Il digiuno che si fa non è una virtù, ma solo uno strumento per essere virtuosi. Purtroppo, molto facilmente si cade nella tentazione di amare più il digiuno che la virtù. Digiunando, pensiamo di dare da mangiare al Signore.
Il Signore non mangia e non beve. Perciò Egli vuole che facciamo opere di vita eterna se vogliamo diventare suoi amici.
Il digiuno o tutte le opere di penitenza sono in funzione della carità. Chi digiuna deve avere fame e sete dell’amore di Dio e del prossimo. Il digiuno viene fatto per crescere nella carità, cioè nell’amore soprannaturale. Se digiuni senza il desiderio di crescere nella carità, il tuo digiuno serve solo a perdere peso e non a crescere nella virtù teologica della carità.
Se digiuni a pane e acqua, e non dai da mangiare agli affamati e non dai alle anime il cibo spirituale della Parola di Dio e dell’Eucarestia, non andrai in Paradiso.
Se digiuni a pane e acqua e non dai da bere agli assetati e non dai l’acqua spirituale della grazia, della preghiera e dei sacramenti, non andrai in Paradiso.
Se digiuni a pane e acqua e non dai il vestito a chi è nudo e non dai la veste interiore della purezza di spirito alle anime, non andrai in Paradiso.
Se digiuni a pane e acqua e non vai a visitare gli infermi e non porti le anime nella Chiesa, ospedale per le malattie spirituali, non andrai in Paradiso.
Se digiuni a pane e acqua e non seppellisci in un cuore di misericordia divina le mortificazioni, i torti, le ingiustizie, le offese ricevute e ogni ricordo che possa nuocerti al presente, non andrai in Paradiso.
Lo Spirito Santo viene versato solo nel cuore che vuole amare.
La sobrietà poi è, a mio avviso, il miglior digiuno che si possa fare. La sobrietà è un digiuno che dura un anno intero.
Amen. Alleluia.
P. Lorenzo Montecalvo (Fonte)
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Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5, 33-39
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Parola del Signore