Tutti i santi: Vesti bianche di sangue
Sigilli e password
Il libro scritto sulla parte interna e su quella esterna โ rotolo opistografo โ, tenuto saldamente in mano da colui che siede sul trono nella pienezza dellโesercizio del potere, ha sette sigilli. Il piano di salvezza di Dio sulla storia ha bisogno di trovare una chiave dโaccesso, una password, che ne permetta la lettura e la comprensione. In cielo tutti piangono, perchรฉ non si trova chi conosca la password.
Alla fine si avvicina al trono il Leone di Giuda, il Germoglio di Davide (cf. Is 11,1; cf. Ger 23,5 il germoglio giusto che sarร suscitato a Davide), che ha vinto (cf. Ap 5,15). Sarร lui ad aprire i sigilli, a immettere la password nel guazzabuglio incomprensibile delle opere dellโuomo. Immesso il codice, ogni realtร riceverร un suo posto, e anche quelle grigie e nere troveranno una loro luce e una loro fine nellโinsieme del progetto di Dio.
La transcodifica riesce, e anche i luoghi oscuri vengono โsistematiโ nel puzzle divino. LโAgnello immolato, ritto, vittorioso e risorto con la sua ferita mortale ben in vista, รจ il codice personale unico capace di transignificare i dati bruti della storia, i big data impazziti che aspettano impazienti un algoritmo giusto, che faccia il caso loro.
Il mistero pasquale della sua morte e risurrezione รจ il germoglio che lโAgnello offre al mondo per ritrovare il bandolo perduto della matassa. Il filo rosso che Arianna dร al suo amato Teseo per uscire con sicurezza dal labirinto di Cnosso a Creta diventa il filo rosso della pasqua dellโAgnello. ร la cordicella di filo scarlatto (tiqwat แธฅรปแนญ haลกลกฤnฤh) appesa da Raab alla finestra della sua casa sulle mura di Gerico, filo che salverร la vita a lei e ai suoi familiari (Gs 2,18.21; cf. Gs 2,8-21 e 6,22-25).
Cavalli, sole nero, luna come il sangue
I sigilli sono aperti uno a uno dallโAgnello (Ap 6,1.3.5.7.9). Sono โaperti /ฤnoixenโ, โsvelateโ le potenze che operano liberamente nella storia dellโuomo, anche nella loro efficacia malvagia e negativa, ma sempre sotto il controllo ultimo di Dio.
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Quattro sono le potenze che appaiono โaperteโ. La prima potenza operativa, possente, dinamica (โcavalloโ) รจ di color bianco, il colore della vittoria pasquale di risurrezione, vittoria irradiata dal mondo divino a cui appartiene (cf. 6,1). ร il primo cavallo a uscire, ed esce vittorioso e per vincere ancora. La linea di direzione รจ positiva, costruttiva, porta a un destino di gloria. Lโimprinting iniziale e decisivo รจ la forza immessa nella storia dal mistero pasquale dellโAgnello. Non vi potranno resistere gli altri cavalli, anche se pure a loro sarร permesso di fare la propria corsa nella storia, imprimendo il loro segno negativo.
Il secondo cavallo, di colore rosso fuoco rappresenta le guerre incise nella carne degli uomini (cf. 6,3). Il terzo, di color nero, รจ lโemblema della morte che cavalca random nella storia, azzerando alla cieca le sorti di buoni e di malvagi. Il quarto, di color verde, simboleggia probabilmente la carestia di pane e di pace che illividisce gli uomini che camminano senza futuro.
Il quinto sigillo โapertoโ (6,9), interpretativo e operativo nel cammino umano, โsvelaโ coloro che sono stati immolati per la loro testimonianza data alla parola di Dio. Offerte sacrificali esistenziali (โsotto lโaltareโ), vite segnate dalla pro-esistenza testimoniale verso la parola Ultima. Esse invocano da Dio che sia resa loro giustizia, โvendicandoโ il loro sangue, dichiarando cioรจ corretto, innocente, positivo e โvincenteโ il dono generoso della loro vita. Anche la loro testimonianza รจ una costante operativa nella storia di ogni tempo, imprimendo un sigillo di vita donata nellโamore a un contesto di opposizione โbestialeโ al loro operato.
