Venerdรฌ 27 marzo, nella Cappella Redemptoris Mater, il Predicatore della Casa Pontificia, Rev.do P. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la seconda Predica di Quaresima dal titolo โMaria durante la vita pubblica di Gesรนโ, registrata a causa della situazione sanitaria.
Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente: โPresso la croce di Gesรน stava sua madreโ (Giovanni 19, 25), Maria nel mistero pasquale di Cristo.
Maria sul Calvario
La parola di Dio che ci accompagna nella presente meditazione รจ quella che si legge nel vangelo di Giovanni:
Stavano presso la croce di Gesรน sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesรน allora, vedendo la madre e lรฌ accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: ยซ Donna, ecco il tuo figlio! ยป. Poi disse al discepolo: ยซEcco la tua madre!ยป. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19, 25-27).
Di questo testo, cosรฌ denso, consideriamo in questa meditazione solo la prima parte, quella narrativa, lasciando alla prossima volta il resto del brano evangelico che contiene il detto di Gesรน.
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Se sul Calvario, presso la croce di Gesรน, cโera Maria sua Madre, vuol dire che ella era a Gerusalemme in quei giorni e, se era a Gerusalemme, allora ha visto tutto, ha assistito a tutto. Ha assistito alle grida: ยซ Barabba, non costui! ยป; ha assistito allโEcce homo, ha visto la carne della sua carne flagellata, sanguinante, coronata di spine, seminuda davanti alla folla, sussultare, scossa da brividi di morte, sulla croce. Ha udito il rumore dei colpi di martello e gli insulti: ยซ Se sei il Figlio di Dioโฆ ยป. Ha visto i soldati dividersi le sue vesti e la tunica che lei stessa aveva forse tessuto.
ยซ Stavano โ si legge โ presso la croce di Gesรน sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala ยป. Maria non era dunque sola; era una delle donne. Sรฌ, ma lei era lรฌ come ยซ sua madre ยป e questo pone Maria in una situazione del tutto diversa dalle altre. Ripenso al funerale di un ragazzo di 18 anni. Seguivano il feretro varie donne. Tutte erano vestite di nero, tutte piangevano. Sembravano tutte uguali. Ma tra esse ce nโera una diversa, una alla quale tutti i presenti pensavano, che tutti, senza voltarsi, guardavano di soppiatto: la madre. Era vedova e aveva quel figlio solo. Lei guardava la bara, si vedeva che le sue labbra ripetevano senza posa il nome del figlio. Quando i fedeli, al momento del Sanctus, si misero a proclamare: ยซ Santo, Santo, Santo, รจ il Signore Dio dellโuniverso ยป, anche lei, senza rendersene forse nemmeno conto, si mise a mormorare: Santo, Santo, Santoโฆ In quel momento ho pensato a Maria ai piedi della croce.
Ma a lei fu chiesto qualcosa di molto piรน difficile: perdonare. Quando sentรฌ il Figlio che diceva: โPadre, perdonali, perchรฉ non sanno quello che fannoโ (Lc 23, 34), ella capรฌ cosa il Padre celeste si aspettava da lei: che dicesse con il cuore le stesse parole: ยซPadre, perdonali, perchรฉ non sanno quello che fanno ยป. E lei le disse. Perdonรฒ.
Se Maria potรฉ essere tentata, come lo fu anche Gesรน nel deserto, questo avvenne soprattutto sotto la croce. E fu una tentazione profondissima e dolorosissima, perchรฉ aveva per motivo proprio Gesรน. Lei credeva alle promesse, credeva che Gesรน era il Messia, il Figlio di Dio; sapeva che, se Gesรน avesse pregato, il Padre gli avrebbe mandato ยซ piรน di dodici legioni di angeli ยป (cf Mt 26, 53). Ma vede che Gesรน non fa nulla. Liberando se stesso dalla croce, libererebbe anche lei dal suo tremendo dolore, ma non lo fa. Maria perรฒ non grida: ยซ Scendi dalla croce; salva te stesso e me! ยป, o: ยซ Hai salvato tanti altri, perchรฉ non salvi ora anche te stesso, figlio mio? ยป, anche se รจ facile intuire quanto un simile pensiero e desiderio dovesse affacciarsi spontaneamente al cuore di una madre. Maria tace.
Umanamente parlando, ci sarebbero stati tutti i motivi, per Maria, di gridare a Dio: ยซ Mi hai ingannata! ยป, o, come gridรฒ un giorno il profeta Geremia: ยซMi hai sedotta e io mi sono lasciata sedurre! ยป (cf Ger 19, 7), e scappare giรน per il Calvario. Invece ella non scappรฒ, ma rimase ยซ in piedi ยป, in silenzio, e cosรฌ facendo รจ divenuta, in modo tutto speciale, martire della fede, testi-mone suprema della fiducia in Dio, dietro il Figlio.
Questa visione di Maria che si unisce al sacrificio del Figlio ha trovato unโespressione sobria e solenne in un testo del Concilio Vaticano II:
Anche la Beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione con il Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette ritta, soffrรฌ profondamente col suo Figlio unigenito e si associรฒ con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente allโimmolazione della vittima da lei stessa generata .
Maria non stava dunque ยซ presso la croce di Gesรน ยป, vicino a lui, solo in senso fisico e geografico, ma anche in senso spirituale. Era unita alla croce di Gesรน; era dentro la stessa sofferenza. Soffriva nel suo cuore quello che il Figlio soffriva nella sua carne. E chi potrebbe pensare diversamente, se appena sa cosa vuol dire essere madre?
Gesรน era anche uomo; come uomo, egli non รจ, in questo momento, agli occhi di tutti, che un figlio giustiziato alla presenza di sua madre. Gesรน non dice piรน, come a Cana: โChe cโรจ tra me e te, o donna? Non รจ ancora giunta lโora miaโ (Gv 2, 4). Adesso che la sua ยซ ora ยป รจ giunta, cโรจ, tra lui e sua madre, una grande cosa in comune: la stessa sofferenza. In quei momenti estremi, in cui anche il Padre si รจ misteriosamente sottratto al suo sguardo di uomo, รจ rimasto a Gesรน solo lo sguardo della madre, in cui cercare rifugio e conforto. Disdegnerร questa presenza e questo conforto materno, colui che nel Getsemani pregรฒ i tre discepoli dicendo: โRestate qui e vegliate con meโ (Mt 26, 38)?
Stare presso la croce di Gesรน
Ora, seguendo come sempre il nostro principio-guida secondo cui Maria รจ figura e specchio della Chiesa, sua primizia e modello, ci dobbiamo porre la domanda: Che cosa ha voluto dire alla Chiesa lo Spirito Santo, disponendo che nella Scrittura fosse registrata questa presenza di Maria accanto alla croce di Cristo?
Anche questa volta, รจ la Parola stessa di Dio che, implicitamente, traccia il passaggio da Maria alla Chiesa e dice cosa deve fare ogni credente per imitarla: ยซ Presso la croce di Gesรน โ รจ scritto โ stava Maria sua Madre e accanto a lei il discepolo che egli amava ยป. Nella notizia cโรจ contenuta la parenesi. Quello che avvenne quel giorno, indica quello che deve avvenire ogni giorno: bisogna stare accanto a Maria presso la croce di Gesรน, come ci stette il discepolo che egli amava.
Ci sono due cose nascoste in questa frase: primo, che bisogna stare ยซaccanto alla croce ยป e, secondo, che bisogna stare accanto alla croce ยซ di Gesรน ยป. Vedremo che si tratta di due cose differenti, anche se inseparabili.
Stare presso la croce ยซ di Gesรน ยป. Queste parole ci dicono che la prima cosa da fare โ la piรน importante di tutte โ non รจ stare presso la croce in genere, ma stare presso la croce ยซdi Gesรนยป. Che non basta stare presso la croce, cioรจ nella sofferenza, starci anche in silenzio. Questo sembra giร da solo una cosa eroica, eppure non รจ la cosa piรน importante. Puรฒ essere anzi niente. La cosa decisiva รจ stare presso la croce ยซ di Gesรน ยป. Ciรฒ che conta non รจ la propria croce, ma quella di Cristo. Non รจ il soffrire, ma il credere e cosรฌ appropriarsi della sofferenza di Cristo. La prima cosa รจ la fede. La cosa piรน grande di Maria sotto la croce fu la sua fede, piรน grande ancora che la sua sofferenza. San Paolo dice che il Vangelo รจ potenza di Dio ยซ per tutti coloro che credono ยป (cf Rm 1, 16). Per tutti coloro che credono, non per tutti coloro che soffrono, anche se, vedremo, le due cose sono di solito unite tra di loro.
