Il vangelo di oggi รจ, invece, una provocazione per ogni cristiano. Se i discepoli (72, quante erano le cittร pagane) sono mandati in ogni cittร e luogo (segno della missione universale): significa che non ci puรฒ essere nรฉ tempo, nรฉ luogo, nรฉ occasione che non debba essere evangelizzato e che non debba essere travolto dalla pace del Cristo. Tutto il mondo รจ messe, perchรฉ tutto il mondo cammina verso la casa del Padre.
Il primo atteggiamento utile per questa missione รจ quella dellโinvio: Gesรน designa e invia. Accanto a questo atteggiamento cโรจ la preghiera al Padre. Pregare significa chiedere al Padre che mandi operai nella sua messe. Chiedere questo significa che lui riempia del suo Spirito missionario ognuno. Riempire ogni cristiano del suo Spirito significa che ognuno di noi puรฒ accogliere la chiamata. Accogliere questa chiamata ad essere mandati significa mettersi in viaggio ed essere coscienti e convinti che ogni posto del nostro vivere รจ luogo di messe, รจ luogo di mietitura, รจ luogo di missione.
Non conosciamo il porto dal quale siamo partiti nรฉ sappiamo perchรฉ ci ritroviamo su una barca, ma siamo in viaggio. La barca รจ salpata, la vita รจ iniziata. Inviati, buttati o gettati, di fatto siamo qui a solcare queste onde. Timorosi e urlanti, siamo entrati nella vita. Non abbiamo neppure chiesto di essere accolti. Questo mondo, fatto anche di violenza, di incomprensione e di dolore si รจ rivelato tutto sommato affidabile. In un modo o in un altro ho trovato posto, mi sono collocato sulla barca.
Ci portiamo perรฒ nel cuore sempre un anelito, il desiderio di riconoscere quella voce che ci ha chiamato alla vita, vorremmo ricordare il luogo dal quale siamo partiti.
Chissร , forse quella voce che oggi, in questo testo del Vangelo, ci spinge a riprendere il viaggio della vita, rinnova in noi la memoria di quellโinizio: ยซdiceva loroยป! Il verbo รจ allโimperfetto, indica unโazione che non si รจ conclusa, รจ la voce che ancora continua a dirci come stare nel viaggio.
Siamo inviati a due a due, mai senza lโaltro. Non esistiamo mai isolati, soli, autonomi o autosufficienti. Ogni volta che ci arrotoliamo sul nostro io, dimenticando lโaltro, tradiamo la nostra identitร . Quel ยซdueยป dice la nostra realtร : non siamo mai slegati dal mondo. Le mie scelte non sono mai soltanto mie, coinvolgono sempre un altro. Non viaggiamo mai da soli: lโaltro รจ colui che puรฒ testimoniare a mio favore. La mia parola รจ credibile perchรฉ รจ condivisa da un altro. Il numero due รจ il germe della comunitร : nasciamo giร come parte di un insieme. La comunitร non รจ qualcosa che costruiamo a posteriori, siamo fin dallโinizio parte di un gruppo.
Veniamo in questo mondo fragili, infanti (incapaci di parlare), deboli perchรฉ assolutamente incapaci di rivendicare i nostri diritti: siamo agnelli in mezzo ai lupi. Il mondo potrebbe fare di noi qualunque cosa. Iniziamo il viaggio senza alcun potere davanti alle tempeste della vita.
Gesรน continua a mandarci cosรฌ nella vita: non diventate violenti! Offrite una parola debole, una parola che interpella senza imporsi, una parola che invita senza pretendere. Il discepolo di Cristo non puรฒ mai diventare lupo, deve imparare a mantenere la vulnerabilitร dellโagnello. LโAgnello non ha niente. ร senza alcuna sicurezza nรฉ economica, nรฉ sociale. Siamo inviati come agnelli, come dei poveri Cristi, poveri perchรฉ lโimmagine di Cristo che noi riusciamo a trasmettere รจ poca cosa; Cristi perchรฉ Cristo in questa immagine povera viene esaltato nellโamore. Il fine di questa missione non รจ il successo ma la gioia di entrare nella comunione.
In queste situazioni di vita che cosa dobbiamo fare?
