L’amore cristiano è duplice: verso Dio e verso il prossimo. Come si ama Dio? Anzitutto con l’obbedienza agli insegnamenti di Gesù che sono la manifestazione della volontà del Padre celeste. Ovviamente dev’essere un’obbedienza fatta con amore. Con la Grazia dello Spirito Santo dobbiamo arrivare a dire con le labbra e con le opere quello che diceva Gesù: “Il mio cibo è fare la volontà del Padre mio”. Non è figlio di Dio colui che dice: Signore, ti amo, ma lo è colui che fa la sua volontà. L’amore verso Dio ci rende consapevoli che noi abbiamo solo quello che Egli ci dona. Dio è la fonte di ogni dono naturale e soprannaturale.
Niente è nostro.
La consapevolezza del nostro niente davanti a Dio ci rende grati verso Dio e si vive nella gratitudine anche quando Dio ci toglie un dono che ci ha fatto.
La consapevolezza dell’amore di Dio verso di noi peccatori mette sulla nostra bocca parole sincere di lode per lui perchè grande è la sua bontà e misericordia.
L’amore verso Dio ci rende forti evangelizzatori del suo amore per ogni uomo affinché il suo Santo Nome sia glorificato tra gli uomini. Quando ci si sente amati da Dio e c’è lo sforzo continuo di corrispondere al suo amore per noi, c’è l’amore anche verso l’altro, chiunque esso sia.
Si arriva ad amare anche l’altro che non merita di essere amato. Amare l’altro è non giudicarlo, non disprezzarlo, non farlo morire di fame, di sete, di freddo, di solitudine. Amare l’altro è fargli conoscere l’amore di Dio.
Chi dice di amare Dio e non ama il prossimo è un bugiardo. Amen. Alleluia.
P. Lorenzo Montecalvo (Fonte)
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Chi è il mio prossimo?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Parola del Signore.