โCโERANO ANCHE ALCUNE DONNEโ
I vangeli riferiscono il nome di alcune di esse: Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, Salome, madre dei figli di Zebedeo, una certa Giovanna e una certa Susanna (Lc 8, 3). Venute con Gesรบ dalla Galilea, queste donne lo avevano seguito, piangendo, nel viaggio al Calvario (Lc 23, 27-28), ora sul Golgota osservavano โda lontanoโ (cioรจ dalla distanza minima loro consentita) e di lรฌ a poco lo accompagnano, mestamente, al sepolcro, con Giuseppe di Arimatea (Lc 23, 55).
Questo fatto รจ troppo accertato e troppo straordinario per passarvi sopra in fretta. Le chiamiamo, con una certa condiscendenza maschile, โle pie donneโ, ma esse sono ben piรน che โpie donneโ, sono altrettante โMadri Coraggioโ! Hanno sfidato il pericolo che cโera nel mostrarsi cosรฌ apertamente in favore di un condannato a morte. Gesรบ aveva detto: โBeato chi non si sarร scandalizzato di meโ (Lc 7, 23). Queste donne sono le uniche che non si sono scandalizzate di lui.
Si discute animatamente da qualche tempo chi fu a volere la morte di Gesรบ: se i capi ebrei, o Pilato, o gli uni e lโaltro. Una cosa รจ certa in ogni caso: furono degli uomini, non delle donne. Nessuna donna รจ coinvolta, neppure indirettamente, nella sua condanna. Anche lโunica donna pagana menzionata nei racconti, la moglie di Pilato, si dissociรฒ dalla sua condanna (Mt 27, 19). Certo, Gesรบ morรฌ anche per i peccati delle donne, ma storicamente esse solo possono dire: โNoi siamo innocenti del sangue di costui!โ (Mt 27, 24).
Questo รจ uno dei segni piรน certi dellโonestร e dellโattendibilitร storica dei vangeli: la figura meschina che fanno in essi gli autori e gli ispiratori dei vangeli e la figura meravigliosa che vi fanno fare a delle donne. Chi avrebbe permesso che fosse conservata, a imperitura memoria, la storia ignominiosa della propria paura, fuga, rinnegamento, aggravata in piรน dal confronto con la condotta cosรฌ diversa di alcune povere donne, chi, ripeto, lโavrebbe permesso, se non vi fosse stato costretto dalla fedeltร a una storia che appariva ormai infinitamente piรน grande della propria miseria?
Ci si รจ sempre chiesti come mai le โpie donneโ sono le prime a vedere il Risorto e ad esse viene dato lโincarico di annunciarlo agli apostoli. Questo era il modo piรน sicuro per rendere la risurrezione poco credibile. La testimonianza di una donna non aveva alcun peso. Forse proprio per questo motivo nessuna donna figura nel lungo elenco di coloro che hanno visto il Risorto redatto da Paolo (cf. 1 Cor 15, 5-8). Gli stessi apostoli sulle prime presero le parole delle donne come โun vaneggiamentoโ tutto femminile e non credettero ad esse (Lc 24, 11).
Gli autori antichi credettero di conoscere la risposta a questa domanda. Le donne, dice in un suo inno Romano il Melode, sono le prime a vedere il Risorto perchรฉ una donna, Eva, era stata la prima a peccare! (1) Ma la risposta vera รจ unโaltra: le donne sono state le prime a vederlo risorto perchรฉ erano state le ultime ad abbandonarlo da morto e anche dopo la morte venivano a portare aromi al suo sepolcro (Mc 16,1).
Dobbiamo chiederci il perchรฉ di questo fatto: perchรฉ le donne hanno resistito allo scandalo della croce? Perchรฉ gli sono rimaste vicine quando tutto sembrava finito e anche i suoi discepoli piรน intimi lo avevano abbandonato e stavano organizzando il ritorno a casa?
La risposta lโha data in anticipo Gesรบ, quando rispondendo a Simone, disse, della peccatrice che gli aveva lavato e baciato i piedi: โHa molto amato!โ (Lc 7, 47). Le donne avevano seguito Gesรบ per lui stesso, per gratitudine del bene da lui ricevuto, non per la speranza di far carriera al suo seguito. Ad esse non erano stati promessi โdodici troniโ, nรฉ esse avevano chiesto di sedere alla sua destra e alla sua sinistra nel suo regno. Lo seguivano, รจ scritto, โper servirloโ (Lc 8, 3; Mt 27, 55); erano le uniche, dopo Maria la Madre, ad avere assimilato lo spirito del vangelo. Avevano seguito le ragioni del cuore e queste non le avevano ingannate.
