- I due di Emmaus come due di noi
Uno dei piรน bei racconti delle apparizioni post-pasquali รจ quello narrato da Luca alla fine del suo vangelo (24,13-35). Gesรน raggiunge due dei suoi discepoli proprio lรฌ dove questi si trovano: in cammino, andando verso una delle tante periferie dellโImpero Romano. Prima che diventasse famosa nel mondo cristiano per questa vicenda, Emmaus โ qualunque dei tre luoghi identificato con lโEmmaus biblica โ non doveva essere una grande localitร . Forse anche per questa ragione il percorso dei discepoli che tornano a casa da Gerusalemme si presta ad essere interpretato in senso spirituale. In una interpretazione esistenziale, il percorso verso Emmaus รจ quello della vita, il loro pellegrinaggio di tutti i giorni (ยซin quello stesso giornoยป, v. 13), fatto di progetti (lโarrivare a Emmaus), di fatiche (il dover percorrere undici km.), di tristezze (ยซcol volto tristeยป, v. 17), di pause e di ripensamenti (ยซsi fermaronoยป, v. 17). ร il cammino della solita routine quotidiana: un giorno come un altro, una strada come unโaltra, il normale pendolarismo, ancora unโaltra delusione.
Stando comunque al brano, tutto accade nellโassoluta ferialitร . Non deve sfuggirci che ยซquello stesso giornoยป del v. 13 รจ, come detto allโinizio del capitolo ventiquattresimo del vangelo, ยซil primo giorno della settimanaยป (24,1). Se ha ragione Matteo Crimella a trovare una possibile allusione al racconto della creazione di Gen 1,5, ยซnel quale il primo giorno รจ proprio chiamato cosรฌ (yรดm ฬehฤd e nella Settanta hemรฉra mรญaยป[1]), รจ perรฒ anche vero che nel computo della settimana giudaica si tratta del giorno dopo lโultimo, cioรจ, in rapporto alla settimana attuale, di un โnostro lunedรฌโ: il giorno dopo il sabato รจ quello del ritorno alla vita di tutti i giorni. Rispetto al racconto della manifestazione di Gesรน sul monte della Trasfigurazione, che viene resa col massimo dei mezzi retorici e stilistici per descrivere lo splendore di Gesรน, del suo volto e della sua veste, qui โ come in tutti i racconti delle apparizioni nei vangeli canonici โ siamo di fronte a una ferialitร sconcertante.
Il Risorto si mostra e non viene riconosciuto: evidentemente lโagnizione non รจ solo uno strumento retorico, ma il modo con cui Dio si rivela e parla. Quanta distanza rispetto agli apocrifi, come il Vangelo di Pietro, nel quale anche i soldati a guardia del sepolcro sono costretti ad ammettere che รจ risorto, perchรฉ vedono che ยซla testa dei due [uomini; leggi โangeliโ] arrivava fino al cielo, ma la testa di colui che conducevano per manoยป, fuori dalla tomba, ยซoltrepassava i cieliยป: la gloria di Gesรน รจ quella di colui che รจ superiore agli angeli, e per questo ยซegli ha dimensioni gigantesche, penetra nei cieli, segno della sua condizione divinaยป[2]. Quando il Risorto appare ai suoi, o non รจ riconosciuto, o รจ scambiato per qualcun altro (come il custode del giardino di Gv 20,15).
- La predica della delusione
I due discepoli โ chiunque essi siano โ hanno il volto segnato da una forte disillusione: ยซnoi speravamoยป (elpรญzomen, Lc 24,21), dicono, e quindi, ormai non sperano piรน; lโimperfetto รจ il tempo delle azioni accadute nel passato, che si compiono ieri e non hanno piรน alcuna correlazione con lโoggi. Quellโantica speranza non ha lasciato tracce, anche perchรฉ i discepoli speravano nella liberazione di Israele, come riferiscono (24,21), e nella venuta del Regno concomitante con la cacciata dei Romani. Ma sono proprio stati i Romani a mettere a morte Gesรน.
