p. Giovanni Nicoli โ€“ Commento al Vangelo del 4 Gennaio 2022

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Noi siamo convinti che alla fede ci si educhi a forza di colpi di bastone. Siamo convinti, non in teoria ma in pratica, che dobbiamo fare opera di convinzione perchรฉ la gente si converta, perchรฉ la gente ritorni a praticare. Siamo convinti, non in teoria ma in pratica, che bisogna fare dei proseliti. Per questo giungiamo ancora a quelle aberrazioni dove affermiamo che un cristiano deve frequentare la sua parrocchia, non seguire Gesรน. Vale a dire: che io sono il tuo parroco e io sono la tua voce di Dio. Aberrazione che ritroviamo a livello diocesano quando il vescovo continua ad insistere che la diocesi deve ritrovarsi intorno al suo vescovo e non intorno a Cristo.

Aberrazione che ritroviamo quando certi laici appartenenti a movimenti di varia natura, vogliono convincere a tutti i costi lโ€™altro a partecipare al loro movimento. Lo spingono, lo obbligano, lo angariano finchรฉ cede. Quando uno partecipa al movimento รจ giร  a posto, รจ giร  salvato, รจ giร  cristiano. Non ci accorgiamo che รจ solo questione di avere qualche proselito in piรน, che poi sia cristiano, cioรจ discepolo di Cristo, oppure no, questo poco importa.

Quanto siamo lontani dalla libertร  di Giovanni Battista che ai suoi due discepoli piรน vicini e piรน cari, indica Gesรน come lโ€™Agnello di Dio, come il Salvatore, come il Messia. Giovanni รจ libero da ogni proselitismo, lui che predicava la conversione con frustate non indifferenti nei suoi richiami: lui rimane solo. Manda i suoi discepoli dietro a Colui per il quale lui era venuto a preparare la via. Si dimostra in tutto precursore. Nel momento in cui giunge lโ€™Agnello, Colui che lui aveva precorso, scompare e invita i suoi discepoli piรน cari a seguire Gesรน.

Ed รจ interessante vedere, proprio vedere, come avviene lโ€™educazione dei discepoli. Come fanno questi discepoli di Giovanni a divenire discepoli di Gesรน, tanto che, dopo essere stati con Lui, chiamano altri, il primo รจ Simon Pietro, ad andare ad incontrarlo.

รˆ tutta una questione di sguardi, la chiamata alla fede, lโ€™educazione alla fede. Giovanni Battista fissa lo sguardo su Gesรน che passa. Lo guarda e lo indica: โ€œEcco lโ€™Agnello di Dio!โ€. Indicando Gesรน che ha visto passare, invia i suoi discepoli a seguirlo.

I discepoli si mettono a seguire Gesรน che era stato visto e indicato da Giovanni, fino a quando Gesรน โ€œsi voltรฒ, e osservando che essi lo seguivanoโ€: li osserva mentre lo seguono. Non fa salti di gioia, non รจ contento per avere portato via due discepoli al Battista dimostrando cosรฌ di essere piรน bravo, piรน grande. Li osserva e chiede. La fede chiede sempre, la fede รจ una continua domanda, prima ancora che risposta. Troppa fretta abbiamo di dare risposte, mentre lโ€™atteggiamento vero della fede รจ la domanda. รˆ attraverso la domanda che si arriva a Dio, non attraverso delle risposte piรน o meno belle, piรน o meno esatte e giuste, ma troppo spesso poco vere e ancor meno realistiche.

La domanda รจ semplice perchรจ nasce da uno sguardo che osserva. โ€œBeh, che volete?โ€. Ancor meglio: โ€œChe cosa cercate?โ€. Sembrano essersi dimenticati dello sguardo di Giovanni, catturati come sono dallo sguardo di Gesรน. Sembrano imbarazzati e pongono a loro volta una domanda che a noi avrebbe insospettito: โ€œDove dimori?โ€.

Ci risiamo: โ€œVenite e vedreteโ€. Poche chiacchiere, poche spiegazioni. Solo un invito, un invito ad andare dietro a Lui per potere vedere. Ma cosa avranno visto mai? Come era fatta la casa di Colui che non aveva neppure dove posare il capo? Lui che era re non abitava i palazzi dei potenti. Che interesse potevano avere a vedere dove abitava?

E sono andati a dimorare in Lui. Sรฌ, perchรฉ nรฉ sul monte Garizim e neppure nel tempio di Gerusalemme adorerete Dio, ma in spirito e veritร , dirร  Gesรน alla Samaritana al pozzo di Giacobbe.

Dunque andarono e videro e rimasero con Lui, ed erano le quattro del pomeriggio. Con un tocco tutto femminile Andrea e Giovanni si sono ricordati dellโ€™ora dellโ€™incontro, dellโ€™ora dello sguardo. E che sguardo. Uno sguardo che gli ha cambiato la vita. Uno sguardo che non li ha artigliati, uno sguardo che li ha affascinati.

Sono stati talmente affascinati da parlarne subito ad altri. Sรฌ, perchรฉ la fede รจ uno sguardo che parla ad altri sguardi, รจ uno sguardo che invita a vedere. Cosa, non si sa. Semplicemente dove abita il Maestro.

Andrea incontra suo fratello e gli comunica di avere trovato lo sguardo del Messia. Non perde tempo: lo porta a vedere Gesรน, non fa grandi discorsi. Sรฌ perchรฉ la fede o รจ esperienza oppure diventa vuota teologia e vuoto catechismo che suona coi suoi rintocchi di campana che suona a morte tutta la sua sterilitร .

Gesรน cosa fa? Gesรน โ€œfissando lo sguardo su di luiโ€, gli cambia nome. Lo fa diventare pietra su cui fonda la sua chiesa. Con uno sguardo lo affascina, con uno sguardo lo invita, con un nome gli dona una vocazione: โ€œTu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa โ€“ che significa Pietroโ€.

Uno sguardo affascinante che non ha nulla di narcisistico e che non vuole conquistare nessuno a sรฉ. Uno sguardo di incontro, uno sguardo di amore. Uno sguardo che apre una piazza di libertร  dove possiamo incontrarci come fratelli. Dove lo sguardo, il vedere, diventa luogo di incontro, diventa luogo dove comunichiamo la nostra fede.

Guardiamoci in faccia, guardiamoci negli occhi ma, soprattutto, lasciamo che il Signore ci guardi e ci osservi. Accogliamo lโ€™invito che ci fa con un cenno del capo, quasi senza parlare: venite e vedete.


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