโ€, la via migliore per scoprire la sua natura, รจ vedere come Gesรบ esercitรฒ la sua funzione sacerdotale nella sua vita e nella sua morte. Il compito del sacerdote รจ offrire โ€œpreghiere e sacrificiโ€ a Dio (cf. Ebr 5,1; 8,3). Ora sappiamo che era lo Spirito Santo che metteva nel cuore del Verbo fatto carne il grido โ€œAbbaโ€! che racchiude ogni sua preghiera. Luca lo nota esplicitamente quando scrive: โ€œIn quella stessa ora Gesรน esultรฒ di gioia nello Spirito Santo e disse: Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terraโ€ฆโ€ (cf. Lc 10, 21). La stessa offerta del suo corpo in sacrificio sulla croce avvenne, secondo la Lettera agli Ebrei, โ€œin un Spirito eternoโ€ (Ebr 9,14), cioรจ per un impulso dello Spirito Santo.
San Basilio ha un testo illuminante.
โ€œIl cammino della conoscenza di Dio procede dallโ€™unico Spirito, attraverso lโ€™unico Figlio, fino allโ€™unico Padre; inversamente, la bontร  naturale, la santificazione secondo natura, la dignitร  regale, si diffondono dal Padre, per mezzo dellโ€™Unigenito, fino allo Spiritoโ€ .
In altre parole, lโ€™ordine della creazione, o dellโ€™uscita delle creature da Dio, parte dal Padre, passa attraverso il Figlio e giunge a noi nello Spirito Santo. Lโ€™ordine della conoscenza o del nostro ritorno a Dio, di cui la liturgia รจ lโ€™espressione piรน alta, segue il cammino inverso: parte dallo Spirito, passa attraverso il Figlio e termina al Padre. Questa visione discendente e ascendente della missione dello Spirito Santo รจ presente anche nel mondo latino. Il Beato Isacco della Stella (sec. XII), la esprime in termini assai vicini a quelli di Basilio:
โ€œCome le cose divine discendono a noi dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo, cosรฌ le cose umane ascendono al Padre attraverso il Figlio, nello Spirito Santoโ€ .
Non si tratta, come si vede, di fare, per cosรฌ dire, il tifo per lโ€™una o lโ€™altra delle tre persone della Trinitร , ma di salvaguardare il dinamismo trinitario della liturgia. Il silenzio sullo Spirito Santo attenua inevitabilmente il carattere trinitario della liturgia. Per questo mi sembra quanto mai opportuna il richiamo che san Giovanni Paolo II faceva nella Novo millennio ineunte:
โ€œRealizzata in noi dallo Spirito Santo, la preghiera ci apre, attraverso Cristo ed in Cristo, alla contemplazione del volto del Padre. Imparare questa logica trinitaria della preghiera cristiana, vivendola pienamente innanzitutto nella liturgia, culmine e fonte della vita ecclesiale, ma anche nellโ€™esperienza personale, รจ il segreto di un cristianesimo veramente vitale, che non ha motivo di temere il futuro, perchรฉ continuamente torna alle sorgenti e in esse si rigeneraโ€ .

[ads2]3. Lโ€™adorazione โ€œnello Spiritoโ€
Vediamo di trarre, da queste premesse, qualche indicazione pratica per il nostro modo di vivere la liturgia e fare si che essa assolva uno dei suoi compiti primari che รจ la santificazione delle anime. Lo Spirito Santo non autorizza a inventare nuove e arbitrarie forme di liturgia o a modificare di propria iniziativa quelle esistenti (compito questo che spetta alla gerarchia). Egli รจ lโ€™unico perรฒ che rinnova e da la vita a tutte le espressioni della liturgia. In altre parole, lo Spirito Santo non fa cose nuove, ma fa nuove le cose! Il detto di Gesรบ ripetuto da Paolo: โ€œรˆ lo Spirito che da la vitaโ€ (Gv 6, 63; 2 Cor 3, 6) si applica in primo luogo alla liturgia.
Lโ€™Apostolo esortava i suoi fedeli a pregare โ€œnello Spiritoโ€ ( Ef 6,18; cf. anche Giuda 20). Che significa pregare nello Spirito? Significa permettere a Gesรบ di continuare a esercitare il proprio ufficio sacerdotale nel suo corpo che รจ la Chiesa. La preghiera cristiana diventa il prolungamento nel corpo della preghiera del capo. Eโ€™ nota lโ€™affermazione di santโ€™Agostino:
โ€œIl Signore nostro Gesรน Cristo, Figlio di Dio รจ colui che prega per noi, che prega in noi e che รจ pregato da noi. Prega per noi come nostro sacerdote, prega in noi come nostro capo, รจ pregato da noi come nostro Dio. Riconosciamo dunque in lui la nostra voce, e in noi la sua voceโ€ .
In questa luce, la liturgia ci appare come lโ€™โ€œopus Deiโ€, lโ€™opera di Dioโ€, non solo perchรฉ ha Dio per oggetto, ma anche perchรฉ ha Dio come soggetto; Dio non รจ solo pregato da noi, ma prega in noi. Il grido stesso Abbร ! che lo Spirito, venendo in noi, rivolge al Padre (Gal 4, 6; Rom 8, 15) dimostra che chi prega in noi, attraverso lo Spirito, รจ Gesรน, il Figlio unico di Dio. Per se stesso, infatti, lo Spirito Santo non potrebbe rivolgersi a Dio, chiamandolo Abbร , Padre, perchรฉ egli non รจ โ€œgeneratoโ€, ma soltanto โ€œprocedeโ€ dal Padre. Se lo puรฒ fare, รจ perchรฉ รจ lo Spirito di Cristo che continua in noi la sua preghiera filiale.
E soprattutto quando la preghiera diventa fatica e lotta che si scopre tutta lโ€™importanza dello Spirito Santo per la nostra vita di preghiera. Lo Spirito diviene, allora, la forza della nostra preghiera โ€œdeboleโ€, la luce della nostra preghiera spenta; in una parola, lโ€™anima della nostra preghiera. Davvero, egli โ€œirriga ciรฒ che รจ aridoโ€, come diciamo nella sequenza in suo onore.

