Ipocriti รจ il nome che ci viene donato oggi da Gesรน. ร veramente un dono perchรฉ รจ fuoco di Spirito che entra in noi creando una divisione salutare. Non รจ un giudizio o unโespressione di cattiveria che vuole fare male, รจ un richiamo a ciรฒ che siamo in profonditร perchรฉ possiamo tornare oggi a desiderare di convertirci. La divisione che il dono dello Spirito crea in noi รจ una divisione salutare che ha come fine lโunitร vera in noi. Divenire coscienti della nostra ipocrisia significa renderci coscienti del fatto che siamo gente che fra il dire e il fare vive il mare, gente che non giunge molto al dunque.
San Paolo nella lettera ai Romani bene dice di se stesso, e dunque di noi, quando afferma che โnon riesco a capire ciรฒ che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detestoโ. La coscienza di questa realtร รจ dono dello Spirito che ci sconquassa, che ci divide, che non ci fa dormire sonni tranquilli, che ci spinge oltre il nostro buon senso. Vorremmo fare il bene ma facciamo male, perchรฉ vorremmo essere bene ma siamo male. Peggio ancora, da ipocriti quali siamo, pensiamo di essere bene, ne siamo convinti fin nel midollo delle nostre ossa, ma in realtร siamo male.
Continua Paolo dicendo che โin me cโรจ il desiderio di bene, ma non la capacitร di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglioโ. Questa affermazione non รจ un atto di sfiducia nei confronti dellโuomo, quanto invece un atto di realismo. Ciรฒ che ci frega รจ lโillusione che il male non esista o che, se esiste, รจ roba degli altri, รจ roba che non tocca noi. Non ci accorgiamo che siamo divisi dentro e, ipocriti come siamo, continuiamo a crederci uniti. Agendo come se lo fossimo, ma non lo siamo, agiamo in modo inconsulto. Siamo stoltamente ipocriti perchรฉ pensiamo di essere bene e quindi di fare bene, mentre invece siamo male e facciamo il male.
Confondiamo il nostro desiderio di bene col nostro essere e fare bene. Non ci accorgiamo che il nostro desiderio di bene รจ diviso da un oceano dal nostro fare il bene. Non siamo coscienti del fatto che fra il nostro dire e il nostro fare cโรจ di mezzo il mare. Per questo non รจ il bene che desideriamo che facciamo ma il male che non vorremmo.
Ipocriti รจ un invito a conversione, a ritrovare, grazie alla divisione del dono del fuoco dello Spirito, un altro tipo di unitร , piรน autentica e veritiera. Il nostro giudizio non รจ il giudizio di Dio. Conosciamo bene ciรฒ che ci รจ utile per la nostra vita animale ma non ciรฒ che รจ necessario per la nostra vita inesauribile. Per questo accumuliamo in modo inconsulto pensando che questo sia umanamente cosa buona mentre invece รจ cosa insana. Non sappiamo giudicare ciรฒ che รจ bene per noi e per il prossimo per questo non รจ il bene che vorremmo che facciamo ma il male che non vorremmo, chiamando bene ciรฒ che รจ male e stupiditร ciรฒ che invece รจ bene.
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Sappiamo ancora guardare il cielo e la terra? Forse neppure questo. Ma senzโaltro non sappiamo contemplare il volto del nostro Dio che splende sul nostro e altrui volto. In altri termini potremmo affermare che siamo sapientissimi in ciรฒ che ci dona morte, stoltissimi in ciรฒ che ci dร vita. Siamo invasi dal lievito dei farisei, il lievito della Legge, non dal lievito del Regno, il lievito della Grazia.
Riuscire a cogliere ciรฒ che sono chiamato ad essere ed evidenziare ciรฒ che sono, come stimolo per rimettermi in cammino oggi, รจ centrale per accogliere lโinvito a convertirmi dalla mia ipocrisia. Conversione che รจ lavoro quotidiano, non una cosa da farsi una volta per tutte. La conversione non รจ un mito, รจ lโoggi di Dio in me.
Lโincontro con Lui, lโincontro vissuto nellโeucaristia, รจ il tempo favorevole per ritrovare la via dellโunitร e della ricerca di vivere ciรฒ che desidero: il bene. Lโaccoglienza della Luce dello Spirito che ci viene donato nellโeucaristia, la Parola mangiata nellโeucaristia, diventa per noi luce per discernere, per vedere la nostra reale ipocrisia, e cibo e forza per vivere il nostro presente secondo il bene che desidero e non il male che non voglio.
Allora il dono del Risorto, il dono della pace, sboccerร in noi non come falsa mancanza di guerra e di divisione e di male, ma come frutto del male convertito e della divisione che diventa unitร grazie al dono dello Spirito Santo.