Tutti noi ci ricordiamo di quando, a scuola, tentavamo di risolvere una espressione o una equazione. Capitava di sbagliare un piccolo segno, un meno o un più. E i numeri cominciavano a diventare sempre più grossi. Noi naturalmente con grandi sforzi, e sperando sempre nel fatto che poi si poteva semplificare, continuavamo la nostra espressione. Fino ad arrivare alla fine ad una x = un numero orrendo. Un piccolo segnetto, un piccolo errore che però ci portiamo dietro e diventa sempre più grosso.
La nostra vita rischia tante volte di cadere nello stesso tranello: facciamo dei piccoli errori, cominciamo a scusarli, non li correggiamo, speriamo che nel futuro qualcosa cambierà, ci arrabattiamo, diamo la colpa alle situazioni e agli altri, continuiamo a commettere errori che ci possano servire per coprire i precedenti, ce la prendiamo con Dio, ci chiudiamo sempre più in noi stessi, alziamo delle belle corazze, ci nascondiamo e peggioriamo.
La solennità di oggi, la solennità dell’Immacolata, è la solennità di Dio che ci cerca e ci grazia. Nel giardino dell’Eden, dopo il peccato di Adamo, Dio scende come al suo solito a camminare, Adamo si è nascosto per la vergogna perché si è accorto di essere nudo, Dio chiede: “Dove sei?”. Dio viene a cercarci per graziarci. Per riempirci di grazia come Maria, per riempirci di amore misericordioso e gratuito come è stato per Maria.
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Due atteggiamenti: l’atteggiamento di peccato di Adamo che si sente braccato, fugge, si nasconde, dà la colpa alla sua compagna Eva, se la prende con Dio, ma non ammette il suo errore. Si allontana da Dio e Dio non può che prendere atto di questo, pur non smettendo mai di inseguire l’uomo lungo l’arco della storia per potergli comunicare il suo amore. Maria, la graziata, la piena di grazia, non fugge da Dio ma riconosce le sue incapacità: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Dio risponde: “Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio…”.
In entrambi i casi Dio è presente con la sua grazia: Dio ha messo Adamo nel paradiso perché potesse godere della sua vicinanza; Dio va incontro a Maria con la potenza della sua grazia. Nel primo caso vediamo Adamo che comincia a dubitare di Dio, comincia a non fidarsi, comincia a volere diventare come lui, ad essere lui a determinare la propria esistenza non seguendo più alcun valore, crede di potere diventare come Dio. Questo atteggiamento, un piccolo meno anziché un piccolo più, provoca l’allontanamento da Dio fino alla rottura con lui, al nascondimento, all’incolpare Eva e il serpente, ad incolpare Dio stesso: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato” (Gen 3,12).
Maria riconosce la sua povertà e la sua pochezza e evidenzia il suo turbamento, la sua impossibilità ad essere e a fare… Non temere… Lo Spirito santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”.
Comunque sia: il Signore quest’oggi dice ad ognuno di noi “Dove sei?”; ci viene a cercare; sa che non riusciamo da soli ad uscire dai nostri circoli viziosi ossessivi e/o peccaminosi.
Dice Lutero:
“Questa è la natura del peccato: che se Dio non offre rimedio e non richiama il peccatore, egli senza fine fugge da Dio e, mentendo per scusare il peccato, aggiunge peccato a peccato finché non arriva alla bestemmia e disperazione. Così il peccato trae sempre seco un altro peccato e provoca eterna rovina, fino al punto che l’uomo peccatore finisce con l’accusare Dio piuttosto che riconoscere il proprio peccato… e in tal modo il peccato cresce all’infinito, se Dio non viene in soccorso con la sua misericordia”.
Ebbene noi sappiamo che Dio viene a cercarci: “Dove sei?”. Oggi, la festa dell’Immacolata Concezione, è una festa che ci interessa profondamente, non è solo una festa celebrativa di una che è stata più brava o più fortunata di noi, è la festa del Dio che viene a cercare ognuno di noi per graziarci, per ridonarci la sua grazia di amore gratuito e misericordioso.
Smettiamola di fuggire da Lui, di aggiungere negatività a negatività, lasciamo che lui metta mano alle nostre espressioni matematiche di vita, lui non solo ci indicherà l’errore ma lo guarirà.
Allora si avvererà la profezia di Pietro che vi saranno cieli nuovi e terra nuova dove avrà stabile dimora la giustizia. Allora finalmente tutti concordi, diventeremo capaci di partecipare alle gioie e ai dolori degli altri, saremo animati da affetto fraterno, saremo misericordiosi, non renderemo male per male, né ingiuria per ingiuria, ma risponderemo benedicendo. Allora saremo capaci di trattenere la lingua dal male e le labbra da parole di inganno; eviteremo il male e faremo il bene; cercheremo la pace e la seguiremo. Perché? Perché gli occhi del Signore saranno sopra di noi e le sue orecchie saranno attente alle nostre preghiere.
Finalmente accettando di essere graziati, accettando di avere bisogno di Colui che unico può sbrogliare la matassa e la ragnatela della nostra vita, sprigioneremo nella libertà quella capacità di amore e di misericordia che proviene dal nostro Dio.
Facciamo festa oggi, in qualsiasi situazione di vita noi ci troviamo, perché grande è il suo amore e la sua attenzione gratuita per noi!!!
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