Il contenuto del sesto sigillo รจ descritto a lungo (6,12โ7,17). Il senso della storia comprende anche una sua fine, un suo giudizio, lโemersione chiara e indiscutibile su chi aveva ragione nella storia, anche se al momento non venne riconosciuta e fu aspramente combattuta. Il mondo e la storia vengono trasformati ora e saranno trasformati nella loro consumazione (terremoto grande, sole nero, luna di sangue ecc., 6,12-17).
La trama della storia รจ complessa, ma il libro dellโApocalisse ci racconta che la sua trama di rivelazione (chiamata anagnลrisis nella retorica letteraria greca) farร conoscere in pienezza lโAgnello, il Personaggio vincente in modo definitivo dopo la tribolazione sofferta nella sua vicenda storica.
Il sigillo sulla fronte
La forza operativa della risurrezione segna perรฒ potentemente fin da oggi coloro che hanno affidato la loro vita allโAgnello, credendo in lui e vivendo fedelmente la loro testimonianza.
Quattro angeli, aiutanti di Dio, trattengono da ogni punto cardinale โi ventiโ perchรฉ non distruggano tutto prima che avvenga il giudizio. Un altro angelo sale da Oriente (โdal sorgere del soleโ), da dove arriva la luce degli uomini, la luce della risurrezione che irradia ogni uomo che vive sulla terra. Ha in mano il โsigillo/sphragisโ del Dio vivente e grida agli angeli preposti alla devastazione della โterraโ e del โmareโ โ simboli entrambi del male, secondo lโApocalisse โ di arrestare provvisoriamente la loro azione.
Bisogna tener presente che, nel libro dellโApocalisse, gli โuomini della terraโ assumono un significato negativo e rappresentano lโumanitร chiusa e refrattaria allโazione di Dio nella massificazione della loro esistenza segnata indelebilmente dallโavversione diabolica a Dio.
Ciรฒ che nellโApocalisse viene descritto in una sequenza temporale, va spesso interpretato come espressivo di una contemporaneitร temporale. Mentre avviene il giudizio negativo di Dio sulle forze del male, si annuncia che queste non avranno lโultima parola, perchรฉ nel contempo, sulla faccia della terra vengono โsigillatiโ con il sigillo del Dio vivente coloro che sono destinati alla vita e non alla morte seconda, la morte escatologica e definitiva.
Bene e male agiscono in contemporanea nelle viscere della storia, ma viene annunciata la vittoria di una moltitudine di giusti che fin dโora hanno vinto e segnano positivamente di vita il tracciato ondivago dei giorni dellโuomo.
Essi appartengono a Dio, sono โschiaviโ del Dio vivente, che ha donato lโAgnello alla storia. Con il suo sangue questi ha amato e liberato gli uomini che si sono aperti a lui, facendoli un regno e sacerdoti per il suo Dio e Padre (1,5b-6). Sulla loro fronte cโรจ il โsigillo/sphragisโ battesimale di salvezza, e non il โmarchio/charagmaโ impresso sulla mano destra e sulla fronte delle persone dalla Bestia, multinazionale pervasiva e schiavista di uomini materialisti e ciechi (13,116-17cf. 14,9.11; 16,2; 19,20; 20,4).
