p. Giovanni Nicoli โ€“ Commento al Vangelo del 4 Giugno 2023

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Oggi รจ la solennitร  della santissima Trinitร . Il vangelo che ci viene proposto puรฒ lasciarci un poโ€™ perplessi perchรฉ la Trinitร  non viene nominata, manca lo Spirito santo che non viene nominato. Tuttavia lo possiamo considerare un testo trinitario perchรฉ nel Nuovo Testamento dove due persone sono poste sul medesimo livello, come ad esempio qui il Padre e il Figlio, si entra nella prospettiva trinitaria.

Lโ€™elemento che salta subito allโ€™occhio, di questo brano evangelico, รจ il fatto che Dio si presenta come uno scervellato. รˆ uno senza alcun ritegno e senza alcun senso pratico. Il nostro Dio รจ matto e non ragiona. Egli infatti รจ talmente innamorato dellโ€™uomo da perdere la testa. Il nostro Dio รจ peggio di una donna: pensa con il cuore, pensa con la pancia, pensa con lโ€™utero. รˆ talmente materno da perdere ogni Trebisonda di fronte a questo uomo. Perchรฉ non si puรฒ dare il proprio Figlio in pasto allโ€™uomo per amore dellโ€™uomo: la sua scelta รจ irragionevole. Come irragionevole risulta la scelta di fare Incarnare il Figlio e di farlo passare attraverso la Passione e Morte.

Non poteva Dio intervenire diversamente? Come nei confronti di Caino e di Abele, perchรฉ Dio non interviene? Perchรฉ non previene il delitto?

Ma Dio vuole la morte? No, Dio non vuole la morte ma la vita, ma non puรฒ intervenire, sarebbe un determinismo spaventoso. Dio avendo creato lโ€™essere umano lo vuole libero e gli ha dato la possibilitร  di creare, di darsi forma. Se Dio intervenisse per prevenire il male non solo priverebbe la sua creatura del massimo bene della libertร , ma implicitamente farebbe il volere di Satana che lo costringerebbe con ogni tentazione, e quindi con la sua iniziativa, ad intervenire. Un Dio che intervenisse sarebbe simile al Grande Inquisitore dei Fratelli Karamazov. Un Dio simile non avrebbe vinto, nel Figlio, le tentazioni del potere, del possedere e dellโ€™apparire, come sono state vinte nelle tentazioni evangeliche dopo che il Cristo era stato nel deserto per 40 giorni.

La caritร  della Trinitร  risiede nella fonte che รจ il Padre. Egli ama la sua creatura in modo assolutamente eccessivo, dicono i Padri della Chiesa. Ed รจ questa caritร  che non esita a donare il Figlio unigenito. Gesรน diventa lโ€™incarnazione della infinita solidarietร  del Padre nei confronti dellโ€™uomo, una solidarietร  totale che prende su di sรฉ tutte le colpe e i casini degli uomini. Si sacrifica lui per tutti noi.

Chiunque crede in questo Figlio ha la vita eterna: questo รจ lo scopo per cui Gesรน รจ venuto nel mondo. Chi crede non รจ chiamato alla rovina eterna ma alla vita eterna. รˆ il Pastore Buono che ha promesso di dare la Vita con abbondanza. La Vita eterna รจ โ€œChe conoscano te, lโ€™unico vero Dio, e colui che tu hai inviato, Gesรน Cristoโ€ (Gv 17, 3). Questa รจ una conoscenza di amore, che si chiama fede accettata come Dono dello Spirito, fede gratuita, non meritabile dallโ€™uomo.

Questa รจ la cultura di vita del nostro Salvatore che non puรฒ accordarsi con la cultura di morte di cui la nostra cultura รจ figlia. Lโ€™Amore di Dio rispetta talmente lโ€™uomo da sacrificare lโ€™Unigenito per salvare tutti gli altri, tutti meritevoli per propria colpa della rovina eterna, la morte eterna, la lontananza definitiva da Dio che porta allโ€™annullamento dellโ€™essere.

Qui nasce la vera speranza, quella che ci porta ad aprire il cuore a Dio perchรฉ lui possa riversare dentro di noi il dono della fede. Questa รจ giustizia che ci rende giusti, non la nostra bravura. Giustizia che ci fa vivere dei doni della sua Grazia e ci porta a vivere al di sopra della legge, di ogni legge, pur rispettandola e non disprezzandola.

Il rifiuto di Gesรน porta alla morte. Ma il Signore Onnipotente non farร  mai nulla per costringere la sua creatura ad una adesione forzata, semplicemente continuerร  ad amarla fino alla fine.

Lโ€™amore infinito trinitario pone davanti a noi la scelta fra il bene e il male (Deut 11,26). โ€œConsidera tu che io oggi pongo davanti a te la vita e il bene, e al contrario la morte ed il male, affinchรฉ tu ami il Signore Dio tuo e proceda nelle sue vieโ€ (Deut 30, 15-16).

La vita umana รจ un rischio, non un azzardo o una scommessa. รˆ scelta e noi non siamo chiamati a tentare ma ad entrare in pieno in questa vita.

รˆ lo Spirito che รจ amore, che รจ capacitร  di credere riversata in noi, che รจ vita donata, che รจ giudizio amorevole di Dio, che รจ salvezza per tutti gli uomini che ci fa entrare nella dinamica di vita della Trinitร .

La Trinitร  โ€“ Padre, Figlio e Spirito Santo โ€“ci testimonia come la divinitร  sia relazione. Sia comunione che stringe Padre, Figlio e Spirito santo, la stessa comunione che lui stringe con noi. La Trinitร  รจ movimento dโ€™Amore: Dio รจ uscito creando, il Figlio รจ uscito facendosi uomo, lo Spirito รจ uscito riempiendo la terra. รˆ lโ€™amore che muove la vita. Possiamo cogliere lโ€™invito ad essere ciรฒ che รจ, come fondo ultimo della realtร , lโ€™invito continuo ad essere relazionalitร .

Dio non รจ un oggetto a misura della nostra mente. Noi siamo spesso concretamente invitati a personalizzare il divino e crediamo, non in teoria ma in pratica, che Lui sia un mio tu fatto a mia immagine e somiglianza. Proprio perchรฉ lo crediamo fatto a nostra immagine e somiglianza, in lui noi poniamo fiducia e sicurezza: non perchรฉ dinamica di relazione quanto invece perchรฉ โ€œmioโ€ oggetto, mio idolo che uso a mia immagine e somiglianza.

Per noi รจ difficile rimanere in silenzio di fronte al Mistero. Come รจ difficile riconoscere che questo mistero costituisca la nostra ultima identitร . Questo, reso cosciente, รจ un invito non ad unโ€™auto accusa per noi. In realtร  si tratta di invito a percorrere il sentiero che va dalla credenza alla comprensione esperienziale di ciรฒ che siamo.

La Trinitร  diventa luogo, diventa vita, dove ciรฒ che siamo, nella nostra profonda veritร , รจ relazione.

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