IL SACRAMENTO QUARESIMALE1
Il tempo del Sacramento quaresimale abbraccia la successione di quaranta giorni a partire dal Mercoledรฌ delle Ceneri fino alla domenica delle Palme. In questo periodo la liturgia รจ dominata da alcuni temi fondamentali, cui accennerรฒ brevemente in questa riflessione: il numero quaranta, le ceneri, il deserto, il diavolo tentatore.
Il numero quaranta
II numero quaranta รจ, nel linguaggio religioso, un numero simbolico: sottolinea la fase critica che precede una trasformazione, il passo avanti nello sviluppo della coscienza, il compimento di un ciclo e il suo passaggio a un ordine differente di pensiero, di azione e di vita.
Lโalleanza tra Dio e Noรจ avvenne il quarantesimo giorno del diluvio (Gen 7). Mosรจ viene chiamato a iniziare la sua missione nel quarantesimo anno della sua vita (At 7, 30). Sempre Mosรจ dimora quaranta giorni sul Sinai prima di ricevere il Decalogo, e il popolo dโIsraele erra quarantโanni nel deserto (Nm 13).
Il Buddha e Maometto iniziarono la loro predicazione nel quarantesimo anno della loro etร . Quaranta giorni dopo la nascita. Gesรน vien condotto al tempio; vince il tentatore dopo aver dimorato quaranta giorni nel deserto (Mt 4). La sua predicazione dura quaranta mesi; la sua risurrezione avviene dopo quaranta ore di permanenza nel sepolcro e appare ai discepoli per lo spazio di quaranta giorni (At 1).
I quaranta giorni della Quaresima ci sono offerti come un tempo favorevole, un tempo che ci toglie dalla banalitร inserendoci nel tempo dellโanima che dร sapore e senso al nostro quotidiano vivere. ร un tempo di grazia e di ripresa cristiana della nostra personale esistenza.
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Viviamo il Sacramento quaresimale con intensitร di partecipazione al dono che ci รจ offerto e alla responsabilitร che ne segue.
Le Ceneri
II Mercoledรฌ delle Ceneri segna lโinizio del Sacramento quaresimale. Sulla testa di ogni fedele viene cosparsa la cenere e ripetuta la formula: ยซRicordati che sei polvere e alla polvere ritorneraiยป. Gesto misterioso e formula altrettanto enigmatica.
La cenere di cui veniamo cosparsi รจ ricavata dai rami dellโulivo, benedetti il giorno delle Palme dellโanno precedente. Lโulivo che fu il testimone dellโestremo patire di Cristo nellโorto del Getsemani; lโalbero che cresce dolorante nella pietraia, che dona un frutto meraviglioso che รจ nutrimento, medicina, alimento della luce. Lโulivo รจ il perfetto simbolo di Cristo, il cui patire รจ sorgente di luce, di alimento, di salvezza.
La cenere รจ il prodotto del fuoco applicato ai rami dellโulivo. Il fuoco li brucia, e lascia nella cenere la quintessenza dellโulivo. In alcune culture, la cenere di certe piante indispensabili allโalimentazione veniva mescolata ai corrispettivi semi e gettata insieme nel solco, per ottenere un prodotto qualitativamente migliore.
La cenere di ulivo che viene posta sulla fronte dei fedeli non รจ segno di cordoglio, ma รจ la rianimazione, attraverso il rito, della nostra vita con la quintessenza dellโulivo-Cristo. ร un gesto tendente a renderci piรน vivamente partecipi delle forze redentive di Cristo.
La formula: ยซRicordati che sei polvere e alla polvere ritorneraiยป va intesa in stretta relazione col gesto che lโaccompagna e che comunica lโessenza dellโulivo-Cristo e che dona nuova feconditร al fedele che coscientemente di Lui si insapora. Essa potrebbe venire cosรฌ tradotta: ยซ Ricordati che sei unโessenza spirituale e in Cristo devi risorgere in una realtร spirituale ยป. In Cristo siamo polvere destinata a divenire luce, se ne accogliamo le forze fecondatrici in un gesto di perfetto abbandono, come la zolla che riceve gli elementi atti a renderla fertile.
