p. Lorenzo Montecalvo – Commento al Vangelo del giorno – 29 Marzo 2020

Non ho paura del coronavirus. Morire per il coronavirus sarebbe una disgrazia se morissi senza l’unzione dello Spirito Santo.

La morte fisica che avviene con la pienezza della Grazia di Cristo Gesù metterà il mio corpo in una bara e, poi, in un sepolcro, ma, per la misericordia di Dio in cui credo fermamente, metterà la mia anima nel cuore di Gesù. L’uomo ha molto paura della morte fisica quando è morto al mondo soprannaturale.

Certo, anch’io qualche volta ho il brivido della morte, anche perché fra poco compirò 75 anni. Ma, con tutta sincerità, devo dire che, quando mi viene il brivido della morte, non mi angoscio, ma mi attivo ad amare di più il mio Signore e il mio prossimo. Non voglio farmi trovare come le cinque vergini stolte del Vangelo. Poiché lo Sposo tardava a venire, si addormentarono e si fecero trovare senza l’olio dell’amore soprannaturale. E la porta del Paradiso fu loro chiusa. E per sempre. Oggi nelle nostre chiese si parla pochissimo sia del paradiso che dell’inferno. Purtroppo!

Oggi la voce di Gesù dice a tutti coloro che sono morti alla grazia: “Vieni fuori!”. Qual è la tomba in cui ti trovi non da quattro giorni come Lazzaro, ma da molti anni? Senza la vita eterna, anche se mangi e bevi, già sei morto dentro. Perciò, appena lo Stato ti darà il permesso di uscire dalla tua casa, vai subito a confessarti per ricevere la vita eterna. Il coronavirus può portare l’uomo nella bara, ma il peccato lo può portare all’inferno.

Perdonami se oggi sono stato un pò duro. Il buonismo non serve a nulla.

Amen. Amen.

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