p. Giovanni Nicoli โ€“ Commento al Vangelo del 5 Marzo 2019

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Siamo tutti un poโ€™ cammelli, per bene che vada siamo dromedari con una sola gobba. A volte abbiamo le gobbe un poโ€™ sgonfie ma spesso le abbiamo ben gonfie di noi stessi, non di acqua di scorta per la vita. Le gobbe per il cammello sono vita perchรฉ รจ scorta di acqua, ma per noi uomini queste gobbe ci parlano di ben altro.

Abbiamo tutti bisogno di sgonfiare le nostre gobbe per ricercare e ritrovare una modalitร  di essere e di vivere che ci parli di umano. Sgonfiare le gobbe รจ un atto di amore che dice libertร . Le nostre gobbe sono piene dei nostri idoli a cui ognuno di noi รจ chiamato a dare il suo nome proprio. Le nostre gobbe sono trave nellโ€™occhio che ci acceca sulla veritร  di quello che siamo e ci spinge sempre di piรน a perderci dietro la pagliuzza dellโ€™occhio del fratello. Le gobbe sono la nostra cecitร  da cui siamo chiamati a liberarci per potere ritornare a vedere e a perdere la pretesa di essere guide, magari cieche, che conducono altri ciechi: dove andremo a finire?

โ€œEcco noi abbiamo lasciato tuttoโ€, dice Pietro a Gesรน, quasi con la pretesa di avere indietro qualcosa. Quando noi lasciamo qualcosa la tentazione che continuamente bussa alla nostra porta รจ quella di potere riprendere indietro qualche pezzettino che, un poโ€™ alla volta, ci permette di riacquistare il tutto e magari qualcosa di piรน. Il lasciare รจ cosa buona ma รจ cosa che chiede di essere reiterata in ogni momento. Ciรฒ che abbiamo sempre fatto e sempre avuto, continua a bussare alla porta del nostro cuore perchรฉ noi lo possiamo riprendere indietro. Lasciare per finta รจ la prima fonte di schiavitรน, magari dopo avere fatto una scelta di libertร .

Se lasciamo per sacrificio, se lasciamo per avere la vita eterna, noi siamo da compiangere piรน di tutti. Fare sacrificio significa fare cosa sacra, dunque scelta di libertร , non รจ un fioretto o un sacrificio nel senso che a questo termine noi diamo comunemente. Fare cosa sacra รจ rendere sacra la nostra vita e ciรฒ che fa sacra la nostra vita รจ quella umanizzazione della stessa, come risposta alla disumanizzazione con cui ci imbattiamo ogni giorno, che si gioca nella libertร  di essere che si concretizza poi nella libertร  dalle cose.

Non mi interessa essere libero di andare da una parte o dallโ€™altra o di essere libero di fare una cosa anzichรฉ unโ€™altra: troppa illusione รจ nascosta sotto la pelle di queste realtร . Questa non รจ libertร  che sgonfia le nostre gobbe cammellesche. Mi interessa di fare quello che la vita mi riserva, vivendolo con amore, con un cuore libero, senza pretese di avere nulla in contraccambio. Vivere questa libertร  che si concretizza nel lasciare senza ricercare nulla, รจ permettersi di scoprire la bellezza insita in ogni situazione di vita. La ricerca di questa bellezza e la scoperta della stessa, non รจ finalizzata a vivere una sorta di illusione ottimistica, รจ invece un atto di fede che si concretizza nellโ€™amare quello che ti viene dato da vivere con la coscienza che lรฌ Dio Padre vive e lรฌ Lui ha messo il suo marchio. Nel cuore di ognuno cโ€™รจ stampato da sempre il volto del Padre. รˆ nascosto da mille gobbe? A noi scoprirlo al di lร  delle mille gobbe.

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La scelta di lasciare, la scelta di avere e di essere di meno, la scelta di abbandonare le tante cose che affollano la nostra esistenza, non ha niente di dovere, รจ semplicemente una scelta bella che ha in sรฉ un seme buono che chiede solo di essere accolto nella semina per potere fare il suo lavoro: diventare ciรฒ che รจ germogliando.

Le gobbe fanno ombra, le gobbe oscurano, le gobbe ci danno false sicurezze, le gobbe ci fanno dimenticare il desiderio dellโ€™oasi, le gobbe sono fonte di quella autonomia illusoria che non porta da nessuna parte. Forse รจ tempo di smetterla di fare i cammelli, utili nel deserto, ma senzโ€™altro meno utili e meno belli del cavallo. Ma nel deserto? Nel deserto il cammello รจ utile per portare roba. Se vogliamo vivere il deserto in libertร  รจ tempo di contemplare il cavallo. Quel cavallo arabo, antico quanto stupendo, che non ti abbandona mai neanche nel deserto e che serve per camminare, per andare, per galoppare. Cavallo bello e vivace, vigoroso e intelligente. Ti porta a destinazione per altre vie.

Ma al di lร  di questa bellezza: lui continua a cercare lโ€™oasi, non ha scorta di robe, ma galoppa fino alla fine verso la meta prefissata. รˆ simbolo di bellezza e di libertร . Lasciamo le nostre gobbe di false sicurezze e, senza nostalgie di sorta, mettiamoci per via, sulle vie del deserto, magari in groppa ad un bel cavallo arabo che ci parla di una bella resistenza fisica che dice passione e perseveranza, costanza e speranza paziente.

Cominciamo il nostro deserto quaresimale lasciando il carnevale bello dietro a noi: cโ€™รจ ben altro che ci aspetta. Buon cammino di deserto.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte โ€“ Scuola Apostolica Sacro Cuore

Vangelo del giorno:

Mc 10, 28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesรน: ยซEcco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguitoยป. Gesรน gli rispose: ยซIn veritร  io vi dico: non cโ€™รจ nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva giร  ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrร . Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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