ร qui la fonte di tutta la forza e la feconditร della Chiesa. La forza della Chiesa viene dal predicare la croce di Gesรบ, cioรจ da qualcosa che agli occhi del mondo รจ il simbolo stesso della stoltezza e della debolezza. Ciรฒ comporta la rinuncia a ogni possibilitร o volontร di affrontare il mondo incredulo e spensierato con i suoi stessi mezzi che sono la sapienza delle parole, la forza delle argomentazioni, lโironia, il ridicolo, il sarcasmo e tutte le altre ยซ cose forti del mondo ยป (cf 1 Cor 1, 27). Bisogna rinunciare a una superioritร umana, perchรฉ possa venire alla luce e agire la forza divina racchiusa nella croce di Cristo. Bisogna insistere su questo primo punto perchรฉ ce nโรจ ancora bisogno. La maggioranza dei credenti non รจ stata mai aiutata a entrare in questo mistero che รจ il cuore del Nuovo Testamento, il centro del kerigma e che cambia la vita.
ยซStare presso la croceยป. Ma qual รจ il segno e la prova che si crede realmente nella croce di Cristo, che ยซ la parola della croce ยป non รจ, appunto, solo una parola, cioรจ un principio astratto, una bella teologia o ideologia, ma che รจ veramente croce? Il segno e la prova รจ prendere la propria croce e andare dietro a Gesรน (cf Mc 8, 34). Il segno รจ partecipare alle sue sofferenze (Fil 3, 10; Rm 8, 17), essere crocifissi con lui (Gal 2, 20), completare, mediante le proprie sofferenze, ciรฒ che manca alla passione di Cristo (Col 1, 24). La vita intera del cristiano deve essere un sacrificio vivente, come quella di Cristo (cf Rm 12, 1). Non si tratta solo di sofferenza accettata passivamente, ma anche di sofferenza attiva, vissuta in unione con Cristo: โCastigo il mio corpo e lo riduco in servitรนโ (1 Cor 9, 27). โTutta la vita di Cristo fu croce e martirio e tu cerchi per te riposo e gioia?โ, ammonisce lโautore dellโโImitazione di Cristoโ.
Sono esistiti nella Chiesa due modi diversi di porsi davanti alla croce di Cristo: uno, piรน caratteristico della teologia protestante, basato sulla fede e lโappropriazione, che fa leva sulla croce di Cristo e uno โ coltivato, almeno in passato, di preferenza dalla spiritualitร cattolica โ che insiste sul soffrire con Cristo, sul condividere la passione di lui e, come nel caso di certi santi, nel rivivere addirittura in sรฉ la passione di Cristo, fino a vedere riprodotte in sรฉ le sue stimmate. Lโecumenismo ci spinge a ricostruire la sintesi di ciรฒ che nella Chiesa ha finito, a poco a poco, per essere contrapposto.
Non si tratta, evidentemente, di mettere sullo stesso piano lโoperato di Cristo e quello nostro, ma di accogliere la parola della Scrittura. Essa ci dice che ognuna delle due cose โ sia la fede, sia le opere -, senza lโaltra, รจ morta (cf Gc 2, 14 ss). ร la fede stessa nella croce di Cristo che ha bisogno di passare attraverso la sofferenza per essere autentica. La prima lettera di Pietro dice che la sofferenza รจ il ยซ crogiuolo ยป della fede, che la fede ha bisogno della sofferenza per essere purificata, come lโoro nel fuoco (cf 1 Pt 1, 6-7).
La nostra croce non รจ in se stessa salvezza, non รจ nรฉ potenza nรฉ sapienza. Per se stessa รจ pura opera umana, o addirittura castigo. Diviene potenza e sapienza di Dio in quanto โ accompagnata dalla fede e per disposizione di Dio stesso โ ci unisce alla croce di Cristo. โSoffrire โscriveva san Giovanni Paolo II dal suo letto di ospedale dopo lโattentato โ significa diventare particolarmente suscettibili, particolarmente aperti allโopera delle forze salvifiche di Dio, offerte allโumanitร in Cristoยป . Soffrire unisce alla croce di Cristo in modo non solo intellettuale, ma esistenziale e concreto; รจ una specie di canale, di via di accesso, alla croce di Cristo, non parallela alla fede, ma facente un tuttโuno con essa.
