p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 30 Giugno 2021

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Tante persone vanno incontro al Signore, ieri come oggi. Oggi il vangelo ci mostra due indemoniati che vanno incontro al Signore. Due indemoniati tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada.

Al “nessuno poteva passare” non è naturalmente compreso il Signore. Il Signore si lascia avvicinare da questi due indemoniati che escono dai sepolcri.

È tutta una realtà, quella descritta, che dice male e negatività. Siamo in un paese di senza Dio, in mezzo a sepolcri luoghi di morte, in compagnia di due indemoniati isolati a causa del loro essere tanto furiosi. Due indemoniati che riconoscono Gesù e chiedono di non essere tormentati da Lui. Due indemoniati che non vogliono la presenza di Gesù e che, appena liberati, vengono sostituiti dagli abitanti di quella città che escono dalla stessa per andare incontro a Gesù e per dirgli di allontanarsi dal loro territorio.

Il male negli indemoniati va incontro a Gesù. Quel male che può avere delle vittorie apparenti: non può assolutamente vincere nei confronti del bene. Il problema del male è che non può neppure fuggire: deve correre incontro al Signore. Il male non è libero e nella sua non libertà non può che correre incontro al Signore che viene. Nella non libertà il male, come l’indemoniato, non può che correre incontro alla propria distruzione. La mancanza di libertà è mancanza dello Spirito di Dio e presenza dello spirito del male che è dono di morte. Il male è come una farfalla che di notte corre incontro alla fiamma: non ne può fare a meno anche se in tal modo si brucia le ali e firma la propria condanna.

Gesù non dice nulla, ma gli indemoniati cominciano a pregarlo di non distruggerli e, sapendo della loro fine, chiedono di potere albergare in una mandria di porci.

La presenza di Gesù stana dai sepolcri gli indemoniati. Indemoniati che non sono uno, come nel vangelo originario di Marco, ma due. Matteo ama il doppio e il raddoppio, perché ama lasciare spazio a me, a te, a tutti. Il secondo indemoniato è di me che leggo e che manifesto tutta la mia divisione, il mio respiro di morte.

Il respiro di morte è proprio del diavolo, del divisore, dello spirito impuro. Impuro è ciò che sa di morte. Lo spirito è vita. Lo spirito impuro è aria cattiva, inquinata, avvelenata. È una vita di morte quella dello spirito impuro. È il contrario dello Spirito Santo che è la vita di Dio. Lo spirito impuro è quello che rischiamo di respirare ogni giorno. È il vivere divisi dentro di noi, non riuscire a fare unità; non riuscire a cogliere la possibilità di vivere di bene in una realtà interiore ed esteriore che è fatta di male.

Lo spirito impuro lasciandosi da noi respirare, installa nell’intelligenza una cattiva opinione su Dio e sul prossimo. Creando divisione in me non può che creare sfiducia in Lui che è fonte di vita. Aborre l’aria buona perché l’aria buona non fa che evidenziare la pesantezza dell’aria cattiva, dell’aria di morte, del respiro velenoso di divisione.

Colui che è principio di vita, della mia vita, diventa antagonista e nemico. Se il mio inizio mi è nemico, come posso vivere io? Vivere nei sepolcri di morte con un respiro mortale, con uno spirito immondo, è ciò che rischiamo di fare ogni giorno appena mettiamo fuori il naso dalle coperte. Scegliere di stare nella morte significa divenire mortali per sé e per gli altri. Quando si diventa mortali ci dà fastidio ogni moto di bene che ci può venire incontro. Lo riconosciamo come tale ma lo aborriamo: “Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto a tormentarci prima del tempo?”. Hai scacciato i demoni, hai fatto pulizia. Per questo ti veniamo incontro, come i Gadareni, per pregarti, per pregarti di “allontanarti dal nostro territorio”.

Lasciaci il nostro respiro di male. È pesante ma almeno lo conosciamo e sappiamo di che morte dobbiamo morire. Una morte di divisione e di allontanamento, è vero, ma morte chiara e tranquilla, vissuta per asfissia che ti prende dolcemente e lentamente, come una bella eutanasia.

Tu ci vuoi dare il respiro buono del tuo Spirito che ci mostra le nostre pecche e le nostre divisioni. Ci fai vedere come questo sia dannoso per noi e per gli altri. Mentre noi vorremmo stare tranquilli sulla strada che ci porta ai sepolcri: ma almeno abbiamo i nostri maiali, la loro carne e i buoni salami. È strada da cui nessuno passa: ma l’importante è saperlo ed evitarla. Mentre tu vuoi evidenziarla, scacciare lo spirito del male e portarci sulla via della sanità, dell’umanità.

Andate nei porci, dice ai demoni Gesù. Andate, dice al male che c’è in noi. Vieni Spirito santo, preghiamo noi oggi, perché respirandolo possiamo ritornare a vita nuova, ad unità.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM