Davanti a Dio, amore fedele ed eterno, il divorziato risposato è un adultero. Per questo motivo, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, il divorziato risposato non può ricevere la Comunione poiché vive nel peccato, come ci dice Gesù nel Vangelo di oggi.
Una volta chiesi a una donna che aveva subito il divorzio: “Perché porti ancora al dito l’anello matrimoniale?”. Mi rispose dicendo: “Davanti a Dio e alla Chiesa sono ancora sposata con mio marito”. Il mondo le direbbe che è stolta, ma sono certo che davanti a Dio è santa. Chi subisce il divorzio ha una croce pesante da portare se rimane solo/a.
Chi chiede il divorzio significa che non vuole portare la croce dell’amore. Amare per sempre è solo dell’uomo spirituale. L’amore coniugale delle coppie cristiane non è uno scherzo. Se i coniugi cristiani non pregano insieme, non rimarranno uniti nell’amore. Il divorzio è una piaga che sta diventando sempre più profonda e larga in questa generazione. Il divorzio sta procurando ferite indicibili nei figli dei divorziati. Per vivere da marito o moglie fedele ci vuole molta pazienza. La prima caratteristica dell’amore è proprio la pazienza.
In questi ultimi giorni sto avendo molti colloqui con donne e uomini sposati. Tutti si lamentano del proprio coniuge dicendo che, in questo tempo di reclusione, la convivenza è molto difficile. Amare non è facile. Senza vita spirituale il matrimonio diventa impossibile. Amen. Alleluia.
AUTORE: p. Lorenzo Montecalvo
FONTE: https://www.lodeate.it/il-granellino-mt-527-32-3/
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