ยซ Sperรฒ contro ogni speranza ยป
Ma dobbiamo, ormai, allargare il nostro orizzonte. Per lโevangelista Giovanni che riferisce lโepisodio, la croce di Cristo non รจ solo il momento della morte di Cristo, ma anche quello della sua โglorificazioneโ e del trionfo. La risurrezione vi รจ giร operante nel segno dello Spirito che si effonde (cf. Gv 7, 37-39; 19, 34). Sul Calvario Maria dunque ha condiviso con il Figlio non solo la morte, ma anche le primizie della risurrezione. Una immagine di Maria ai piedi della croce, in cui ella appare solo ยซ triste, afflitta, piangente ยป, come canta lo Stabat Mater, cioรจ solo lโAddolorata, non sarebbe completa. Sul Calvario, ella non รจ solo la ยซ Madre dei dolori ยป, ma anche la Madre della speranza, ยซ Mater spei ยป, come la invoca la Chiesa in un suo inno.
Di Abramo, san Paolo afferma che โebbe fede sperando contro ogni speranzaโ (Rm 4, 18). La stessa cosa si deve dire, con piรน ragione, di Maria sotto la croce. Ella credette, sperando contro ogni speranza, cioรจ in una situazione in cui, umanamente parlando, non cโรจ piรน alcuna ragione per sperare. In qualche modo che non possiamo spiegare (e che forse neppure lei era in grado di spiegare a se stessa), Maria, come Abramo, ha creduto che Dio era capace di far risuscitare il suo Figlio ยซanche dai morti ยป (cf Ebr 11, 19).
Un testo del Concilio Vaticano II menziona questa speranza di Maria sotto la croce come un elemento determinante della sua vocazione materna. Dice che sotto la croce, ยซ ella ha coope-rato in modo tutto speciale allโopera del Salvatore, con lโobbedienza, la fede, la speranza e lโardente caritร ยป .
Veniamo ora alla Chiesa, cioรจ a noi. Delle tre cose che la Chiesa commemora nel triduo pasquale โ crocifissione, sepoltura e risurrezione del Signore -, ยซnoi, โ ha scritto santโAgostino โ nella vita presente realizziamo ciรฒ che significa la crocifissione, mentre teniamo per fede e spe-ranza ciรฒ che significano la sepoltura e la risurrezione ยป . Anche la Chiesa, come Maria, vive la risurrezione ยซ in speranzaยป. Anche per essa, la croce รจ oggetto di esperienza, mentre la ri-surrezione รจ oggetto di speranza.
Come Maria fu presso il Figlio crocifisso, cosรฌ la Chiesa รจ chiamata a stare presso i crocifissi di oggi: i poveri, i sofferenti, gli umiliati e gli offesi. Starci con speranza. Non basta compatire le loro pene o anche cercare di alleviarle. ร troppo poco. Questo possono farlo tutti, anche chi non conosce la risurrezione. La Chiesa deve dare speranza, proclamando che la sofferenza non รจ assurda, ma ha un senso, perchรฉ ci sarร una risurrezione da morte. La Chiesa deve ยซdare ragione della speranza che รจ in lei ยป (cf 1 Pt 3, 15).
Gli uomini hanno bisogno di speranza per vivere, come dellโossigeno per respirare. Anche la Chiesa ha bisogno di speranza per proseguire il suo cammino nella storia e non sentirsi schiacciata dalle avversitร . Nellโudienza generale dellโ11 Marzo โlโultima pubblica prima della sospensione per il Coronavirus โ papa Francesco ci ha esortato a vivere questo tempo di prova โcon fortezza, responsabilitร e con speranzaโ. Vorrei raccogliere soprattutto il suo appello alla speranza.
La speranza รจ stata per molto tempo, ed รจ tuttโora, tra le virtรน teologali, la sorella minore, la parente povera. Il poeta Charles Pรฉguy ha unโimmagine bellissima al riguardo. Dice che le tre virtรน teologali โfede, speranza e caritร โ sono come tre sorelle: due grandi e una ancora bambina. Camminano insieme per strada tenendosi per mano, le due grandi ai lati e la bambina al centro. La bambina รจ naturalmente la Speranza. Tutti al vederle dicono: โCertamente sono le due grandi che trascinano la bambina al centro!โ. Si sbagliano: รจ la bambina Speranza che trascina le due sorelle, perchรฉ se si ferma la speranza si ferma tutto .