Moltitudine biancovestita
I โsigillati col sigillo/esphragismenลnโ (7,4) a carattere indelebile a partire dalla loro fede irreprensibile in YHWH, il Dio vivente, appartengono al popolo delle dodici tribรน di Israele che hanno vissuto nel tempo qualificato dalla sovranitร salvifica di YHWH (simbologia del numero 1000; cf. 20,6) che le ha sigillate per se stesso ciascuna in modo intimo (12 x 12 x 1000 = 144.000; cf. Is 44,5; Ez 9, specialmente i vv. 4-6). Sono stipiti e architrave di una casa che ha sperimentato lโesodo definitivo, vincendo il Drago faraonico (cf. Es 12, 21-23).
Nello stesso tempo, rappresentano lโunitร strettissima (x = il segno della moltiplicazione) dei rappresentanti delle dodici tribรน di Israele, popolo dellโantica alleanza, e di quelli dellโalleanza rinnovata escatologicamente in Cristo Gesรน, edificato sul basamento dei dodici apostoli (cf. 21,14), moltiplicati per 1000, il tempo di Dio e il simbolo del potere di Cristo Gesรน: 12 (tribรน) x 12 (apostoli) x 1000 (tempo qualificato di Dio e tempo del potere di Dio e di Cristo sulla storia) = 144.000 sigillati.
Coloro che appartengono a Dio, al mondo della risurrezione e della vita (colore bianco) sono perรฒ anche una โmoltitudine immensa/ochlos polysโ, incalcolabile dalla mente umana โ ma non da quella di Dio. Essi provengono da ogni โnazione/ethnosโ, โtribรน/phylฤโ, โpopolo/laosโ, โlingua/glossฤโ. ร la famiglia universale dei figli di Dio che fa corpo unico con il popolo eletto di YHWH.
La moltitudine immensa delle persone sta โritta in piedi/estลtesโ, la posizione dei risorti alla presenza della regalitร sovrana di Dio (โthrononโ) e di fronte allโAgnello. Sono avvolti in โstole bianche/stolas leukasโ, lunghe vesti preziose e solenni (cf. Mc 12,38; Lc 15,22 [!]), sacerdotali e liturgiche (cf. Es 28,2.3.4; 29,5.21; 31,10; 35,18; 39,13; Lv 6,4; Nm 20,26; Sir 45,7), dorate e dal colore violetto e porpora (Sir 45,10), sante (Ez 10,7; 44,17.19; Mc 10,21), regali (Esd 8,15), angeliche (cf. Mc 16,5). Hanno โpalme/phoinkesโ nelle mani, simbolo di vittoria.
Le voci possenti dei sigillati salgono a lodare la salvezza che appartiene solo al Dio re e sovrano, e al suo Agnello. Gli angeli โdel voltoโ di Dio (cf. Mt 18,10), gli angeli che lo servono, che stanno in cerchio attorno al trono della sovranitร di Dio, ai 24 anziani del Primo e del Nuovo Testamento e ai quattro esseri che rappresentano lโuniversalitร (quattro) della vita, si uniscono alla lode innalzata dai โsigillatiโ.
Tutti compiono la proskynฤsis, la prostrazione onorifica dovuta a Dio e al re (cf. Mt 2,2; Lc 4,8!) e inneggiano a Dio attribuendogli in totale gratuitร la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, lโonore, la potenza e la forza. Un accumulo impressionante di qualitร che onorano e riconoscono la sovranitร irraggiungibile e unica di Dio e del suo Agnello su ogni altra realtร celeste, terrena e infernale.
Bianche del sangue
Uno degli anziani si rivolge al Veggente di Patmos ยซdivenuto in Spiritoยป (Ap 1,10) nel giorno del Signore, il giorno kyriale della domenica, e fatto salire โquassรนโ da una potente voce angelica di tromba (4,1) che lo fa โdivenire in Spirito/genomenos en pneumatiโ nuovamente (4,2; cf. 1,10). In tal modo รจ reso capace di vedere le cose che devono accadere in seguito, di ascoltare le parole della profezia (1,3; 22,18), una parola di โrivelazione/apokalypsisโ apocalittica (1,1).
