Troviamo di frequente nella S. Scrittura, dell’AT e NT, l’immagine del pastore e delle pecore, che descrive il rapporto tra il popolo e le sue guide incaricate da Dio. In ultima analisi Cristo รจ il โBuon Pastoreโ, che guida l’umanitร all’ovile celeste (cfr. Gv 10,1ss.); e il Buon Pastore dร ai suoi discepoli il compito pastorale: โpasci i miei agnelli, pasci le mie pecoreโฆโ (Gv 21,15ss.).
L’evangelista Marco delinea nel VI capitolo un quadro generale del annuncio evangelico. Gesรน manda i suoi discepoli per annunciare il suo Regno, per scacciare gli spiriti maligni e curare ogni infermitร nel popolo, come abbiamo sentito nel Vangelo della domenica scorsa. Vale a dire, Egli manda i discepoli come suoi rappresentanti per cooperare alla sua opera di salvezza. Ed Egli li manda in un mondo ostile, dove spesso sembra che prevalga il male, l’arroganza e la persecuzione.
In seguito al racconto dell’invio dei discepoli Marco riporta infatti l’episodio del martirio di Giovanni Battista, ordinato dal re-tiranno Erode. I pastori e predicatori della Chiesa devono spesso affrontare l’ostilitร e la chiusura del mondo. Dopo la parentesi del martirio del Battista, Marco racconta il momento del ritorno dei discepoli da questa prima missione di โevangelizzazioneโ: โโฆ si riunirono attorno a Gesรน e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnatoโ (6,30).
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L’evangelista non dร dei particolari storici di questa โcondivisioneโ degli apostoli. Ne possiamo trovare alcuni negli Atti e nelle Lettere degli Apostoli. Ma intanto la costruzione della sentenza di Marco giร mostra un aspetto fondamentale dell’evangelizzazione: occorre che il pastore e predicatore prima faccia e poi annunci, mediante la parola, ciรฒ che Gesรน ha fatto e insegnato.
Segue poi un passaggio molto bello, che esprime la tenera, paterna, preoccupazione di Gesรน per i discepoli: โ egli disse loro: Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un poโ (6,31).
ร vero, Gesรน รจ esigente con i discepoli, per quanto riguarda l’opzione della povertร e della rinuncia al mondo, come abbiamo sentito nel Vangelo della domenica scorsa. Ma al contempo Egli conosce bene i loro limiti e bisogni umani. I discepoli non possono lavorare e faticare ininterrottamente. Fa parte dell’umiltร , quale virtรน morale, necessaria per l’evangelizzatore, riconoscere il proprio limite e bisogno di riposo. Cosรฌ Gesรน porta i discepoli in barca all’altra riva del lago di Genesaret.
Ma, cosรฌ riferisce l’evangelista: โmolti li videro partire e capirono, e da tutte le cittร accorsero lร a piedi e li precedettero โ (6,32s.). Il dettaglio storico contiene un significato teologico, ovvero: anche il limite umano degli annunciatori del Vangelo contribuisce all’evangelizzazione delle genti. Il ritiro di Gesรน e dei suoi discepoli spinge le folle ad โseguirliโ, anzi, le โfolleโ, correndo a piedi, precedono Gesรน e gli apostoli.
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ร una condizione, per entrare nel Regno di Cristo, uscire dalle proprie comoditร e sicurezze; รจ necessario, per essere salvati, di fare il cammino, spesso faticoso, di fede, โprecedendoโ quasi gli evangelizzatori, con il desiderio ardente di incontrare Cristo. Di qui nuovamente l’espressione della tenerezza paterna di Gesรน, questa volta per la folla accorsa: โSceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perchรฉ erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte coseโ (6,34).
L’immagine delle pecore disperse, senza pastore, era giร ricorrente nei profeti (cfr. Ger 23; Ez 34); essa descrive la condizione degli uomini che non conoscono Cristo. Le pecore disperse sono facile preda delle bestie selvatiche, esse moriranno di fame e di stenti. Gesรน รจ il โBuon Pastoreโ, pieno di amore e di compassione per le folle. Il cammino faticoso di ricerca di Gesรน apre i loro cuori alle Sue parole. Ogni uomo ha bisogno della parola di Dio, per vivere, come giร Mosรจ ha insegnato gli Israeliti nel deserto: โnon di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca del Signoreโ (cfr. Dt 8,3).
Il primo e piรน importante compito della Chiesa รจ pertanto: amministrare e dispensare la Parola di Dio. Le โmolte coseโ che Gesรน insegna alle โfolleโ di sempre, anche ai popoli nel tempo di oggi, sono quelle riportate nei Vangeli e anche quelle che lo Spirito di Cristo suscita continuamente nel Magistero apostolico. Non รจ solo una semplice replica dei comandamenti di Mosรจ e delle tradizioni degli antichi, come l’avrebbero fatta gli scribi e i farisei. Gesรน fa conoscere a coloro, che lo ascoltano, l’amore di Dio, la sua misericordia, tenerezza e bontร ; e insieme insegna loro anche i suoi comandamenti e consigli, che sono la via per seguire Cristo e per ricevere questi doni di Dio.
In veritร , la parola, che Gesรน rivolge alle folle, รจ capace di radunare le pecore disperse nell’โovileโ di Cristo โ che dovrebbe essere la Chiesa, comunitร dei credenti (cfr. Gv 10,16). La parola di Cristo supera le barriere dell’ingiustizia, dell’odio, del rancoreโฆ, che dividono i singoli e i popoli. San Paolo dichiara nel brano della Lettera agli Efesini, che abbiamo ascoltato nella seconda Lettura: โEgli รจ la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioรจ lโinimicizia, per mezzo della sua carneโฆ Cosรฌ egliโฆ ha creato in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso lโinimicizia. Egliโฆ annuncia la pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini โ (Ef 2,14ss.).
Dalla comunione con Dio, attraverso la parola di Cristo, nasce la comunione tra gli uomini. Lungo la storia del cristianesimo i santi predicatori hanno saputo pacificare sanguinosi conflitti, con l’annuncio della Parola di Cristo. Egli doni anche oggi ai pastori della Chiesa di poter superare i muri di separazione e di inimicizia che dividono i popoli.
Quando ha Gesรน ha terminato di insegnare alla folla guarisce i loro malati (come Matteo e Luca raccontano) e, infine, vedendoli affamati, li sfama con i pani miracolosamente moltiplicati (6,31ss.). Con ciรฒ Gesรน indica i ministeri diaconali delle comunitร ecclesiali. Nessuna persona deve mancare di sostentamento materiale. I ministri della Chiesa devono amministrare e dispensare a tutti i bisognosi i doni, materiali e spirituali, di Dio.
ni di Gesรน] sono stati scritti perchรฉ crediate che Gesรน รจ il Cristo, il Figlio di Dio, e perchรฉ, credendo, abbiate la vita nel suo nomeโ (20,31). Cristo doni ai pastori della Chiesa e alle comunitร ecclesiali di proclamare le sue parole e i suoi segni nel mondo e di essere autentici luoghi di incontro con Dio.
Fonte: “Testimoni della Luce” – questa rubrica a cura di P. Joseph Heimpel, ocd nasce con lโidea di pubblicare meditazioni sul Vangelo festivo, sulla vita cristiana e su questioni attuali, attinenti all’obiettivo principale. Canale Telegram @carmelitanicentroitalia