La cecità spirituale è molto più triste di quella fisica. Molti anni fa ho conosciuto una ragazza cieca che, spesso, mi consegnava un suo diario perché leggessi quello che scriveva. Ebbene, devo dire che, da quelle pagine del diario, s’irradiava un grande spirito di speranza, gioia e amore. Leggendo il diario, non trovavo mai parole di tristezza e di lamento per la sua cecità. Era una ragazza solare e piena di luce interiore. Ella non camminava nella tenebra, ma nella luce. Alla luce di Dio vedeva la luce.
C’è molta gente che ha il dono della vista, ma è disperata, angosciata. È gente posseduta da uno spirito immondo che la tenta persino al suicidio.
La cecità spirituale è causata dai seguenti quesiti esistenziali alle quali la gente non sa rispondere: perché sono nato? Da dove vengo? Dove vado? Perché si soffre? Perché si muore? Cosa c’è dopo la morte? Chi è Dio? Se non si danno risposte giuste ed esaustive, l’uomo vive come in una notte senza luce totalmente buia.
Gesù Cristo è il Dio che si è fatto uomo, è morto e risorto per darci le risposte ai precedenti quesiti
IO SONO LA LUCE – ha detto Gesù – Chi segue me non cammina nella tenebra.
C’è una folla immensa che cammina nell’ignoranza dell’amore di Dio. La Chiesa e quindi ogni cristiano autentico non può e non deve stare a guardare senza compassione che questa folla immensa vada a finire nell’abisso dell’inferno. In questo Avvento diamoci da fare nel portare qualcuno alla conoscenza della salvezza di Cristo.
La missione del cristiano è portare la luce di Cristo. Amen. Alleluia.