Siamo chiamati a parlare, a parlare di Cristo ma soprattutto a parlare come Cristo. Scrutare i sentimenti di Gesรน per dire lโannuncio della Buona Novella.
Siamo chiamati inoltre a dimorare presso il fratello, uomo di pace. Nel dimorare siamo chiamati ad entrare nel cuore dellโaltro poco alla volta; siamo chiamati a conquistarlo per farci aprire la porta perchรฉ nella povertร del nostro entrare possa essere raggiunto da Cristo. Dimorare chiede amicizia e intimitร . Quante persone nella nostra giornata manifestano questo desiderio che qualcuno possa dimorare presso di loro, o possa andare a trovarle, o possa rivolgere loro una parola di pace. Dimorare significa anche rompere con delicatezza e affetto queste barriere che noi il piรน delle volte ci creiamo.
Siamo chiamati a mangiare insieme. Noi difficilmente mangiamo con gli sconosciuti, e se questo avviene cโรจ un motivo. Mangiare insieme รจ un segno di amicizia e di ospitalitร . Purtroppo in tante occasioni questo momento diventa lavoro, un pranzo di lavoro; oppure diventa una cosa da sbrigare in fretta, non un segno di familiaritร e di amicizia.
Mangiare con il fratello fa parte dellโannuncio. Essere come Cristo: le cose piรน serie Cristo le ha fatte a tavola: lโeucaristia, il perdono, lโannuncio, la conversione.
Le relazioni possono nutrirci. Dice Gesรน: mangiate quello che vi sarร offerto. ร inutile cercare quello che non cโรจ. In ogni relazione, in ogni casa, possiamo trovare un cibo che nutre, ma sarebbe inopportuno chiedere quello che non cโรจ. In ogni casa puรฒ capitare anche di trovare un malato da guarire: siamo inviati per prenderci cura dellโaltro non per ucciderlo con le nostre pretese.
La nostra missione รจ la stessa di Gesรน: come agnelli in mezzo ai lupi: col dire, col dimorare, col mangiare, col prendersi cura. Per procedere nel cammino dร alcune indicazioni: bisogna liberarsi dei pesi: nel viaggio della vita non possiamo portare bisacce, non possiamo portarci dietro i pesi di tutte le situazioni della vita che infiliamo come pietre nelle nostre valigie. La bisaccia รจ il segno di chi non riesce a lasciar andare, ma anche di chi non si fida.
Il viaggiatore ideale non porta neppure i sandali ai piedi, perchรฉ รจ un uomo ostaggio della Parola. Solo lโuomo โliberoโ indossava i sandali. Gesรน chiede di lasciarli, perchรฉ non portiamo noi stessi ma la Parola che un altro ci consegna. Lโidentitร che siamo chiamati a scoprire รจ quella di servitori della Parola per riconoscere il senso del viaggio.
Se vuoi portare a termine il viaggio non puoi fermarti in ogni porto. ร necessaria una libertร dai legami. Occorre imparare a congedarsi, ma anche a sapersi fermare: restate in quella casa: immagine dellโaltro. La vita ci porta a entrare nella casa degli altri, nelle loro vite. Possiamo entrare con delicatezza, chiedendo il permesso, oppure possiamo vandalizzarle, occuparle, spadroneggiare.
Come Gesรน ha appena sperimentato, lungo il viaggio sperimenteremo il fallimento, ci sarร anche chi non vuole accoglierci. Nel viaggio della vita, i discepoli, vivranno anche lโesperienza del rifiuto. Non รจ un dramma, ma un momento della vita.
Nel viaggio della vita attraverseremo tanti luoghi, probabilmente saremo chiamati ad attraversare il luogo della perversione e dellโambiguitร ; i luoghi degli affari, dove le relazioni diventano occasione per sistemare i propri conti con la vita, dove ci sentiremo sfruttati e defraudati.
Comunque sia andata, i discepoli tornarono da Gesรน pieni di gioia. Cโรจ qualcosa in questo viaggio della vita che sembra dirci che ne vale la pena. Cโรจ un momento in cui occorre fermarsi e rileggerlo. Ma soprattutto possiamo scoprire che questo viaggio ha un nome, un nome scritto nel cielo, scritto da sempre, un nome che รจ il senso che non ci ha mai abbandonato lungo la strada.