Pablo Erdozáin – Commento al Vangelo del 9 Gennaio 2022

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Nella vita di Gesù osserviamo molti momenti nei quali compie azioni che, in apparenza, non hanno alcuna logica umana. Perché Gesù volle incarnarsi? Perché è stato soggetto a Maria e a Giuseppe tutta la vita? Perché pregava se Egli stesso era Dio? Nel caso del Vangelo di oggi, perché Gesù si fa battezzare? Giovanni Battista provò a dissuaderlo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» (Mt 3, 14). Certamente Gesù non aveva alcun bisogno di tali azioni. Allora, perché? Papa Francesco risponde: «Perché vuole stare con i peccatori: per questo si mette in fila con loro e compie lo stesso gesto». Gesù ha voluto darci un esempio: «Conviene che adempiamo ogni giustizia» (Mt 3, 15), vuole insegnarci ciò che è meglio per noi».

Meditare che Gesù ci ha insegnato la via che dobbiamo seguire, è una meravigliosa realtà. Non lo ha fatto perché Lui ne aveva bisogno, lo ha fatto perché noi ne abbiamo bisogno. Gesù è voluto venire sulla terra per salvarci e farci figli di Dio. Il suo Battesimo è strettamente connesso al nostro Battesimo. Gesù si fa carico delle nostre necessità. Di noi che mendichiamo l’amore di Dio, di nostro Padre. Oggi celebriamo proprio questo.

Anche tu e io, aggiunge papa Francesco, possiamo imitare Gesù, uscire e farci carico delle necessità degli altri, «è anche questo il modo in cui possiamo sollevare gli altri: non giudicando, non suggerendo cosa fare, ma facendoci vicini, compatendo, condividendo l’amore di Dio». Siamo chiamati a imitare Cristo, e un modo concreto di farlo è occuparci dei bisogni degli altri e non tanto dei nostri. Uscire da noi stessi, guardare il bisognoso, che necessita della nostra attenzione, del nostro tempo, del nostro sorriso, ecc. Imitiamo Cristo sollevando lo sguardo verso il prossimo. Questa e la strada della vera felicità, perché c’è più felicità nel dare che nel ricevere.

Che tutti i battezzati siamo figli di Dio è un altro insegnamento del Vangelo che riempie di gioia. San Josemaría, nel libro Il Santo Rosario scriveva: «Il Signore, nel volerci come figli, ha voluto che vivessimo nella sua casa, nel mezzo di questo mondo, che appartenessimo alla sua famiglia, che il suo fosse nostro e il nostro suo, che avessimo con Lui questa familiarità e confidenza che ci fa chiedere la luna, come fanno i bambini!».

Meditare sulla nostra condizione di figli di Dio è una realtà piena di gioia. Io sono figlio di Dio! E questo ci insegna a vedere il mondo in una maniera nuova. Quando siamo consapevoli di questa realtà, vediamo negli altri persone che valgono davvero molto. Non vediamo che qualità hanno o non hanno, il colore della pelle, le idee politiche, ecc. Quando siamo caratterizzati dalla consapevolezza di essere figli di Dio, allora vediamo che non esiste «che una razza: la razza dei figli di Dio. Non c’è che un colore: il colore dei figli di Dio. E non c’è che una lingua: quella che parla al cuore e alla mente e, senza suono di parole, ci fa conoscere Dio, e fa sì che ci amiamo scambievolmente» (È Gesù che passa, 106).

Oggi è un giorno importante per meditare sul dono ricevuto con il Battesimo. Il più importante della mia vita, quello che mi caratterizza come persona e come figlio di Dio. Chiediamo a nostra Madre Santa Maria che ci renda consapevoli della realtà meravigliosa di essere figli di Dio.

Pablo Erdozáin


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