Lโanziano chiede al โVeggente di Patmosโ di rivelargli lโidentitร dei sigillati e della moltitudine immensa rivestita di vesti bianche. Il veggente ammette la sua ignoranza e allora lโanziano gli rivela la loro identitร profonda, che puรฒ essere conosciuta e rivelata solo dal mondo divino.
La moltitudine immensa biancovestita รจ costituita dagli uomini che provengono dalla grande tribolazione della persecuzione subรฌta a causa della fede nellโAgnello. Essi hanno lavato le loro vesti โ simbolo antropologico della loro persona, della loro identitร piรน profonda โ, trasformandole da vesti profane, โterrestriโ, dominate dal Drago e dalla Bestia blasfema, in vesti bianche di risurrezione, appartenenti al mondo divino.
Hanno operato questa trasformazione totale intingendo a fondo la loro vita nel mistero pasquale dellโAgnello, che ha conosciuto la vittoria dopo il dono generoso e totale della sua vita (= sangue).
LโApocalisse รจ un libro di rivelazione e di profezia. Il suo messaggio non รจ catastrofico ma incoraggiante. Vuole sostenere la resistenza delle comunitร tribolate dei discepoli dellโAgnello nei confronti della potenza demoniaca del Drago e della Bestia che opprime in tutti i tempi.
Un libro di resilienza, di incoraggiamento e anche di rimprovero per coloro che fossero tentati di cedere e di adattarsi al modello โterrestreโ di vita propagandato ossessivamente dal Drago, dalla Bestia, dalla statua che si รจ posta al suo servizio, tramite il prezzolato profeta massmediatico โ a capo dellโufficio pubblicitร โ, capace addirittura di โanimare la statuaโ (13,15).
I santi sono coloro che vivono il mistero pasquale nella resistenza al male e nellโassimilazione della vita del Risorto, che nasce dal battesimo in cui sono stati โsigillatiโ in modo indelebile da Dio e dal suo Agnello pasquale vittorioso.
Dono e impegno
Gabe und Aufgabe. โDono e compitoโ. Il lessico tedesco risulta efficace nellโesprimere la fisionomia delle Beatitudini, il grande portale del Discorso della Montagna (Mt 5โ7). Come plenipotenziario della volontร di Dio, quindi ben piรน di Mosรจ, Gesรน sale su โil monteโ e, seduto in posizione magisteriale, illustra ai Dodici e, in seconda linea alla folla generica degli uditori, il suo sogno circa il regno dei cieli.
Gesรน รจ venuto dal Padre per annunciare la buona notizia di un mondo nuovo, la regalitร di Dio, la sua sovranitร (Herrschaft). Essa creerร fra gli uomini che la accetteranno un Regno (Reichtum) di persone che costituiscono un anticipo della pienezza di Dio tutto in tutti.
Il Regno viene come un dono (Gabe), ma per essere goduto esige unโaccoglienza che si fa impegno (Aufgabe = lett. โsul-donoโ).
Felicitร a nove facce
Gesรน annuncia nove promesse di felicitร , le โBeatitudiniโ. Promesse certe, motivate dalla presenza sulla terra del Figlio di Dio che, venendo col Regno suo e del Padre, prende le parti dei poveri, dei fragili, dei peccatori. Lโannuncio e la realtร arrivano in modo gratuito, immeritato. ร lโannuncio frutto di una Presenza e di una Scelta.
Lโevangelo, la buona notizia, si rivela in un volto che manifesta per primo la vita delle Beatitudini. Un volto, un Emmanuele che trasfigura il volto e lโanima della storia con lโimmissione di una vita divina, una pro-esistenza che scardina le maglie ferree della malvagitร umana. Accettando la sfida di una felicitร dalle nove facce, il discepolo di Gesรน trasforma il mondo.
Egli non รจ da solo. La Chiesa, popolo nuovo di Dio, popolo messianico, รจ lโambito vasto dove รจ possibile al discepolo di Gesรน sperimentare un modo nuovo di vivere. In essa รจ possibile respirare unโaria nuova, segnata dalla povertร gioiosa di chi si affida al Dio pro-esistente, il Dio della promessa affidabile.