La Chiesa, allโinizio del Sacramento quaresimale, ci cosparge con le ceneri dellโulivo-Cristo per renderci coscienti del mistero della trasmutazione che accompagna il nostro quotidiano incontro con il Salvatore.
Il ยซdesertoยป
II ยซdesertoยป, come luogo dove lo Spirito conduce Cristo perchรฉ sia tentato dal Diavolo, costituisce lโambiente del periodo quaresimale. Il ยซdesertoยป non รจ uno spazio geografico, ma una situazione concreta in cui lโuomo viene continuamente a trovarsi. Nella religiositร biblica il ยซdesertoยป รจ il luogo prescelto da Dio per provare la fedeltร e la vigoria della fede dei suoi eletti che, superata la tentazione, raggiungono la statura dellโuomo vero.
Nellโesperienza religiosa universale, il ยซdesertoยป รจ il passaggio obbligato di chiunque voglia rispondere alle sue piรน profonde aspirazioni umane verso la liberazione nellโAssoluto divino. Esso รจ contrassegnato dalla spogliazione di quanto รจ superfluo nella ricerca della pienezza della vita, ed รจ insieme la soglia di una vita differente, di un senso nuovo dellโesistenza. ร lโesperienza di unโincolmabile assenza che rende inquieta ogni espressione di vita, e rende stabilmente ยซaperteยป le coscienze verso un ยซoltreยป e un ยซdi piรนยป, ove le loro radicali aspirazioni trovino compimento e pacificazione.
La vita รจ animata da un fuoco immanente che distrugge implacabilmente le forme esistenti per crearne delle nuove. Il bocciolo รจ mosso alla fioritura dal fuoco animatore che lo rende vitalmente teso dallโassenza del fiore.
Lโessere creato รจ costantemente condotto a un limite di consumazione e di superamento formale che, una volta raggiunto, crea una nuova forma che, a sua volta, viene spinta al suo logoramento per dischiudersi a una nuova conformazione.
La vita รจ un processo alternato: da un segno positivo passa a uno negativo per riprendere su un piano di maggiore intensitร il segno positivo. La vita รจ una successione ininterrotta di vita-morte-vita; un susseguirsi di oasi-deserto-oasi.
Lโanima umana รจ portata ad aderire tenacemente alla permanenza delle forme, a respingere la distruzione.Sente la dissoluzione come il male, ed essa รจ invece la pulsione dellโincolmabile assenza che prepara nuovi cicli di vita. Il ยซdesertoยป รจ il momento dellโorrore, della tentazione del Diavolo, della perdita di ogni certezza formale, il momento della rivelazione del non valore dellโesistenza, dei limiti effimeri dellโio esistenziale e della veritร dellโio essenziale. ร il momento della prova estrema, e insieme quello del risveglio alla voce dellโEssenziale, dellโEterno che abolisce il tempo.
La vita di Cristo รจ esemplare dalla nascita alla totale spogliazione della Croce, come acccttazione eroica di tutte le separazioni per giungere allโestasi della consumazione del proprio ยซioยป in Dio. Il suo mistero concerne tutti gli uomini, per essi il passaggio al divino รจ segnato dallโesperienza del ยซdesertoยป, della spogliazione per raggiungere la vittoria dellโessenza sullโesistenza.
Il ยซdesertoยป รจ il momento del risveglio alla piรน completa fiducia in Dio, nella positivitร della vita, purchรฉ lโanima sia vigorosa e forte.
Il Diavolo
Nel ยซ deserto ยป Cristo e con lui noi uomini incontriamo il Diavolo. Etimologicamente significa quella potenza misteriosa che attraversa il cammino verso Dio.
Nella tentazione del deserto lโanima umana viene posta davanti a un bivio: o aderire tenacemente alla permanenza delle forme rifiutandone la distruzione, o accettare questโultima per avanzare in nuovi orizzonti vitali. Il Diavolo รจ il missus dominicus che accompagna la nostra vita, per mettere alla prova la nostra volontร di andare sempre oltre le forme. Quando in esse ci chiudiamo, diveniamo i servi del Diavolo.