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I due di Emmaus non solo si raccontano quanto accaduto. Nella loro disillusione, si rafforzano reciprocamente nelle loro idee. A leggere il greco, in fatti, il v. 14 suggerisce che era come se si tenessero lโun lโaltro una predica, lโomelia: autoรฌ homรญloun prรฒs allรฉlous; il verbo รจ proprio homilรฉo, a indicare che si tratta, scrive F. Bovon, di una conversazione molto seria, proprio quasi di una predica[3]. La loro delusione si rafforza nella visione che vicendevolmente si raccontano. ร un meccanismo a cui siamo abituati, soprattutto in alcune situazioni comunitarie, quando ci si lamenta e si innesca quel fenomeno ricorsivo che caratterizza anche la Chiesa di oggi.
Forse per i due di Emmaus di lamentarsi cโรจ anche ragione, e i vangeli infatti non nascondono lo smarrimento che caratterizza il tempo tra la morte e risurrezione del Signore e la sua rinnovata presenza. Il capitolo ventunesimo del vangelo di Giovanni, con Pietro che dice ยซIo vado a pescareยป (Gv 21,3) ma non riesce a prendere nulla evoca forse la stessa situazione: il Risorto non si vede, e infatti i due di Emmaus dicono proprio che quelli che sono andati a cercarlo non lโhanno visto (Lc 24,24).
Questi discorsi che i due discepoli si scambiano perรฒ non solo rafforzano la loro delusione, portano anche a una divisione. Alludiamo al significato di un altro verbo, quello al v. 17, con il quale รจ proprio Gesรน che, dopo essersi avvicinato loro, descrive quanto stanno facendo, antibรกllo, che significa non solo โdiscutereโ, ma nel suo primo significato รจ proprio โlanciare controโ, โdisputareโ, โcontrobattereโ.
- Alcuni segni per uscire dalla crisi
Che cosa si puรฒ fare, quando i discepoli entrano in una crisi e si ritrovano in un circuito delusivo? Nemmeno i segni che sono stati giร dati loro bastano piรน, e โ possiamo aggiungere โ meno male che รจ proprio cosรฌ. Soprattutto, sono segni importanti, ma che non forzano mai a credere.
Il primo รจ la tomba vuota, come si spiega anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica: ยซNel quadro degli avvenimenti di Pasqua, il primo elemento che si incontra รจ il sepolcro vuoto. Non รจ in sรฉ una prova diretta. Lโassenza del corpo di Cristo nella tomba potrebbe spiegarsi altrimenti. Malgrado ciรฒ, il sepolcro vuoto ha costituito per tutti un segno essenziale. La sua scoperta da parte dei discepoli รจ stato il primo passo verso il riconoscimento dellโevento della Risurrezioneยป (CCC 640). Il segno della tomba vuota รจ eloquente, ma puรฒ significare molte cose, troppe cose, come accade per i nostri fallimenti e i nostri errori e le nostre tombe: ecco allora che cโรจ bisogno di unโinterpretazione di quel segno.
Essa viene proprio dagli angeli ermeneuti (come quelli citati in Lc 24,23), che sono in grado di riferire unโaltra versione, rispetto a quella che, ad esempio, subito si auto-fornisce Maria, immaginando che qualcuno abbia portato via il suo Signore (cf. Gv 20,2.13.15), o rispetto a quella che viene data dai capi dei sacerdoti e dagli anziani di Gerusalemme, che infatti dicono che sono stati i discepoli di Gesรน a rubare di notte il suo cadavere (cf. Mt 28,11-15). Servono degli angeli โ angeli o uomini[4] โ che dicano che ยซsi รจ alzatoยป, ยซรจ stato sollevatoยป, ยซรจ risortoยป (Mc 16,6).
Secondo i vangeli, lโunico discepolo che non ha avuto bisogno delle loro spiegazioni รจ il discepolo che Gesรน amava: forse per questo amore, appena giunto alla tomba vuota, vede e crede senza che alcuno gli spieghi nulla. ร lโunico, osserva implicitamente Giovanni, che aveva capito la Scrittura (cf. Gv 20,9): รจ quanto dovrร accadere anche per i due di Emmaus. Per tutti gli altri discepoli, invece, i racconti pasquali presumono che โ come anche per la nostra vita โ servano interpreti, esegeti, non solo di parole, ma dei fatti accaduti. Interpreti capaci di spiegare e dare un senso a quello che ci รจ successo, in particolare alle delusioni piรน grandi, alle croci piรน dolorose. Se lโangelo รจ qualcuno che viene da fuori, dallโalto, ora per i due di Emmaus arriva un altro straniero, un forestiero.