Tutto questo avviene per fede. Basta che io dica o pensi: โ€œPadre, tu mi hai donato lo Spirito di Gesรน; formando, perciรฒ, โ€œun solo Spiritoโ€ con Gesรน, io recito questo salmo, celebro questa santa messa, o sto semplicemente in silenzio, qui alla tua presenza. Voglio darti quella gloria e quella gioia che ti darebbe Gesรน, se fosse lui a pregarti ancora dalla terraโ€.

Lo Spirito Santo vivifica in modo particolare la preghiera di adorazione che รจ il cuore di ogni preghiera liturgica. La sua peculiaritร  deriva dal fatto che รจ lโ€™unico sentimento che possiamo nutrire solo ed esclusivamente verso le persone divine. รˆ ciรฒ che distingue il culto di latria, da quello di dulia riservato ai santi e di iperdulia riservato alla Santa Vergine. Noi veneriamo la Madonna, non la adoriamo, contrariamente a quanto alcuni pensano dei cattolici.
Lโ€™adorazione cristiana รจ anchโ€™essa trinitaria. Lo รจ nel suo svolgersi, perchรฉ รจ adorazione resa โ€œal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santoโ€, e lo รจ nel suo termine, perchรฉ รจ adorazione resa, insieme,โ€al Padre e al Figlio e allo Spirito Santoโ€.
Nella spiritualitร  occidentale, chi ha sviluppato piรน fondo il tema dellโ€™adorazione รจ stato il cardinale Pierre de Bรฉrulle (1575-1629). Per lui, Cristo รจ il perfetto adoratore del Padre, al quale bisogna unirsi per adorare Dio con una adorazione di valore infinito . Scrive:
โ€œDa tutta lโ€™eternitร , cโ€™era bensรฌ un Dio infinitamente adorabile, ma non cโ€™era ancora un adoratore infinito; [โ€ฆ] Tu sei adesso, o Gesรบ, questo adoratore, questโ€™uomo, questo servitore infinito per potenza, qualitร  e dignitร , per soddisfare pienamente questo dovere e rendere questo divino omaggioโ€ .
Se cโ€™รจ una lacuna in questa visione che pure ha dato alla Chiesa frutti bellissimi e ha plasmato la spiritualitร  francese per diversi secoli, essa รจ la stessa che abbiamo messo in luce nella costituzione del Vaticano II: lโ€™insufficiente attenzione accordata al ruolo dello Spirito Santo. Dal Verbo incarnato, il discorso di Bรฉrulle passa alla โ€œcorte regaleโ€ che lo segue e lo accompagna: la Santa Vergine, Giovanni Battista, gli apostoli, i santi; manca il riconoscimento del ruolo essenziale dello Spirito Santo.
In ogni movimento di ritorno a Dio, ci ha ricordato san Basilio, tutto parte dallo Spirito, passa attraverso il Figlio e termina al Padre. Non basta perciรฒ ricordare ogni tanto che cโ€™รจ anche lo Spirito Santo; bisogna riconoscergli il ruolo di anello essenziale, sia nel cammino di uscita delle creature da Dio che in quello di ritorno delle creature a Dio. Il fossato esistente tra noi e il Gesรน della storia รจ colmato dallo Spirito Santo. Senza di lui, tutto nella liturgia รจ soltanto memoria; con lui, tutto รจ anche presenza.
Nel libro dellโ€™Esodo, si legge che, sul Sinai, Dio indicรฒ a Mosรจ una cavitร  nella rupe, nascosto dentro la quale egli avrebbe potuto contemplare la sua gloria senza morire (cf Es 33,21). Commentando questo passo, lo stesso san Basilio scrive:
โ€œQual รจ oggi, per noi cristiani, quella cavitร , quel luogo, dove possiamo rifugiarci per contemplare e adorare Dio? Eโ€™ lo Spirito Santo! Da chi lo sappiamo? Dallo stesso Gesรน che ha detto: I veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e veritร !โ€ .
Quali prospettive, quale bellezza, quale potenza, quale attrazione tutto ciรฒ conferisce allโ€™ideale dellโ€™adorazione cristiana! Chi non sente il bisogno di nascondersi ogni tanto, nel vortice turbinoso del mondo, in quella cavitร  spirituale per contemplare Dio e adorarlo come Mosรจ?