Lโopera del Diavolo รจ essenzialmente unโopera di vessazione, di disturbo. Le vie attraverso le quali compie la sua vessazione sono quelle mentali: la fantasia sbrigliata; lโimmaginazione non sorretta da una profonditร e rettitudine morale; la memoria tesa a rivangare o ad abbellire il passato; lโansia del domani che รจ una forma assunta dallโimmaginazione.
Sottili e multiformi sono le sue vessazioni. Puรฒ presentarsi allโimmaginazione con le vesti della bontร , della virtรน, della giustizia. Uno che lavora accanitamente per accumulare denaro, si rassicura che lo fa per provvedere al domani, alla malattia, alla vecchiaia, e non pensa che รจ mosso dallโavarizia. Uno lotta per la giustizia, per i princรฌpi morali, convinto di lavorare per gli alti ideali umani, e non riflette che obbedisce al suo istinto di potere. Uno si sente impegnato a propagare la fede e non si accorge di lavorare per lโaffermazione di se stesso o delle sue ideologie.
Tutto ciรฒ che lega lโuomo a un interesse terreno, distraendolo dal suo vero destino umano, รจ vessazione diabolica. Si potrebbe dire che il Diavolo รจ il risultato della malvagia volontร di tutte le cose, il risultato del non voler guardare con occhio sereno e libero lโombra che accompagna ogni nostra intellezione e volontร di fare. Cristo ci esorta a essere svegli, con gli occhi ben aperti, a pregare per non cadere in tentazione, a non aver paura di chi puรฒ uccidere il corpo, a temere chi puรฒ distruggerci lโanima.
Nei nostri tempi, la vessazione diabolica concerne piรน la vita sociale che la sfera del singolo, รจ un modo di vivere, รจ la societร che vive il Diavolo. Lโuomo รจ disturbato, ossessionato, distratto dalla preoccupazione dei beni terreni, dalla paura di perderli, dallโangoscia che non siano sufficienti.
Unโaltra azione sottile del Diavolo consiste nel convincere gli uomini che lโimpermanente รจ permanente, che il tempo sia lโeternitร . Lโuomo cosรฌ sedotto pensa che le forme siano perenni, che la sua personalitร e le sue opere sfidino i secoli. Mentre, per una mente non sedotta la permanenza รจ irreale, impermanente รจ la vita, impermanente รจ la morte, impermanente il pensiero, impermanenti i sentimenti.
Prendendo coscienza di questa particolare vessazione del missus dominicus si evita di vegetare nelle forme costituite, si risveglia in noi la scintilla divina che ci ripete: sempre oltre, sempre oltre รจ la tua dimora. Il Diavolo dice: ยซDimora tranquillo nel tuo guscio, riposa sereno nelle tue virtรนยป. Gesรน, il pellegrino senza dimore costruite da mano dโuomo, dice: ยซIo sono la vita in ogni morte, la morte in ogni vitaยป.
ร necessario riconoscere il Diavolo come apportatore di menzogne nellโesistenza, nelle forme, nelle apparenze, in ciรฒ che riteniamo necessario ed รจ invece inutile. Il Diavolo diventa cosรฌ il missus dominicus, la pietra di paragone della vita: piccole anime, piccole tentazioni; grandi anime, grandi tentazioni. Senza le tentazioni lโuomo si addormenterebbe; tentato, รจ spronato ad andare avanti.
La bontร , le qualitร , i valori veri dellโumanitร lโimmensa comunione dei santi compongono il corpo fisico di Dio; le chiusure, le menzogne, le falsitร costituiscono il corpo fisico del Diavolo. Nellโanima dellโuomo i due grandi avversari si fronteggiano, ma lโarbitro รจ lโuomo: e lui che deve scegliere a fianco di chi vuole schierarsi.
1 Giovanni Vannucci, ยซIl Sacramento Quaresimaleยป, in 1a domenica di Quaresima, Anno B; in Verso la luce, 1a ed. Centro studi ecumenici Giovanni XXIII, Sotto il Monte (BG) ed. CENS, Milano 1984; Pag. 42-48.