- La metodologia del Risorto a Emmaus
Nella storia dei due discepoli di Emmaus โ pur non essendo presenti gli angeli โ รจ Gesรน in persona che interviene. Per loro solo lโincontro personale con Gesรน e con la sua Parola puรฒ ribaltare la situazione. Il percorso a tappe che racconta Luca puรฒ essere visto in questi punti principali.
- In primo luogo, Gesรน รจ in qualche modo โfuoriโ dalla situazione. Tra loro due, i discepoli di Emmaus si raccontano sempre la stessa storia. Gesรน invece รจ definito in Lc 24,18 paroikeis, โforestieroโ, secondo la versione CEI. Il termine รจ in realtร un verbo, paroikรฉo, che conosciamo bene perchรฉ da qui viene il sostantivo โparrocchiaโ. Il verbo รจ composto da oikรฉo, โabitareโ, e para, โpressoโ: possiamo pensare, con Tucidide, a โchi abita vicinoโ, รจ โconfinanteโ, ma, con altri autori antichi, che รจ comunque โstranieroโ (Diogene Laerzio)[5]. Il verbo ricorre solo unโaltra volta nel Nuovo Testamento, in Eb 11,9, per descrivere Abramo, che per fede ยซfu forestiero nella terra promessa come in una regione stranieraยป[6]. Il dono dello straniero รจ quello di chi sa portare una prospettiva โaltraโ, impensata, capace di rovesciare il tavolo dalle carte incartate che lo occupano da troppo tempo. Quello che sembra un normale pellegrino che รจ andato a Gerusalemme per la Pasqua, e che pare non essere al corrente di quanto accaduto, รจ lโunico capace di vedere le cose come stanno veramente e dare una chiave di lettura che i due di Emmaus non si sarebbero potuta dare.
- Gesรน si avvicina e cammina con loro: come poi farร Filippo, per scendere in Samaria per poi finalmente correre e raggiungere il carro del funzionario etiope e salirvi sopra, dopo avergli chiesto ยซCapisci quello che stai leggendo?ยป (At 8,30). Il Risorto si prende tempo per coloro che ora sta accompagnando, proprio come il neanรญskos che si era occupato di chi andava alla tomba ed era seduto sul sepolcro (Mc 16,5). Certo, la sua postura emula quella del Cristo, seduto alla destra di Dio (cf. ยซSiedi alla mia destraยป; Mc 12,36 e Sal 109,1 LXX), ma non si puรฒ dimenticare lโangelo che prende del tempo per confortare il pusillanime Gedeone, e per questo ยซvenne a sedere sotto il terebinto di Ofraยป per poi chiamarlo allโufficio di Giudice (cf. Gdc 6,11).
- Gesรน pone delle domande โ come giร Filippo con il funzionario etiope โ e lascia che i due di Emmaus rispondano. Non dร subito la soluzione, e non nega nemmeno quanto i due stanno dicendo. Ponendo domande, dร loro credito. Si tratta del modo in cui Gesรน interviene di fronte ad alcune situazioni critiche, come quando, ad es., ancora nel Terzo vangelo, รจ un dottore della Legge a fargli una domanda difficile, alla quale Gesรน risponde con la controdomanda ยซChe cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?ยป (Lc 10,26). ร un investimento di fiducia, con il quale lโopinione dellโaltro viene ascoltata e rispettata. Solo dopo Gesรน potrร rimproverare i due discepoli (24,25), solo dopo averli ascoltati.
- Come detto, Gesรน rimprovera i suoi discepoli. In gioco non cโรจ il fatto che questi non lโabbiano ancora riconosciuto, quanto piuttosto la loro incapacitร di comprendere le Scritture. In qualche modo, i due di Emmaus sono proprio come Marta, la sorella di Maria, e per questo vengono educati dal Maestro. Anchโessi sono senza intelligenza (anรณetoi) e lenti (bradeis) nel credere (24,25), perchรฉ hanno mancato di esercitare non solo la fede, ma anche la ragione.
