Mi sovviene questa domanda: perché abbiamo così bisogno di definire i confini della fede, abbiamo così bisogno di dire chi è dentro e chi è fuori? Siamo così deboli da dovere apparire forti utilizzando il nome di Gesù Cristo?
Quante congregazioni religiose sono passate per questa via: noi siamo i migliori. Quanti bei moti missionari sono stati inficiati da questa convinzione: fuori dalla chiesa non c’è salvezza, per cui “compelle entrare”, bene o male bisogna convincerli che devono entrare nella chiesa, se si vogliono salvare. Anche con la spada in mano, anche con la scomunica fra chiese sorelle come quella Ortodossa e quella Protestante.
Ma se io obbligo qualcuno a convertirsi con la spada in mano, manifesto un bisogno di potere non di amore. E se gli dico, come tanti indios dell’America Latina si sono sentiti dire: se ti converti sarai salvo e andrai in Paradiso, non possiamo stupirci della risposta dello stesso indio: se in paradiso trovo te che mi obblighi con la spada in mano, preferisco andare all’inferno dove sono sicuro di non trovarti di nuovo.
Quante volte nella chiesa abbiamo assistito a gruppi o a movimenti, oggi come ieri, che si credono gli unici fedeli! Quante volte in nome di Dio ci siamo fatti delle guerre che non hanno nulla a che vedere con la fede se non per il fatto che la fede viene utilizzata per giustificare la nostra sete di potere, giustificando in tal modo anche i peggiori eccidi?
Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro, ci dice Gesù. La libertà e la diversità non sono un problema, sono una ricchezza. Non sono le belle differenze il problema, ma essere semplicemente nel suo nome. Non è dove diciamo noi che ci sia Dio che Dio c’è, ma dove è carità e amore, lì c’è Dio!
Giovanni, come ognuno di noi, vive la tentazione del potere che spinge a volerci mettere al posto di Dio. Mi viene da dire: magari ci mettessimo veramente al suo posto, sul legno della croce dove ha dato la sua vita per amore nostro! Mettiamoci al suo posto andando dietro a Lui, non pretendendo che Lui venga dietro a noi.
Lui è interessato alla salvezza di tutti i suoi figli con modi e mezzi per noi impensabili. Quante volte abbiamo sentito il detto che Dio scrive diritto sulle righe storte, che cioè Lui si sporca le mani col nostro quotidiano, che Lui non si scandalizza se non riusciamo a vivere bene la nostra esistenza, non ci accusa per questo, ma ci ama in modo ancora più forte perché quando siamo così non siamo degni di condanna: siamo ancora più bisognosi, per Lui!
Non mi interessa definire dove c’è la Chiesa e cedere alla smania del contarci e del dire che quella parrocchia è bella perché tanti vanno in chiesa. Non mi interessa dovere affermare dove la chiesa non c’è. Forse proprio quando manifesto e realizzo questo bisogno, è proprio il momento in cui io rischio di mettermi fuori dal Regno di Dio. Noi non possediamo Cristo, grazie a Dio: è Lui che ci ama!
La sapienza di Dio ci invita a riconoscere i doni del Padre in ognuno di noi. Ciò che importa non è definire i confini, ciò che importa è l’apertura verso tutti in ogni direzione. Apertura non per portarli dentro il recinto ma per uscire dalla nostra grettezza e piccolezza. Vedere come Lui vede, udire come Lui ascolta, è una cosa di una bellezza inimmaginabile. In tal modo infatti scopriamo continuamente perle nascoste nel campo della nostra e altrui vita. Una scoperta bella che non chiede di accumulare chissà quale ricchezza. Una bella scoperta che è invito a condividere la stessa bellezza. Cosa c’è di più semplice e di più bello di un bimbo/a che ti chiede di ascoltare musica con te, danzando con lui/lei?
I doni che sono in ognuno di noi hanno una bella radice: la vita di Dio che ci è stata data fin dal concepimento. Questa è la radice dell’albero della nostra vita e è dissetandoci lungo il fiume della Vita che noi alimentiamo la vita di questo albero. Non importa quello che facciamo, importa quello che siamo: amati dal Padre e amanti dei fratelli. Tutto il resto passa in secondo piano e prende senso da queste radici.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
Vangelo del giorno:
Mc 9, 38-40
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.