padre Giovanni Vannucci โ€“ Commento al Vangelo per domenica 22 Novembre 2020

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IL GIUDIZIO DEL RE1

Celebriamo la solennitร  di Cristo Re. Nel prefazio della Messa il regno di Cristo, il Regno che non รจ di questo mondo, รจ cosi descritto: ยซRegno eterno e universale, di veritร  e di vita, di santitร  e di grazia, di giustizia, di amore e di paceยป. Qualitร  che sicuramente non potremo mai trovare negli Imperi e nelle Repubbliche terrene, frutti sempre di piรน o meno gravi compromessi tra la giustizia e lโ€™ingiustizia, lโ€™amore e lโ€™odio, la pace e la guerra. Non di questi reami Cristo รจ Re!

Mi sembra di unโ€™importanza unica la sollecitazione che ci viene dalla Liturgia a pensare alla natura e allโ€™affascinante nobiltร  del Regno non mondano di Cristo, a sognare il suo grande sogno; tornando poi nella dura terra, qualcosa rimarrร  in noi del sogno, e sarร  germe di vita meno banale e dispersiva. Noi crediamo che Cristo sia lโ€™Alfa, la lettera iniziale, e lโ€™Omega, la lettera che chiude la vicenda dellโ€™universo creato; il primo Adamo, lโ€™Uomo protologico, e lโ€™ultimo Adamo, lโ€™Uomo escatologico che in sรฉ attua e compie lโ€™Immagine divina dellโ€™uomo.

Cโ€™รจ un mondo che ben conosciamo, il mondo della storia; a esso sโ€™interseca, anzi ne รจ lโ€™essenza intima, un fuoco attivante, il mondo della storia divina che iscrive la sua operosa attivitร  nella coscienza umana.

Cโ€™รจ il tempo della storia empirica che fluisce, quasi sempre, attraverso dolorose tragedie; cโ€™รจ il tempo sottile della metastoria divina, che รจ stabile, immutabile nella sua costante elargizione di pace, di amore, di giustizia, di gioia. Il mondo della storia divina, il tempo sottile e qualitativo del Divino, sono il regno non mondano di Cristo.

Entrare in questo Regno costituisce per lโ€™uomo unโ€™esperienza trasformatrice, in quanto viene a scoprire in sรฉ il germe della vita eterna, della vita vera, la propria personale essenza divina che non viene dalla carne e dal sangue, ma da Dio. Allora lโ€™uomo comprenderร  di non essere nella storia, ne il figlio della storia, ma che la vera storia รจ in lui, e in lui cโ€™รจ la storia del suo esodo dal mondo divino a quello terreno e la storia del suo ritorno al principio incandescente dal quale promana. Il ritorno รจ certo, ma lento e faticoso; lโ€™uomo, come il seme del loto, deve radicarsi nel fango oscuro della materia se vuol risalire e germogliare nella luce. Pur essendo nel mondo, deve continuamente ricordarsi di possedere una perla preziosa che gli รจ stata affidata dal Re del mondo, della Veritร  e della Vita.

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Limitandosi alla storia empirica dei regni di questo mondo, lโ€™uomo non puรฒ che avere una visione imperfetta e dellโ€™esistenza e del compito che vi deve svolgere. Con approssimazione riesce a sapere che la sua vita inizia con la nascita e finisce con la morte; ma del suo vero regno cosa sa lโ€™uomo ordinario? I piรน credono tiepidamente a un fantasioso ยซdopo morteยป, senza peraltro esserne fondamentalmente sicuri. Dalla nascita alla morte, ecco la vita per la maggior pane di noi! Ma dovโ€™era la nostra vita prima della nascita? Dove va la nostra vita dopo la morte? Tutte le religioni sono sorte per spiegare questo problema.

Talora la soluzione รจ stata affidata a una parola sola, ma siccome questa parola avrebbe potuto significare il crollo di un intero elaboratissimo edificio, si รจ preferito ripeterla ignorandone il significato; talora la soluzione investiva un importante gruppo di dogmi e si รจ ignorata o repressa; talora la soluzione si รจ presentata o troppo dura e non consolante e, per istinto di difesa, si รจ ignorata, o respinta.

La Veritร  รจ in Dio, e si รจ fatta carne, i suoi non raccolsero, gli estranei domandarono: cosa รจ la Veritร ? Millenni hanno preceduto lโ€™Incarnazione, millenni la seguiranno e intanto la nostra avventura nella carne e nel sangue sarร  decisiva. Lโ€™avventura carnale รจ determinante, รจ la misura suprema, la suprema prova agonale per lโ€™uomo; essa decide la vita e la morte di ognuno. Essa รจ allโ€™incrocio della storia empirica, fenomenica, e della storia divina, soprasensibile, il punto dโ€™incontro della carne e dello Spirito, del reame umano e del reame di cui Cristo รจ il centro e la vita. Il reame di Cristo รจ di natura sottile, si afferma nelle coscienze e si edifica con pietre viventi, con pietre che sono passate dalla morte alla vita per avere accolto la Parola eterna che discende nella carne e dalla carne ascende. Se la nostra personale carne riuscirร  a fissare in se stessa la Parola che diviene carne, diverrร  il supporto della immanenza divina nella materia stessa, e sarร  un centro che irradia la vita: ยซAvevo fame e mi hai nutrito, ero malato e mi hai curatoยป; se non vorrร  fissare in sรฉ la Parola eterna che diviene carne, sarร  un centro di arida negazione della vita: ยซAvevo fame e non mi hai nutrito, ero ammalato e non mi hai curatoยป (cfr. tutto il brano in Mt 25, 31-46).

Nel primo caso lโ€™anima sarร  nella grazia dello Spirito vivente, e la sua avventura, che avrร  un punto nella morte fisica, non per questo avrร  una conclusione, ma di cielo in cielo continuerร  la sua corsa nellโ€™infinito, verso la mรจta unica e suprema che รจ Dio stesso: ยซVenite, benedetti, nel regno del Padreยป. Nellโ€™altro caso, lโ€™anima, avendo rifiutato di accogliere in sรฉ, come principio di vita, la Parola, si spegnerร  come scintilla caduta nel fango: ยซAndate, maledetti, nel fuoco eternoยป.

Nel mondo delle forme, lโ€™uomo effimero, ma eterno, contrasta con la perennitร  delle cose labili, e queste cose labili e perenni il regno mondano cercano in mille modi di fermare quel principio spirituale portato per sua natura a trascenderle. O lโ€™uomo ascolta la voce del suo spirito interno e trascende la materia e allora sari assunto in Cristo e confermato nel Figlio, come figlio di Dio lui stesso; oppure cede alle lusinghe della forma, alle suggestioni del mondo, agli inganni di Satana, allora morirร  disperso nei suoi principi costitutivi: questa รจ la geenna, dove รจ davvero pianto e strider di denti, in opposizione alla radiante certezza del possesso interiore del regno di Dio.

Sรฌ, il Regno di cui Cristo รจ il Re รจ una conquista interiore che si effettua nella carne e che, mediante il tempo, si afferma nellโ€™eternitร . La lotta per il Regno รจ tutta qui, come il Giudizio del Re Giudice รจ tutto qui!

1 Giovanni Vannucci, ยซIl giudizio del Reยป, 34a domenica del tempo ordinario Anno A; in Risveglio della coscienza, 1a ed. Centro studi ecumenici Giovanni XXIII, Sotto il Monte (BG) ed. CENS, Milano 1984. Pag. 190193.

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