p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 31 Ottobre 2019

Vogliono uccidere Gesù: ora la visione è chiara. Gesù non deve morire, deve essere ucciso. Mentre a Gesù viene comunicato ciò che quella volpe di Erode vuole fargli, Gesù svela la sua identità che è l’identità di Dio Padre che anche noi cristiani non utilizziamo mai perché troppo banale, forse.

Gesù, il Figlio di Dio, non è un’aquila ma è Chioccia. Una gallina! Uno che ha anche, forse, il cervello da gallina?  Lui che è il chicco di frumento che viene gettato a terra, muore e porta frutto, ci dice che è una Chioccia. La Chioccia non è una semplice gallina. La Chioccia ha i pulcini, la Chioccia è Madre. La Chioccia: una missione difficile. La Chioccia ha i suoi pulcini da proteggere. Non li abbandona anche di fronte a quella volpe di un Erode. La Chioccia si consegna alla morte per salvare i suoi pulcini. La Chioccia diventa feroce contro chiunque vuole far del male ai suoi pulcini. Così l’aquila si fa Chioccia: immagine umile e bella del Signore. 

La Chioccia difende i pulcini da quel male profondo dell’uomo che consiste nel non accettare i propri limiti. L’uomo che vive un delirio scatenato in lui dalla paura della morte. È il lievito dei farisei che non ha nulla a che vedere con il lievito Madre che è dono di vita della Chioccia. Tale lievito dei farisei ci porta a volere conquistare la salvezza, che è dono, anche uccidendo.

Ma il Seme va sotto terra e dà frutto; il Lievito scompare nella pasta e fa lievitare il tutto; Gesù viene preso e gettato sotto terra, nella pasta del mondo, facendo fermentare la vita nuova.

In mezzo al male del mondo il vangelo ci dona una risposta alla domanda di sempre: ma dov’è Dio, di fronte a tutto questo male? Cosa fa Dio contro il male? A quel male che da sempre convive nella storia e nella nostra vita, cosa ci fa Dio? Dio è Seme che cade in terra e muore per portare frutto. Dio è Lievito di bene che scompare nella pasta di male per fare fermentare tale pasta. Dio è lì in croce: il male lo facciamo a Lui. Lui che in croce attende che noi cambiamo e continua a tenerci sotto le ali protettive facendoci da Chioccia. Attende che ci liberiamo dal lievito dei farisei per ritornare a vivere ciò che è bene e a vivere il bene. Rispetta la nostra libertà anche quando facciamo male e continua a farci da Madre Chioccia, proteggendoci da quelle volpi di Erode che sono il potere in ogni ambito della nostra esistenza.

Questa è la via della salvezza. Non quella che vogliamo fare noi. Circa il salvarsi Gesù ci ha detto che “chi vorrà salvare la propria vita la perderà; chi la perderà invece la salverà”. Dio non si salva, la Chioccia non protegge se stessa, Lui perde la sua vita donandola perché noi la possiamo ricevere e la possiamo vivere.

Se la gallina fugge, come spesso facciamo noi, la Chioccia è coraggiosa, non teme né l’aquila né l’avvoltoio, semplicemente perché la sua vita è tutta per i pulcini, per i suoi figli. Se facessimo silenzio forse ritorneremmo a comprendere la bellezza dell’essere padre e madre. Forse ritroveremmo il coraggio di scorgere la bellezza grande di questo essere. La Chioccia, come già ricordato, è Dio. La Chioccia è un simbolo molto materno, è il simbolo del Natale. Forse aborriamo a pensare il Natale con al centro Dio Madre Chioccia, ma è così. Il bimbo fra le mani fa tenerezza. I pulcini sotto le ali della Chioccia, forse non riusciamo più nemmeno a ricordarci come avvenga.

Gesù ci considera tutti pulcini e si presenta col volto del Padre Madre che è Chioccia. Andate pure a dire a colui che pensa di avere il potere, a quella volpe di Erode, che il suo potere non ha alcun potere sulla vita che la Madre Chioccia dona. Usa pure i tuoi inganni, usa pure la tua furbizia, tenta pure di fregare il prossimo con la tua becera propaganda che ti permette di portarti a casa voti con l’inganno. Ma sappi che io rimango qui, io non mollo i miei figli, io non li lascio in balia della tua sete di sangue. Tu sei male ma io vado in croce per salvarli dal tuo male. Forse un giorno anche tu comprenderai che l’unica via di vita e di salvezza è nel donare la propria vita per i fratelli e non volere salvare la propria vita perdendola poi in meandri sempre più oscuri e sempre meno umani. Forse comprenderai che il volere fare la volpe non porta ad alcuna salvezza, ad alcuna vita, ad alcuna verità vitale.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13, 31-35
 
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore! ”».

Parola del Signore

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