p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 28 Gennaio 2021

“Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”, così ci dice san Giovanni.

Il Cristo è la lampada che è stata portata nel mondo. La possiamo nascondere sotto il letto? Sì! Ma è da stupidi. Dio l’ha posta sul lucerniere della Croce, da dove domina con la sua luce tutta l’umanità.

Cristo luce del mondo non lo possiamo nascondere. Per quanto noi ci diamo da fare per mettere sotto chiave, nel segreto, nella tomba la Luce che è stata posta sul lucerniere, quella luce risplende. Non c’è niente di segreto che possa rimanere tale. Tale segreto dalla tomba viene messo in luce nella Risurrezione. Grazie alla risurrezione ritorna sul lucerniere con una luce sfolgorante, dove “le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche”.

Chi ha orecchi per intendere, intenda! Chi cioè accoglie con la fede questo dono della Luce che si manifesta nella Croce e nella Risurrezione e ascolta tutto quanto avviene: costui intende.

Il Signore ci invita ad ascoltare, a fare attenzione a quello che udiamo, a non ascoltarlo in modo distratto e superficiale. Per ascoltare in questo modo ci vuole tenacia e perseveranza. Gli spizzichini che noi spesso usiamo come metodo nell’avvicinarci a Dio e nell’avvicinare la nostra vita a Dio, servono poco.

Ci dice il vangelo: con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi. Risuona qui il brano di Luca:

“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

Ecco perché a chi ha sarà dato: la luce va accolta per potere essere ricevuta. Chi ce l’ha si predispone a riceverla di nuovo. Chi usa misericordia, dopo che il Signore ne ha usata a lui (non come il servo infedele della parabola del re che, perdonato da un grande debito, non sa perdonare un piccolo debito), si predispone a riceverne e a darne di nuovo. Chi si lascia illuminare, si prepara a dare luce e a lasciarsi illuminare di nuovo. Chi dà, apre le proprie mani ed è già predisposto a riceverne ancora. Non è pieno di cose che tiene strette a sé, può dunque darne a chiunque e, soprattutto, ha le mani libere per riceverne ancora.

Non si può versare del vino in grembo a chi non ha il recipiente per riceverlo, per questo: a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha!

Sappiamo bene che non è una questione di tanto o di poco. Non è a questo che guarda Dio. È invece una questione di tutto: tutto quello che il tuo cuore può; tutto quello che la tua pancia soffre; tutto quello che il tuo desiderio sente; tutto quanto la tua volontà ricerca; tutto quanto la tua mente comprende.

Poco o tanto non importa, l’importante che sia il tuo, il nostro tutto sia nel limite come nella capacità, sia nel bene come nel male.

Gesù dunque è la Luce che brilla. Noi siamo chiamati a lasciarci illuminare. Noi siamo i beneficiari di questa illuminazione, di questa Luce che brilla e in quanto beneficiari siamo responsabili. Chiamati a diventare luce, non possiamo che illuminare. Chiamati ad immergerci nel fuoco, come un ferro, non possiamo che diventare fuoco rovente che brucia, illumina e scalda. Brucia, illumina e scalda nella misura in cui rimane vicino alla fonte.

Siamo tralci legati alla vite: chi rimane in Lui porta frutto, chi non rimane in Lui viene tagliato perché non può portare frutto.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM

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