In ciรฒ la loro presenza accanto al Crocifisso e al Risorto contiene un insegnamento vitale per noi oggi. La nostra civiltร , dominata dalla tecnica, ha bisogno di un cuore perchรฉ lโuomo possa sopravvivere in essa, senza disumanizzarsi del tutto. Dobbiamo dare piรน spazio alle โragioni del cuoreโ, se vogliamo evitare che lโumanitร ripiombi in unโera glaciale.
In questo, a differenza che in molti altri campi, la tecnica ci รจ ben poco di aiuto. Si sta lavorando da tempo a un tipo di computer che โpensaโ e molti sono convinti che vi si arriverร . Ma nessuno finora ha prospettato la possibilitร di un computer che โamaโ, che si commuove, che viene incontro allโuomo sul piano affettivo, facilitandogli lโamare, come gli facilita il calcolare le distanze tra le stelle, il movimento degli atomi e memorizzare i datiโฆ
Al potenziamento dellโintelligenza e delle possibilitร conoscitive dellโuomo, non va di pari passo, purtroppo, il potenziamento della sua capacitร dโamore. Questโultima, anzi, sembra che non conti nulla, mentre sappiamo benissimo che la felicitร o lโinfelicitร sulla terra non dipende tanto dal conoscere o non conoscere, quanto dallโamare o non amare, dallโessere amato o non essere amato. Non รจ difficile capire perchรฉ siamo cosรฌ ansiosi di accrescere le nostre conoscenze e cosรฌ poco di accrescere la nostra capacitร di amare: la conoscenza si traduce automaticamente in potere, lโamore in servizio.
Una delle moderne idolatrie รจ lโidolatria dellโโIQโ, del โquoziente di intelligenzaโ. Si sono messi a punto numerosi metodi di misurazione. Ma chi si preoccupa di tener conto anche del โquoziente di cuoreโ? Eppure solo lโamore redime e salva mentre la scienza e la sete di conoscenza, da sole, possono portare alla dannazione. ร la conclusione del Faust di Goethe ed รจ anche il grido lanciato dal regista che fa inchiodare simbolicamente al pavimento i preziosi volumi di una biblioteca e fa dire al protagonista che โtutti i libri del mondo non valgono una carezzaโ (2). Prima di tutti loro san Paolo aveva scritto: โLa scienza gonfia, lโamore edificaโ (1 Cor 8,1).
Dopo tante ere che hanno preso il nome dallโuomo โ homo erectus, homo faber, fino allโhomo sapiens, cioรจ sapientissimo, di oggi โ, cโรจ da augurarsi che si apra finalmente, per lโumanitร , unโera della donna: unโera del cuore, della compassione, e questa terra cessi finalmente di essere โlโaiola che ci fa tanti ferociโ (3).
Da ogni parte emerge lโesigenza di dare piรน spazio alla donna. Noi non crediamo che โlโeterno femminino ci salverร โ (4). Lโesperienza quotidiana dimostra che la donna puรฒ โsollevarci in altoโ, ma puรฒ anche farci precipitare in basso. Anchโessa ha bisogno di essere salvata da Cristo. Ma รจ certo che, una volta redenta da lui e โliberataโ, sul piano umano, da antiche discriminazioni, essa puรฒ contribuire a salvare la nostra societร da alcuni mali inveterati che la minacciano: violenza, volontร di potenza, ariditร spirituale, disprezzo della vitaโฆ
Bisogna solo evitare di ripetere lโantico errore gnostico secondo cui la donna, per salvarsi, deve cessare di essere donna e trasformarsi in uomo (5). Il pregiudizio รจ tanto radicato nella cultura che le stesse donne hanno finito a volte per soccombere ad esso. Per affermare la loro dignitร , hanno creduto necessario assumere atteggiamenti maschili, oppure minimizzare la differenza dei sessi, riducendola a un prodotto della cultura. โDonna non si nasce, ma si diventaโ, ha detto una loro illustre rappresentante (6).
Come dobbiamo essere grati alle โpie donneโ! Lungo il viaggio al Calvario, il loro singhiozzare fu lโunico suono amico che giunse agli orecchi del Salvatore; sulla croce, i loro โsguardiโ furono gli unici a posarsi con amore e compassione su di lui.
La liturgia bizantina ha onorato le pie donne dedicando ad esse una domenica dellโanno liturgico, la seconda dopo Pasqua, che prende il nome di โdomenica delle Miroforeโ, cioรจ delle portatrici di aromi. Gesรน รจ contento che si onorino nella Chiesa le donne che lo hanno amato e hanno creduto in lui quandโera in vita. Su una di esse โ la donna che versรฒ sul suo capo un vasetto di olio profumato โ fece questa straordinaria profezia, puntualmente avveratasi nei secoli: โDovunque sarร predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarร detto anche ciรฒ che essa ha fatto, in ricordo di leiโ (Mt 26,13).
