Mi pare che la nostra lettura della Bibbia, come quella della realtà, mostri tutto il nostro strabismo e la nostra occlusione dell’udito. Se ben guardiamo e se ben ascoltiamo, la Sacra Scrittura è tutto un inno a quanto Dio fa per noi. Lui ci ama con tutto il cuore, e che cuore verrebbe da dire! Lui ci ama con tutta l’anima, un’anima che abbraccia il mondo. Con tutta la mente il suo amore ci pensa e continua ad avere il suo pensiero e la sua preoccupazione su di noi. Dio ci ama con tutta la sua forza e che forza! Ci vuole un amore forte per amare come l’Onnipotente ci ama, vivendo questo amore con la debolezza dell’amore che non angaria mai la libertà dell’uomo, pena la morte dell’amore e dell’umanità stessa.
È il Padre che ci ama più di se stesso. Ci ama morendo in Croce per noi nel Figlio. Ci ama aleggiando sulle acque grazie allo Spirito Santo, donandoci la bellezza del creato.
La bellezza di ciò che il profeta Osea (capitolo 14) dice al riguardo, è commovente:
“Togli ogni iniquità, accetta ciò che è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra. Assur non ci salverà, non cavalcheremo più su cavalli, né chiameremo più “dio nostro” l’opera delle nostre mani, perché presso di te l’orfano trova misericordia”.
Continua questo canto con la bellezza del suo amore per noi: “Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente, poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele; fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano, si spanderanno i suoi germogli e avrà la bellezza dell’olivo e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra, faranno rivivere il grano, fioriranno come le vigne, saranno famosi come il vino del Libano. Che ho ancora in comune con gli idoli, o Efraim? Io l’esaudisco e veglio su di lui; io sono come un cipresso sempre verde, il tuo frutto è opera mia”.
Il centro di tutta la nostra fede è lì: nell’amore di Dio per noi e non nel nostro amore che è chiamato a diventare come Lui, ma mai dimenticando che la fonte è Lui non siamo noi.
Noi diamo 21€ al giorno per i migranti, tuona il presidente di una Provincia italiana, il resto ce lo mettano gli altri. Come se gli altri non fossero italiani e i soldi che lui dà non sono italiani. Ma lasciamo perdere e andiamo oltre. Vediamo che lui afferma di essere cristiano che tiene ai valori cristiani. Dall’altra parte bella la risonanza: meno presepi e più pane spezzato. Come mi pare bella la richiesta di alcuni preti di sospendere tutte le messe in diocesi nella prossima domenica, cosa che il vescovo ha stoppato, ma bella e significativa. Non puoi portare l’offerta all’altare se non ami il tuo fratello, è tutta una falsità che uccide la bellezza di Dio Padre per noi. È bello che molti scendano in piazza per protestare contro questa politica che si dice cristiana ma che di cristiano non ha nulla. Una politica che lega le mani alla chiesa dando quei soldi alla chiesa perché ci pensi lei ai migranti, chiudendogli in tal modo la bocca e non facendo chiudere in tal modo le chiese. Non facciamo più messe, almeno per una domenica, e apriamo le porte di tutti i nostri ambienti, chiese comprese, per accogliere chi ha bisogno non del nostro amore, per carità vediamo già quanto è povero. Gente che ha bisogno dell’amore di Dio incarnato in noi e a loro trasmesso grazie a noi. Quell’amore che è diventato noi, noi che non viviamo più di noi stessi ma dell’amore di Cristo in noi: non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me, ci dice san Paolo. Più amore di così!
Mai dimentichi che Lui è la sorgente, mai dimentichi che Lui è l’attore principale della dinamica umana dell’amore libero, ma mai disimpegnati. L’amore vissuto con tutto il cuore, senza limitazioni legate ai 21€, è una possibilità sbalorditiva che Dio dona a noi come amore vissuto da Lui fino alla morte di croce perché anche noi lo possiamo vivere come dono, mai come cosa nostra. Appena la viviamo come cosa nostra, noi pensiamo di essere la fonte di amore, cosa che si esaurisce troppo presto.
Basta coi ridicoli bilancini di precisione, con cui misuriamo, dosiamo e stabiliamo quanto dare e quanti comandamenti si debbano adempiere e quanti trasgredire.
Lui ha chiuso la discussione fornendo una risposta unica: io ho dato la vita per voi, io Dio sono morto per voi! Non c’è amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici. Non ci sono né presepi né messe celebrate in chiesa e sconfessate per strada, che tengano. Amen!
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
Vangelo del giorno:
Mc 12, 28b-34
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.