La beatitudine รจ lโopposto della sfida diabolica a impostare la vita sullโegoismo narcisista, che fa dellโIo la misura di unitร delle cose e delle persone, riducendo lโorizzonte vasto a una misera linea che circoscrive solo ciรฒ che lโindividuo-monade vede, tocca, sa e vuole.
ร possibile vivere diversamente dagli hikikomori, i giovani isolati, in disparte dalla societร , chiusi nella loro stanza illuminata quasi solamente dallo schermo del computer? ร possibile vivere non dominati dallโincertezza perpetua, dallโansia essenziale che striscia sottotraccia, da una sazietร insoddisfatta di cose e denaro, da una schiavitรน priva di prospettive di lavoro, di relazioni, di affetti profondi, di una vita che โveramenteโ non finisce mai?
Posso essere come Dio in modo buono, non demoniaco?
Beati i miti
Anche riflettendo solo su una beatitudine si percepisce lโebbrezza di tutte le altre otto. Ebbrezza perchรฉ un vento fresco scorre sul viso, ridando energia nuova a tutto il corpo.
Vuoi essere felice come Dio? Accetta la sua mitezza, vivi la sua mitezza. Guarda il volto e il cuore dellโEmmanuele e non vedrai violenza alcuna, se non la passione del suo amore.
Vuoi vivere solo accettando il demone della violenza verbale, fisica, intellettuale? Vivere nella continua autoaffermazione che si serve delle piรน sottili strategie per imporsi, dominare, rendere il male col male, impostare il tuo stile di vita sulla deterrenza prodotta dalle proprie qualitร e dai propri mezzi?
Gesรน promette una beatitudine โ che non รจ felicitร a buon prezzo โ che farร ereditare la terra, farร ricevere in dono ereditario il cuore di tutti gli uomini, la bellezza di tutte le relazioni, la dolcezza di tutti i tramonti, il fruscรฌo leggero di tutte le nevi.
Alla mitezza appartiene lโebbrezza di vincere il male con il bene, il dominare sulla pressone diabolica che vuole dividere, guerreggiare, imporsi, dominare.
Mitezza รจ lโebbrezza di poter vivere senza alcun do ut des, come il peggiore dei mercanti della terra.
Mitezza non รจ debolezza moscia e perdente, ma forza del bene che vince sul male.
I miti non sono i perdenti della storia, ma sono il riflesso di Gesรน. Che lo conoscano e credano in lui oppure no, lui li raggiunge con i suoi mezzi.
I miti sono vincenti perchรฉ non vinti dal male. Vincenti perchรฉ prendono in mano la propria vita come strumento di edificazione, unificazione, comunione. Vincenti perchรฉ non succubi e proni alla logica del piรน forte, del piรน ricco, del piรน potente di mezzi.
Vincenti perchรฉ riflessi del Dio mite, difensore dei poveri, degli orfani e delle vedove. Vincenti perchรฉ miti, tesi a conquistare i cuori con lโamore fattivo che ci โmette la facciaโ.
Mitezza รจ lโebbrezza di andare controcorrente, e non da soli, ma in una comunitร di fratelli che credono e amano come te.
La mitezza eredita la terra, perchรฉ avrร fatto del volto dellโaltro non un terreno di conquista, un volto di un avversario da battere, ma il proprio volto. Ama il tuo prossimo: รจ te stesso!
La mitezza mette in discussione, fa abbassare lo sguardo violento, interroga la coscienza che abbia ancora una briciola di umanitร : โVuoi per caso essere felice da solo? felice contro? felice senza? felice sopra?โ.
Ti รจ fatto un dono, un Gabe.
Se vuoi, fanne un compito che ci costruisce sopra.
Un felice Aufgabe.
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News