Le pie donne non sono, perรฒ, solo da ammirare e onorare, sono anche da imitare. San Leone Magno dice che โla passione di Cristo si prolunga sino alla fine dei secoliโ (7) e Pascal ha scritto che โCristo sarร in agonia fino alla fine del mondoโ (8). La Passione si prolunga nelle membra del corpo di Cristo. Sono eredi delle โpie donneโ le tante donne, religiose e laiche, che stanno oggi a fianco dei poveri, dei malati di AIDS, dei carcerati, dei reietti dโogni specie della societร . Ad esse โ credenti o non credenti โ Cristo ripete: โLโavete fatto a meโ (Mt 25, 40).
Non solo per il ruolo svolto nella passione, ma anche per quello svolto nella risurrezione le pie donne sono di esempio alle donne cristiane di oggi. Nella Bibbia si incontrano da un capo allโaltro dei โva!โ o degli โandate!โ, cioรจ degli invii da parte di Dio. ร la parola rivolta ad Abramo, a Mosรจ (โVaโ, Mosรจ, nella terra dโEgittoโ), ai profeti, agli apostoli: โAndate in tutto il mondo, predicate il vangelo ad ogni creaturaโ.
Sono tutti โandate!โ indirizzati a degli uomini. Cโรจ un solo โandate!โ indirizzato a delle donne, quello rivolto alle mirofore il mattino di Pasqua: โAllora Gesรน disse loro: โAndate ed annunziate ai miei fratelli che vadano in Galilea e lร mi vedrannoโ (Mt 28, 10). Con queste parole le costituiva prime testimoni della risurrezione, โmaestre dei maestriโ come le chiama un autore antico (9).
ร un peccato che, a causa dellโerrata identificazione con la donna peccatrice che lava i piedi di Gesรบ (Lc 7, 37), Maria Maddalena abbia finito per alimentare infinite leggende antiche e moderne e sia entrata nel culto e nellโarte quasi solo nella veste di โpenitenteโ, anzichรฉ in quella di prima testimone della risurrezione, โapostola degli apostoliโ, come la definisce san Tommaso dโAquino (10).
โAbbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare lโannunzio ai suoi discepoliโ (Mt 28, 8). Donne cristiane, continuate a portare ai successori degli apostoli e a noi sacerdoti loro collaboratori il lieto annuncio: โIl Maestro รจ vivo! Eโ risorto! Vi precede in Galilea, cioรจ dovunque andiate!โ Continuate lโantico cantico che la liturgia pone sulla bocca di Maria Maddalena: Mors et vita duello conflixere mirando: dux vitae mortuus regnat vivus: โMorte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello: il Signore della vita era morto, ma ora รจ vivo e regnaโ. La vita ha trionfato, in Cristo, sulla morte e cosรฌ avverrร un giorno anche in noi. Insieme con tutte le donne di buona volontร , voi siete la speranza di un mondo piรน umano.
Alla prima delle โpie donneโ e loro incomparabile modello, la Madre di Gesรบ, ripetiamo con unโantica preghiera della Chiesa: โSanta Maria, soccorri i miseri, sostieni i pusillanimi, conforta i deboli: prega per il popolo, intervieni per il clero, intercedi per il devoto sesso femminileโ: Ora pro populo, interveni pro clero, intercede pro devoto femineo sexu (11).
Predica del Venerdรฌ Santo 2007 nella Basilica di S. Pietro
(1) Romano il Melode, Inni, 45, 6 (ed. a cura di G. Gharib, Edizioni Paoline 1981, p. 406).
(2) Nel film โCento chiodiโ di Ermanno Olmi.
(3) Dante Alighieri, Paradiso, 22, v.151.
(4) W. Goethe, Faust, finale parte II: โDas Ewig-Weibliche zieht uns hinanโ.
(5) Cf. Vangelo copto di Tommaso, 114; Estratti di Teodoto, 21, 3.
(6) Simone de Beauvoir, Le Deuxiรจme Sexe (1949).
(7) S. Leone Magno, Sermo 70, 5 (PL 54, 383).
(8) B. Pascal, Pensieri, n. 553 Br.
(9) Gregorio Antiocheno, Omelia sulle donne mirofore, 11 (PG 88, 1864 B).
(10) S. Tommaso dโAquino, Commento al vangelo di Giovanni, XX, 2519.
(11) Antifona al Magnificat, Comune delle feste della Vergine.
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