- Infine, anche Gesรน โ ora al momento opportuno โ inizia la sua interpretazione (il verbo al v. 27, tradotto da CEI con โspiegareโ, รจ diermรฉneusen, da diermeneรบo, โtradurreโ, โinterpretareโ) e tiene la sua omelia, ยซcominciando da Mosรจ e da tutti i profetiยป (24,27). A fronte dellโomelia che si sono fatti i due, Gesรน intreccia un vero e proprio sermone, di cui sottolineiamo solo le seguenti caratteristiche.
Mentre lโomelia dei due di Emmaus รจ un loop che non va da nessuna parte, quella di Gesรน ha un inizio e una conclusione. Ci vengono alla mente i sentieri interrotti di cui parlava Martin Heidegger, che conosceva bene la Foresta Nera, quando scriveva: ยซLegnaioli e guardaboschi li conoscono bene. Essi sanno che cosa significa trovarsi in un sentiero che, interrompendosi, sviaยป[7]. Il rischio di molti discepoli รจ proprio quello di perdersi in strade che non portano a nulla, in pensieri che si ripetono: Gesรน sblocca questa situazione con la sua Parola. In questo modo il Maestro termina ad Emmaus il sermone iniziato a Nazaret, quando nella sinagoga aveva inaugurato lโanno della liberazione e aveva tenuto la piรน breve ma dirompente omelia della storia (nove parole nel greco: cf. Lc 4,21: ยซOggi si รจ compiuta questa Scrittura nelle vostre orecchieยป). ร la tesi di un esegeta, che vede tutto il vangelo di Luca come lo sviluppo di quanto Gesรน aveva anticipato a Nazaret, che si รจ realizzato nella sua vita, ed รจ narrato nelle sue conclusioni a Emmaus[8].
Gesรน interpreta le Scritture con il classico metodo rabbinico della โcollanaโ, ma cosรฌ facendo interpreta la vita dei due discepoli. Offre loro unโaltra storia, cioรจ unโaltra versione della storia che essi hanno narrato, che era corretta ma che mancava della conclusione. ร la caratteristica della lettura di fede, della lettura cristiana che non toglie nulla a quanto si trova nel Primo Testamento, ma lo legge alla luce di Cristo. Si noti la particolaritร di questa operazione: se da una parte Gesรน (la lettura cristiana) aggiunge qualcosa che nelle profezie non si trovava (circa la morte di un Messia, mai prevista dai profeti), dallโaltra perรฒ quelle profezie sono ancora capaci di illuminare quanto accaduto. Il Risorto, che si sarebbe potuto limitare a ribadire che รจ uscito vivo dalla tomba, riprende invece la matassa ingarbugliata della storia narrata dai due di Emmaus, e la districa trovando il filo che tiene unito tutto.
Infine, Gesรน spezza il pane per i suoi. Viene riconosciuto cosรฌ con un gesto familiare, quello della berakah (24,31) che si pronuncia ad ogni pasto, e che perรฒ aveva caratterizzato il sacrificio di Cristo nella sua ultima cena. Gesรน cosรฌ non si accontenta di passare un poโ di tempo coi suoi discepoli delusi, o di riscaldare il loro cuore aprendo loro il senso le Scritture, ma mangia con loro, ribadendo lโamore che aveva avuto nei loro confronti, dando loro la sua vita, cioรจ il suo corpo e il suo sangue. Li mette cosรฌ in grado di riconoscerlo poi nei santi segni, nella storia, nei poveri, negli stranieri che incontreranno dโora in avanti.
