I famigliari di Gesù capiscono il pericolo che stanno correndo a causa di Gesù e vogliono portarlo via, vogliono internarlo, vogliono riportarlo a casa per vedere di farlo rinsavire. Subito dopo arrivano i biblisti del tempo da Gerusalemme e decretano che è posseduto dal Demonio e che il bene che fa lo fa per ingannare gli ignoranti e il popolo, per tirarli dalla sua parte ma, in realtà, fa questo in nome del Maligno.
I nemici di Gesù pensano male e dicono male di Lui per non doversi convertire. Anche i suoi famigliari, i suoi amici, noi, pensiamo che sia pazzo pur di non cedere al suo invito a convertirci. L’invito a cambiare vita è recepito da noi come una cosa bella ma impossibile. Come si fa a non stare al gioco di potere in ogni campo, compreso quello religioso, e in ogni situazione? Lui vuole convertirci ad una fede sana, bella, umana, noi vogliamo rimanere coi piedi per terra. Per questo preferiamo dire che è grazie al Demonio che dice e fa quello che dice e fa, roba da fuori di testa, impossibile da vivere. Anziché lasciarci provocare dallo Spirito preferiamo bestemmiare lo Spirito. Anziché tirarci su le maniche per il Bene che abbiamo intuito, preferiamo sminuire il bene e tacciarlo di essere cosa impossibile, roba da fuori di testa, roba da gente che non ha i piedi per terra. La bestemmia contro lo Spirito diventa la nostra condanna a scegliere di rimanere schiavi anzichè di incamminarci sulla via della libertà propostaci dal Cristo.
Tutto questo lo facciamo per ciò che chiamiamo “i nostri interessi” ma che di interesse nostro hanno ben poco. Abbiamo paura di perdere quelle quattro cose che abbiamo accumulato e passiamo la vita a rispondere alla paura di perdere più che al richiamo di giocarci con la bellezza della vita a servizio del Bene.
Noi, gente religiosa, ci chiamiamo fuori dalla sua famiglia perché la sua famiglia è chi ascolta e fa quanto Gesù dice e testimonia. Lo trattiamo da pazzo pur senza dirlo apertamente e preferiamo continuare con le nostre schiavitù che non sono bene ma sono l’unica certezza che ci rimane.
Noi rimaniamo a bocca aperta di fronte alle grandi conquiste in termini di conoscenza che il nostro mondo sta vivendo, ma non scegliendo il Bene quanto invece il mio interesse, consegniamo la Madre Terra ad un controllo indiscriminato e distruttivo. L’idolo della competizione ci obbliga ad una produzione folle per favorire un consumo sfrenato fino a distruggere interi continenti, appropriandosi della Terra anziché amare la Madre Terra avendone cura, provocando una vera e propria devastazione delle biodiversità con la rottura dell’equilibrio degli ecosistemi.
Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni nel nome del capo dei demoni. Questa è la nostra risposta celata sotto la banalità che dire queste cose è roba da ingenui e da gente che non capisce come va il mondo. Non accettiamo il fatto che questo modo di vedere le cose, giudicato da gente senza i piedi per terra, evidenzia il male che ci facciamo, male nascosto e mascherato dall’accusa di ingenuità. Osanniamo, detto in altre parole, la conquista di un centralismo distruttivo dell’uomo sulla natura sminuendo come cosa da ingenui la cura del mondo che abbiamo in comune.
Forse è giunto il tempo non che le donne diventino come gli uomini perdendo la bellezza della femminilità perché anche loro possano comandare. Forse è giunto il tempo che il maschilismo, portato avanti da uomini o donne poco importa, faccia un passo indietro e lasci spazio alla cura del bene che è proprio della femminilità, realizzata da donne e da uomini. L’onnipotenza e l’essere padrone da parte di Dio è giusto che lasci spazio alla piccolezza, alla bellezza e alla Maternità di Dio, quel Dio che continuiamo ad usare come giustificazione della nostra ricerca di potere e di essere padroni della politica come della religione, dell’economia come dello sviluppo.
Abbiamo bisogno di cura non di sviluppo fine a se stesso: roba da Beelzebùl!? Abbiamo bisogno di femminilità che crei unità e si lasci dietro le spalle quella mania di separazione che crea solo devastazione dei cuori e della natura. Abbiamo bisogno di smettere di bestemmiare lo Spirito, che in ebraico è femminile, perché bestemmiare contro la femminilità dello Spirito che è cura e bene della vita, è cosa mortifera che uccide la vita, la fraternità e la possibilità di godere del mondo, della natura, del Padre.
Il mito del progresso infinito è Beelzebùl che accusa il ritorno alla bellezza della vita di essere demoniaca, cosa campata per aria. Abbiamo bisogno di convertire il nostro sguardo per vedere il Padre Misericordioso che ci attende a braccia aperte non per giudicarci ma per accoglierci. Abbiamo bisogno di convertire il nostro cuore per ritornare a gustare l’abbraccio della Madre Terra che non è cosa da sfruttare ma Madre da cui farci abbracciare.
Troppo poetico? Non importa: ciò che importa è che sia vero, evangelico, buono e bello, tutto il resto non importa, è roba da Satana!
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
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Satana è finito.