4. Preghiera di intercessione
Accanto allโ€™adorazione, una componente essenziale della preghiera liturgica รจ lโ€™intercessione. In tutta la sua preghiera, la Chiesa non fa che intercedere: per se stessa e per il mondo, per i giusti e per i peccatori, per i vivi e per i morti. Anche questa รจ una preghiera che lo Spirito Santo vuole animare e avvalorare. Di lui san Paolo scrive:

โ€œLo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perchรฉ egli intercede per i santi secondo i disegni di Dioโ€ (Rom 8, 26-27).

Lo Spirito Santo intercede per noi e ci insegna a intercedere, a nostra volta, per gli altri. Fare preghiera di intercessione significa unirsi, nella fede, a Cristo risorto che vive in perenne stato di intercessione per il mondo (cf Rm 8, 34; Eb 7, 25; 1 Gv 2, 1). Nella grande preghiera con cui concluse la sua vita terrena, Gesรบ ci offre il piรน sublime esempio di intercessione.

โ€œPrego per loro, per coloro che mi hai dato. […] Custodiscili nel tuo nome. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Consacrali nella veritร . […] Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in meโ€ฆโ€ (cf Gv 17, 9 ss).

Del Servo sofferente si dice, in Isaia, che Dio gli da in premio le moltitudini โ€œperchรฉ portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatoriโ€ (Is 53,12): Questa profezia ha trovato il suo perfetto compimento in Gesรน che, sulla croce, intercede per i suoi crocifissori (cf Lc 23, 34).

Lโ€™efficacia della preghiera di intercessione non dipende dal โ€œmoltiplicare le paroleโ€ (cf Mt 6, 7), ma dal grado di unione che si riesce a realizzare con le disposizioni filiali di Cristo. Piรน che le parole di intercessione, giova, semmai, moltiplicare gli intercessori, cioรจ invocare lโ€™aiuto di Maria e dei Santi. Nella festa di Tutti i Santi, la Chiesa chiede a Dio di essere esaudita โ€œper lโ€™abbondanza degli intercessoriโ€ (โ€œmultiplicatis intercessoribusโ€).

Si moltiplicano gli intercessori anche quando si prega gli uni per gli altri. Dice santโ€™Ambrogio:

โ€œSe tu preghi per te, solamente tu pregherai per te, e se ciascuno prega soltanto per sรฉ, la grazia che ottiene chi prega sarร  minore rispetto a quella di chi intercede per gli altri. Ora poichรฉ i singoli pregano per tutti, avviene anche che tutti pregano per i singoli. Quindi per concludere, se tu preghi soltanto per te, sei solo a pregare per te. Se invece tu preghi per tutti, tutti pregheranno per te, essendo tu compreso tra quei tuttiโ€ .

La preghiera di intercessione รจ cosรฌ accetta a Dio, perchรฉ รจ la piรน libera da egoismo, riflette piรน da vicino la gratuitร  divina e si accorda con la volontร  di Dio, la quale vuole โ€œche tutti gli uomini siano salviโ€ (cf 1 Tm 2, 4). Dio รจ come un padre pietoso che ha il dovere di punire, ma che cerca tutte le possibili attenuanti per non doverlo fare ed รจ felice, in cuor suo, quando i fratelli del colpevole lo trattengono dal farlo.

