Una volta, un membro della parrocchia, che io dovetti lasciare più di tre anni fa, parlò così bene del significato dell’Eucarestia che il vescovo di Napoli mi chiese dove avesse studiato teologia. Ed io gli risposi: “Qui in parrocchia facendo un cammino di fede” il Vescovo rimase molto meravigliato. L’autorità di evangelizzare non ci viene da una laurea in teologia, ma dall’intima unione con Dio. Ci sono vescovi, preti e professori di teologia che, quando parlano di Dio ti fanno venire il sonno. Ma vi posso assicurare che non è il sonno dello spirito.
I Faresei e gli Scribi (molti di loro erano anche sacerdoti) vedendo e ascoltando Gesù che insegnava le realtà del cielo in maniera divina, s’indignarono contro di Lui perché, non appartenendo alla classe dei docenti, non aveva nessuna autorità di insegnare le cose del cielo. Non avevano capito che l’autorità di Gesù veniva dall’alto. Infatti all’inizio del suo ministero, Gesù disse: “Lo Spirito del Signore è su di me e mi ha inviato a predicare il Vangelo ai poveri in spirito”. Lo Spirito del Signore non scende solo sul clero, ma su tutti quelli che accolgono con fede Gesù.
Noi del clero dobbiamo gioire quando un fedele annuncia non solo la parola del Vangelo, ma anche lo spirito del Vangelo. Ho incontrato cristiani che, senza aver frequentato facoltà teologiche, mi hanno fatto sussultare di gioia quando hanno parlato delle meraviglie di Dio con un linguaggio vivo, efficace e tagliente.
Che lo Spirito Santo susciti nella Chiesa un diluvio di santi e opere sante! Amen. Alleluia.