Il peccato non ha lโultima parola
ยซDio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perchรฉ il mondo si salvi per mezzo di luiยป. Questa frase del vangelo di Giovanni (3,17), spiega bene il brano della donna adultera. Nel nostro racconto i farisei e gli scribi si avvicinano a Gesรน per metterlo finalmente alla prova su un caso โconcretoโ. Nel quarto vangelo ormai si รจ prossimi alla fine del ministero di Gesรน, e i gruppi e i movimenti del giudaismo di allora devono essere venuti a conoscenza del suo insegnamento sul regno di Dio incentrato sullโapertura ai peccatori. Gesรน ha giร mangiato con loro, ha giร detto al paralitico ยซNon peccare piรนยป (Gv 5,14), ed ecco che ora viene interpellato su un caso di flagrante peccato, e tanto piรน grave perchรฉ riguarda un peccato sociale, lโadulterio.
Probabilmente non si tratta di adulterio, perรฒ, e per spiegare si deve ricorrere al vangelo di Matteo, dove, allโinterno del Discorso della montagna, si trova una frase di Gesรน che puรฒ essere collegata alla nostra pagina: ยซFu pure detto: โChi ripudia la propria moglie, le dia lโatto del ripudioโ.ย Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone allโadulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterioยป (Mt 5,31-32).
Secondo le parole di Gesรน appena viste sopra, il ripudio della moglie โ anche se ammesso dalla Torร (cf. Dt 34) โ per Gesรน comporta che la divorziata debba essere considerata unโadultera (Mt 5,32a). Il libello di divorzio perรฒ aveva proprio come scopo la limitazione dellโarbitrio maschile e la concessione alla donna, dopo la separazione, della possibilitร di risposarsi senza essere accusata di adulterio. Non ci รจ del tutto chiaro cosa voglia dire Gesรน nellโaffermare che ripudiare la moglie la rende adultera, e se tante spiegazioni sono state avanzate, almeno comprendiamo che per Gesรน il divorzio รจ comunque un atto contro lโamore verso la moglie.
Se perรฒ colleghiamo le parole di Gesรน del Discorso della montagna alla scena di Gv 7,53โ8,11 le cose si semplificano. In breve, รจ possibile che quella donna presentata a Gesรน fosse una divorziata risposata, la quale, secondo quanto stiamo dicendo, se per i farisei non poteva essere riprovata (in quanto ripudiata dal marito con un libello ufficiale), per Gesรน invece sarebbe stata una vera adultera (cf. Mt 5,32: ยซla espone allโadulterioยป = cioรจ, la rende adultera). I farisei e gli scribi del primo vangelo, insomma, sarebbero gli stessi che avrebbero appreso di questa nuova ermeneutica sulla legge del divorzio, e che si rivolgono a Gesรน per ยซmetterlo alla provaยป (cf. Gv 8,6 e Mt 19,3): gli presentano una donna in โflagranteโ (sempre secondo Gesรน) adulterio per vedere se, conseguentemente al suo insegnamento, questa a suo giudizio avrebbe meritato la lapidazione.
La peccatrice e il peccato. Se estendiamo il ragionamento, e usciamo dalla questione vista sopra, alquanto complessa, vediamo anche che a Gesรน non interessa solo la Legge, che comunque rispetta e che mostra di saper interpretare meglio e anche in modo piรน radicale di quanto non facciano i farisei. A lui preme soprattutto il destino della peccatrice; non guarda solo al peccato, ma a chi lโha commesso. Il peccato per Gesรน non ha lโultima parola.
Gesรน non condanna nessuno, perchรฉ Dio Padre lโha mandato non per giudicare e castigare, ma per dire che Dio รจ piรน grande di ogni nostro peccato. Con tale atteggiamento nei confronti dei peccatori, egli opera una liberazione che non ha niente a che fare con il permissivismo: infatti sa bene che il peccato conduce alla morte, come lโadulterio porta alla lapidazione. Ma indica unโaltra strada, dona una nuova vita: โneanchโio ti condannoโ.