Se mancano queste braccia fraterne levate verso di lui, egli se ne lamenta nella Scrittura: โ€œEgli ha visto che non cโ€™era alcuno, si รจ meravigliato perchรฉ nessuno intercedevaโ€ (Is 59, 16). Ezechiele ci trasmette questo lamento di Dio: โ€œIo ho cercato fra loro un uomo che costruisse un muro e si ergesse sulla breccia di fronte a me, per difendere il paese perchรฉ io non lo devastassi, ma non lโ€™ho trovatoโ€ (Ez 22, 30).

La parola di Dio mette in rilievo lo straordinario potere che ha presso Dio, per sua stessa disposizione, la preghiera di coloro che ha messo a capo del suo popolo. Si dice in un salmo che Dio aveva deciso di sterminare il suo popolo a causa del vitello dโ€™oro, โ€œse Mosรจ non fosse stato sulla breccia di fronte a lui per stornare la sua colleraโ€ (cf Sal 106, 23).

Ai pastori, e alle guide spirituali io oso dire: quando, nella preghiera, sentite che Dio รจ adirato con il popolo che a voi affidato, non schieratevi subito con Dio, ma con il popolo! Cosรฌ fece Mosรจ, fino a protestare di voler essere radiato lui stesso, con loro, dal libro della vita (cf Es 32, 32), e la Bibbia fa capire che questo era proprio ciรฒ che Dio desiderava, perchรฉ egli โ€œabbandonรฒ il proposito di nuocere al suo popoloโ€. Quando si รจ davanti al popolo, allora dobbiamo dare ragione, con tutta la forza, a Dio. Allorchรฉ Mosรจ, poco dopo, si trovรฒ di fronte al popolo, allora si accese la sua ira: frantumรฒ il vitello dโ€™oro, ne disperse la polvere nellโ€™acqua e fece trangugiare lโ€™acqua alla gente (cf Es 32, 19 ss). Solo chi ha difeso il popolo davanti a Dio e ha portato il peso del suo peccato, ha il diritto โ€“ e avrร  il coraggio โ€“, dopo, di gridare contro di esso, in difesa di Dio, come fece Mosรจ.

La Scrittura non raccomanda solo ai pastori di intercedere per il popolo, ma anche al popolo di intercedere per i pastori. Gli Atti degli apostoli contengono, a questo proposito, un esempio luminoso. Pietro รจ stato imprigionato da Erode, ma โ€œuna preghiera saliva incessanteโ€ a Dio per lui dalla Chiesa; di notte, le catene caddero dai suoi piedi ed egli fu restituito alla comunitร  (cf. Atti 12, 1 ss.). Io sono testimone della preghiera ardente che si leva oggi dalla Chiesa per il successore di Pietro. Ne ho avuto un piccolo esempio personale. Ho una sorella; ci siamo sentiti in questi giorni, durante il viaggio del Santo Padre in Messico. Mi ha detto: โ€œNon ti offendere, ma in questi giorni sei passato in seconda fila nelle mie preghiere; al primo posto cโ€™รจ il Papaโ€. Mi ha fatto enorme piacere.

Terminiamo proclamando insieme il testo che meglio riflette il posto dello Spirito Santo e lโ€™orientamento trinitario della liturgia, e cioรจ la dossologia finale del canone romano: โ€œPer Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nellโ€™unitร  dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amenโ€.

  • 1.Cf. I. Ker, Newman, the Councils, and Vatican II, in โ€œCommunioโ€. International Catholic Review, 2001, pp. 708-728.
  • 2.Giovanni Paolo II, Lettera apostolica A Concilio Constantinopolitano I, 25 marzo 1981, in AAS 73 (1981) 515-527.
  • 3.R. Guardini, Vom Geist del Liturgie, 23 ed., Grรผnewald 2013; J. Ratzinger, Der Geist del Liturgie, Herder, Freiburg, i.b., 2000.
  • 4.Storia del Concilio Vaticano II, a cura di G. Alberigo, Bologna 1999, III, p 245 s.
  • 5.SC, 7.
  • 6.S. Basilio di Cesarea, De Spiritu Sancto XVIII, 47 (PG 32 , 153).
  • 7.B. Isacco della Stella, De anima (PL 194, 1888).
  • 8.NMI, 32.
  • 9.Agostino, Enarrationes in Psalmos 85, 1: CCL 39, p. 1176.
  • 10M. Dupuy, Bรฉrulle, une spiritualitรฉ de lโ€™adoration, Paris 1964.
  • 11.P. de Bรฉrulle, Discours de lโ€™Etat et des grandeurs de Jรฉsus (1623), ed. Paris 1986, Discours II, 12.
  • 12.S. Basilio, De Spiritu Sancto, XXVI,62 (PG 32, 181 s.).
  • 13. S. Ambrogio, De Cain et Abel, I, 39 (CSEL32, p.372