Dobbiamo โ come suggerisce lo stesso poeta โ diventare ยซ complici della bambina speranza ยป. Hai sperato ardentemente una cosa, un intervento di Dio, e non รจ successo niente? Sei tornato a sperare di nuovo la volta successiva, e ancora niente? Tutto รจ andato avanti come prima, nonostante tante suppliche, tante lacrime, e forse anche tanti segni che questa volta saresti stato esaudito? Tu continua a sperare, spera ancora unโaltra volta, spera sempre, fino alla fine. Diventa complice della speranza!
Diventare complici della speranza significa permettere a Dio di deluderti, di ingannarti quaggiรน tutte le volte che vuole. Di piรน: significa essere in fondo contenti, in qualche parte remota del proprio cuore, che Dio non ti abbia ascoltato la prima e la seconda volta e che continui a non ascoltarti, perchรฉ cosรฌ ti ha permesso di dargli una prova in piรน, di fare un atto di speranza in piรน e ogni volta piรน difficile. Ti ha fatto una grazia ben piรน grande di quella che chiedevi: la grazia di sperare in lui. Lui ha lโeternitร per farsi perdonare del ritardo!
Ma bisogna fare attenzione a una cosa. La speranza non รจ solo una bella e poetica disposizione interiore, difficile quanto si vuole, ma che lascia, per il resto, inoperosi e senza compiti con-creti, e perciรฒ, alla fine, sterile. Al contrario, sperare significa proprio scoprire che cโรจ ancora qualcosa che si puรฒ fare, un compito da assolvere e che non si รจ, perciรฒ, lasciati in balรฌa del vuoto e di una paralizzante inattivitร .
Quandโanche non ci fosse nulla piรน da fare da parte nostra per cambiare una certa situazione difficile, resterebbe pur sempre un grande compito da assolvere, tale da tenerci abbastanza impegnati e tenere lontana la disperazione: quello di sopportare con pazienza fino alla fine. Questo fu il grande ยซ compito ยป che Maria portรฒ a compimento, sperando, sotto la croce, e in questo ella รจ pronta ora ad aiutare anche noi.
Nella Bibbia assistiamo a dei veri e propri sussulti di speranza. Uno di essi si trova nella terza Lamentazione di Geremia. Essa รจ il canto dellโanima nella prova piรน desolante e puรฒ essere ap-plicato quasi alla lettera a Maria ai piedi della croce:
Io sono la persona che ha provato la miseria e la pena. Dio mi ha fatto camminare nelle tenebre, non nella luce; mi ha costruito un muro tuttโintorno perchรฉ non potessi piรน uscire. Se grido e invoco aiuto egli soffoca la mia preghiera. Ho detto: โร sparita la mia gloria, la speranza che mi veniva dal Signoreโ.
Ma ecco il sussulto di speranza che capovolge tutto. A un certo punto, lโorante dice a se stesso: ยซMa le misericordie del Signore non sono finite; dunque in lui voglio sperare! Il Signore non rigetta mai, ma se affligge avrร anche pietร . Forse cโรจ ancora speranza ยป (cf Lam 3, 1-29). Dal momento che il profeta decide di tornare a sperare, il tono cambia: la lamentazione si trasforma in fiduciosa attesa dellโintervento di Dio.
Volgiamo lo sguardo, ancora una volta, a colei che ha saputo stare presso la croce sperando contro ogni speranza. Invochiamo Maria come madre della speranza con le parole di un antico inno della Chiesa:
Salve Mater misericordiae,
Mater Dei, et mater veniae,
Mater Spei, et mater gratiae,
Mater plena sanctae laetitiae,
O MARIA!
Salve , o Madre di misericordia,
Madre di Dio e Madre di perdono
Madre di Speranza e Madre di grazia,
Madre ricolma di santa allegrezza,
O MARIA!
1.Lumen gentium, 58.
2.Imitazione di Cristo, II, 12,3.
3.S. Giovanni Paolo II, Lettera โSalvifici dolorisโ, 23 (AAS 76, 1984, p.231).
4.Lumen gentiun, 61.
5.S. Agostino, Lettere, 535,2,3; 14, 24.
6.Charles Pรฉguy, Le porche du mystรจre de la deuxiรจme vertu, in ลuvres poรฉtiques complรจtes, Parigi 1975, p. 655 s.