- Il riconoscimento
Aristotele nella sua Poetica tratta di diversi tipi di riconoscimento. Quello qui descritto da Luca sembra assomigliare a quello ยซdovuto al ricordoยป (ฮดฮนแฝฐ ฮผฮฝฮฎฮผฮทฯ). Lo Stagirita cita due esempi, del quale noto รจ il pianto di Ulisse, nellโottavo libro dellโOdissea (vv. 521 sgg.), allโascolto di alcuni episodi della guerra di Troia cantati dal poeta Demodico, durante il banchetto dato da Alcinoo in onore dellโospite; il che consente al re di riconoscerlo (Poetica, 1455a 1-4). Ulisse piange, e per questo viene riconosciuto: ยซIl cuore di Odisseo si struggeva, e sotto le ciglia le lacrime scorrevano sulle sue guance. [โฆ] Tutti gli altri non si accorsero che lui versava lacrime, ma Alcinoo lo guardรฒ e capรฌ, perchรฉ sedeva accanto a lui e aveva sentito i suoi singhiozzi profondiยป (Odissea, canto VIII, 524.532-534). Odisseo si trova in esilio, non รจ piรน ad Itaca: si trova nella terra dei Feaci, ed entra nel palazzo di Alcinoo, il re di quel popolo. Demodoco, lโaedo, canta le imprese di Odisseo, e Ulisse ricorda, e viene riconosciuto dal re, e svelerร la sua identitร . Nella cena di Emmaus, Gesรน compie un gesto, e viene riconosciuto โ un gesto che suscita il ricordo di chi lโaveva giร visto fare, quello dello spezzare il pane. Per poter riconoscere Gesรน, รจ necessario fare un tratto di strada con lui, farlo entrare nella propria casa, e sedersi con lui alla tavola.
La conclusione della pagina รจ bellissima. Il ministero dei due di Emmaus che scaturirร da questa cena sarร quello dellโannuncio: รจ un annuncio che parte dalle periferie. Emmaus non รจ Gerusalemme, e ora รจ lรฌ che Gesรน si mostra, in una casa (chi ha detto che fosse un โalbergoโ?), non nella cittร dove รจ morto. Bisogna cercare Gesรน dove si lascia trovare, come uno โstranieroโ, che cammina perรฒ accanto a coloro che sanno accoglierlo.
Unโultima idea. Anche se il testo lucano non dice nulla esplicitamente a riguardo, si sta facendo strada lโidea che i due di Emmaus non fossero discepoli maschi, come normalmente si intende, e come รจ stato poi reso dalla tradizione e dallโarte. E nemmeno vi sono indizi che questi arrivassero ad invitare Gesรน a stare in una locanda. Piuttosto, si potrebbe vedere ora in quei due una coppia. La lettura della Parola di Dio, che รจ stata spesso condizionata dallโambiente monastico in cui essa รจ stata a lungo praticata, si offre anche allโinterpretazione in contesto familiare, e nulla vieta perchรฉ le coppie di sposi possano ritrovarsi pienamente nei panni di quei due โ marito e moglie (solo il nome maschile viene dato da Luca) โ che finalmente ritrovano in Gesรน il senso della loro gioia. Per un orientamento su questo tema, si puรฒ visitare il sito internet: https://artandtheology.org/2017/04/28/the-unnamed-emmaus-disciple-mary-wife-of-cleopas/
Note
[1] M. Crimella, Luca. Introduzione, traduzione e commento, cit., 361.
[2] A. Puig i Tร rrech, I vangeli aprocrifi, I, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2010, 286.
[3] F. Bovon, Luke 3. A Commentary on the Gospel of Luke 19:28โ24:53, Fortress Press, Minneapolis, MN 2012, 372.
[4] Nel giudaismo del Secondo Tempio era comune parlare di angeli raffigurandoseli come giovani uomini; per la documentazione, si veda ad es. A.Y. Collins, Mark. A Commentary on the Gospel of Mark, Fortress Press, Minneapolis, MN 2007, 795, n. 222.
[5] Cf. R. Romizi, Greco antico. Vocabolario greco italiano etimologico e ragionato, Zanichelli, Bologna 2007, 947.
[6] Il verbo nel Primo Testamento รจ usato ancora varie volte per Abramo (ad es. Gen 12,10: ยซVenne una carestia nel paese e Abram scese in Egitto per soggiornarvi da forestieroยป), ma anche per il popolo dโIsraele che da Abramo discende (ad es. Es 6,4: ยซHo stabilito la mia alleanza con loro, per dar loro il paese di Canaan, quel paese dove essi soggiornarono come forestieriยป).
[7] M. Heidegger, Sentieri interrotti, La Nuova Italia, Firenze 1968, 1.
[8] Cf. D. Monshouwer, ยซThe Reading of the Prophet in the Synagogue at Nazarethยป, Biblica 72 (1991) 90-99.