Non c’è niente di male nel voler essere il primo nella vita familiare, sociale ed ecclesiale. Il Signore vuole che noi mettiamo a frutto i talenti che ci ha dato con il dono della vita e della fede.
Chi ha deciso di essere primo nell’ambiente in cui vive deve chiedersi quali sono le motivazioni che lo spingono ad essere primo.
Se non cerchiamo di glorificare Dio e di beneficare il prossimo, le motivazioni potrebbero essere queste:
(1) L’ambizione di essere stimato, esaltato e glorificato dalla gente come persona brava, sapiente e intelligente. Ciò procura un grande piacere all’io. Per questo motivo la persona ambiziosa non è disposta a rivelare e condividere il segreto del suo successo per paura che qualcuno potrebbe diventare migliore di lui.
Non siamo chiamati ad essere bravi, ma buoni. A cosa serve per la vita eterna essere stimato scienziato e poi andare all’inferno?
(2) La seconda motivazione che è quella più cattiva è di avere il potere di comandare per poter decidere cosa fare di una persona. Il comando senza l’amore cristiano è diabolico. Comandare è dire, a volte con tono minaccioso, a persone: “Vieni qui…vai là…fai questo e fai quello”.
Il comandare è piacevole all’uomo ambizioso. Ecco perché spesso per arrivare ad essere il primo usa anche mezzi disonesti, ma, come mi piace dire, chi briga per arrivare a comandare è destinato a cadere con la bocca nella polvere.
Il Signore abbassa i superbi e innalza gli umili, dice la Parola di Dio.
Chi ha orecchio per intendere intenda.
Amen. Alleluia.