Nel periodo del Natale si usa โ anche tra i non credenti โ accendere tante luci. Le cittร e le case, illuminate dalle candele o da altri lumi, esercitano un fascino su tutti; ma per noi cristiani queste luci rimandano alla nascita di Gesรน. Cosรฌ cantiamo Cristo luce nel prefazio della s. messa di Natale: โnel mistero del Verbo incarnato รจ apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore, perchรฉ conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtร invisibiliโ.
Abbiamo proclamato il prologo del Vangelo di Giovanni. La pericope, come nessun altro scritto sacro, penetra il mistero di Gesรน Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. L’apostolo adotta un concetto della filosofia greca, โlogos/verboโ, sul quale sviluppa il suo discorso. Ma l’apostolo non formula un discorso filosofico, bensรฌ teologico: Dio si rivela attraverso l’apostolo. โIn principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dioโ (Gv 1,1.2). Secondo il grande interprete di Giovanni ev., s. Agostino, le quattro parti di questa sentenza, che apre il vangelo, sono una professione di teologia trinitaria, considerando che il Principio รจ Dio โ Padre, presso il quale รจ il Verbo, ovvero il Figlio, e il verbo essere sta per lo Spirito, che comunica tra il Padre e il Figlio (q. 63 in Ev.).
Invero, lo stesso Agostino confutรฒ le dottrine eretiche, che sostenevano l’inferioritร del Figlio di Dio rispetto al Padre, basate sull’idea della generazione umana, ovvero, del figlio che succede al padre. In Dio non c’รจ successione di tempo. Dio non muta: fin da principio Dio รจ uno e trino (s. Agostino ibi).
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Dalla โteologia trinitariaโ Giovanni passa alla โteologia della creazioneโ: โtutto รจ stato fatto per mezzo di luiโ (1,3a). In realtร , il termine filosofico logos sta per ragione, o senso dell’essere e per l’ordine divino che comprende tutto il creato nell’unitร . Leggiamo nella Genesi, che per la sola Parola di Dio il cielo e la terra sono stati creati in perfetta concordia (Gen 2,1). Nasce perรฒ un dilemma a proposito dell’espressione: โ…senza di lui nulla รจ stato fatto di ciรฒ che esisteโ (1,3b).
Vale a dire, o bisogna negare l’esistenza del male oggettivo (il che evidentemente รจ impossibile), oppure bisogna attribuire al Verbo degli โerroriโ, tra tutto ciรฒ che รจ stato fatto per mezzo di lui? I Padri hanno dato due risposte a questo dilemma:
- Moralmente parlando, โerroreโ coincide con โpeccatoโ. Ma Dio non pecca. Il peccato รจ dell’uomo, che abusando della propria libertร adopera le realtร create da Dio per fini cattivi, provocando in tal modo i mali.
- Esistenzialmente, il male significa โannullamento del beneโ. Ma tale annullamento, ossia distruzione di ciรฒ che esiste, non viene da Dio, bensรฌ dall’uso delle realtร create in contrasto con la Legge divina (cfr. s. Agostino, tract I in Io).
L’apostolo segue il concetto tradizionale dei tre piani della creazione, inanimata, animata e razionale, tutti dipendenti dal Verbo. Cosรฌ egli prosegue: โIn lui era la vita…โ (1,4a). Solo brevemente viene accennata la creazione della flora e della fauna, che ricevono il principio vitale dal Verbo; e notiamo a proposito, che anche l’uomo appartiene all’โecosistemaโ delle creature animate.
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Ma solo all’uomo il Verbo dร un privilegio inestimabile: โla vita era la luce degli uominiโ (1,4b). Lo Spirito รจ la vita di Dio. Egli dร il soffio vitale agli innumerevoli esseri viventi. Questo stesso Spirito divino diventa per l’uomo luce, cioรจ, conoscenza di Dio, intelligenza dell’azione di Dio nella creazione e nella storia. Dunque, non si intende evidentemente la luce cosmica โ anche gli animali irrazionali vedono tale luce โ, ma si intende la Luce di cui lo stesso autore scrive altrove: โDio รจ luce, in lui non ci sono tenebreโ (1Gv 1,5).
Vale a dire, l’uomo รจ stato creato per conoscere Dio, per amarlo e collaborare con Lui per la creazione di un mondo, che rispecchia la bellezza eterna di Dio. Spesso nella storia si verifica una lotta tra la luce e le tenebre, ossia di tanti mali e sofferenze. Cosรฌ a questo punto nel Vangelo inizia la โteologia della salvezzaโ: โVeniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomoโ (1,9).
Dal momento che nella storia del mondo si moltiplicano le luci false, la Luce divina (invisibile) si รจ resa visibile: il Figlio di Dio ha rivestito la natura umana ed รจ venuto in questo mondo. Giovanni descrive l’amara esperienza storica, della chiusura dei giudei contemporanei di Gesรน, ma prevede giร anche l’ingratitudine e il rifiuto delle generazioni future, anche della nostra di oggi: โEra nel mondo e il mondo รจ stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accoltoโ (1,10.11).
I Vangeli raccontano diversi miracoli di guarigioni dei ciechi. Sono segni, che indicano Cristo come Colui che รจ venuto per guarire la vera cecitร dell’uomo. In realtร l’uomo รจ divenuto cieco: non riconosce Dio, per la sua disobbedienza alla sua Legge. Cristo guarisce l’uomo da questa cecitร . Anche noi abbiamo bisogno di tale guarigione: la Parola di Cristo ci illumina per il vero, il giusto e il buono da conseguire, i suoi sacramenti ci nutrono per il nostro pellegrinaggio verso la vita eterna.
Ancora oggi rimangono nel mondo molti e grandi mali. Un Dio che sembra quasi impotente davanti ai grandi drammi dell’umanitร costituisce uno scandalo per i non credenti. Il โmistero dell’iniquitร โ รจ di fatto irrisolvibile per i non credenti. Ma i credenti riconoscono che con la sua incarnazione Cristo ha giร vinto il male; per la fede essi seguono Cristo; il Suo Spirito li rigenera come figli di Dio: โA quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nomeโ (1,12).
Anche i credenti dovranno affrontare le โtenebreโ dell’ingiustizia, delle avversitร e persino persecuzioni, come Cristo le ha incontrate, ma nessuna avversitร potrร separarli dall’amore di Cristo (Rm 8,39). Attraverso la preghiera e la liturgia della Chiesa possono contemplare la gloria di Cristo, e alla gloria del Capo, Cristo, si aggiunge e si moltiplica la gloria delle membra del suo corpo mistico, ovvero, dei santi della Chiesa.
Preghiamo Cristo, Re glorioso, che doni alla Chiesa nuovi santi, testimoni della luce, che possano illuminare le tenebre del mondo di oggi.
Fonte: “Testimoni della Luce” – questa rubrica a cura di P. Joseph Heimpel, ocd nasce con lโidea di pubblicare meditazioni sul Vangelo festivo, sulla vita cristiana e su questioni attuali, attinenti all’obiettivo principale. Canale Telegram @carmelitanicentroitalia