Credo sia importante quanto il vangelo di oggi ci suggerisce. Ciรฒ che รจ importante รจ fare la volontร del Padre, questo รจ un modo di costruire sulla roccia. Ma ciรฒ che ci inganna, molte volte, รจ confondere la volontร del Padre con quello che facciamo ogni giorno con lโidea che sia cosa buona, mentre invece รจ ingannevole.
A ben guardare il nostro tempo di tutti i giorni รจ utilizzato da noi per fare cose buone: ci alziamo, andiamo a lavorare, accudiamo i figli, siamo attenti alla famiglia e alla casa, continuiamo a cercare il bene anche se di frutti ne vediamo pochi. Tutte cose buone che rischiano di essere ingannevoli se le viviamo come idoli del nostro fare e non come bene che noi viviamo.
Di questa dinamica ingannevole ce ne accorgiamo quando vi sono dei fallimenti. Quando il popolo di Israele vide crollare tutte le cose belle che aveva fatto e diminuire la sua potenza e la sua bravura, il profeta Isaia scrive: โIn quel giorno โ quello del fallimento โ si volgerร lโuomo al suo creatore e i suoi occhi guarderanno al Santo di Israele. Non si volgerร agli altari, lavoro delle sue mani; non guarderร ciรฒ che fecero le sue dita, i pali sacri e gli altari per lโincensoโ (17, 4-8).
Confondere quello che facciamo come fine del nostro esistere รจ ingannevole. Piรน ci impegniamo in questo ingannevole bene apparente e piรน ci dividiamo, di conseguenza litighiamo su tutto senza mai volgere lo sguardo dalla parte giusta. La giusta direzione รจ: guarderanno al Santo di Israele, non staranno a contemplare il lavoro delle proprie mani, anche quel lavoro che noi facciamo per la chiesa e per il Regno, volgeranno lo sguardo al Creatore. ร, detto in altri termini, quanto succede fra persone che si vogliono bene: il rischio รจ di guardare piรน a quello che faccio per lโaltro piuttosto che guardare agli occhi e al cuore dellโaltro. Faccio passare la mia relazione per cose e regali anzichรฉ vivere il tempo e la gratuitร di affetto con lโaltro. Cosรฌ ci riempiamo la casa di cose e ci svuotiamo il cuore che diventa sempre piรน arido. Questo รจ costruire sulla sabbia, non certo sulla roccia.
Ci accorgiamo di questo fatto? Ci rattristiamo? Ci sentiamo in colpa? Ci diciamo incapaci di bene? Tutte cose che non servono a nulla. Accorgerci che qualcosa รจ sbagliato รจ invito, per il Padre, a correggere il tiro. Non gli interessano i risultati. Non interessa neppure, alla Madre, il passato ricordato come colpa e come esperienze e fatti negativi. A Lui interessa noi: il suo sguardo รจ tutto su di noi, non sulle nostre opere belle o brutte che siano, giuste o sbagliate.
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Questa sapienza Paterna รจ liberante e strada di amore perchรฉ non ci schiavizza al lavoro delle nostre mani, non ci obbliga a dei risultati, ci libera per una relazione sempre piรน aperta e viva. Essere attenti al risultato รจ schiavitรน al Maligno, non relazione di amore col Padre. Per Dio nostra Madre noi non siamo fatti per il fallimento, per il bene apparente, per essere schiavi di passati omicidi che ti condannano ad essere incapaci di potere essere diversamente. La Madre non รจ interessata alla psicogenesi, anche se ha una sua importanza, รจ interessata alla vita di oggi. Essere schiavi della propria psicogenesi รจ maledizione non benedizione. Il Padre non ci ha fatti per il fallimento, per quante noi ne possiamo avere combinate. Guardare al proprio passato in modo negativo รจ costruire sulla sabbia. Se vogliamo fare qualcosa di bello e di buono, meglio se vogliamo essere qualcosa di bello e di buono, impariamo a ridere, in senso bello e buono, del nostro passato. Tutto รจ nelle mani della Madre, accogliamo il suo sguardo come invito alla cosa buona basata sulla roccia della bellezza della vita.
Costruire sulla roccia liberi da schiavitรน passate o da schiavitรน dellโoggi basato sui risultati, รจ scelta di libertร mai fatta una volta per sempre. A ben guardare quando noi ci mettiamo a fare il bene il primo sentimento che ci accompagna รจ quello di dire โio non ce la faccioโ; poi passiamo allโaltro pensiero che รจ โma tutto questo non รจ fatto per meโ; da ultimo, la ciliegina sulla torta, โforse tutto questo non รจ neanche beneโ! A causa di ciรฒ la mia scelta di bene diventa una tristezza unica. Ne consegue che quella cosa bella e buona che volevo fare, la faccio in modo triste, la faccio male confermando che in fondo io non posso essere bene. Cosรฌ diventiamo sempre piรน bravi a fare bene il male, quel male che si fa con il gran bene fatto male.
Vivere in modo libero quanto siamo e facciamo, รจ una strada su cui camminare, non corta (dura per tutta la vita) e non facile, ma รจ senzโaltro una strada vera anche se ci sembra poco reale. Prima cosa, dunque, non vivere in modo idolatrico le cose che facciamo: non sono lo scopo della vita. Secondo vivere con gioia lโintuito di bene che anche grazie alla Parola ci sovviene, non preoccupandoci dei risultati quanto invece di vivere bene quella relazione con il fratello e con le cose senza farci prendere dallโillusione maligna piena di dubbi e di giustificazioni nellโoggi come nel passato.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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Chi fa la volontร del Padre mio, entrerร nel regno dei cieli.