Dopo lโinvito a non giudicare forse ci fa un poโ specie quanto dice il detto del versetto 6: โNon date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porciโ.
Teniamo presente che i cani e i porci per gli ebrei sono i pagani, coloro che non erano in diritto a ricevere il dono della Legge. Certi doni, forse tutti i doni, bisogna essere preparati per riceverli, diversamente vanno persi. Se noi non siamo preparati e convinti di partecipare ad un corso, noi perdiamo quanto ci viene donato e ci perdiamo in altre cose. Se a noi non piace una cosa e siamo invitati e costretti a parteciparvi, se non siamo presi da quella cosa, quella cosa non la gustiamo, la perdiamo e ci perdiamo.
Quanto noi riceviamo della veritร del vangelo e della veritร della vita, noi la possiamo accogliere con gradualitร . Cogliere tutta la grazia di Dio in un colpo solo รจ una cosa che normalmente ci soffoca e ci lascia basiti, incapaci di ricevere il tutto. Ci sembra cosa troppo grande e ci lascia senza fiato. La gradualitร รจ nel donare quanto possiamo donare e nel ricevere quanto possiamo ricevere, non รจ certamente nella gradualitร della veritร ma nella legge della gradualitร .
Ritorniamo al comandamento del non giudicare. Sappiamo che lโamore non giudica ma questo non significa che non faccia discernimento. Fare discernimento significa cogliere che cosa รจ buono per lโaltro, che cosa lo aiuta, cosa lo fa crescere. Buttare addosso la veritร che spesso si presenta come pretesa di fare, come un comando a cui non si puรฒ transigere, significa soffocare e gettare pesanti fardelli sulle spalle del prossimo. Prepararci e preparare ad accogliere il dono รจ forse la cosa piรน difficile da farsi ed รจ la cosa che noi maggiormente evitiamo di fare.
Quando agiamo in questo modo normalmente otteniamo compiacenza e indurimento: ci rendiamo incapaci di ricevere il dono e dunque di apprezzarlo e di trafficarlo.
- Pubblicitร -
La veritร รจ anche e soprattutto rispetto per la veritร dellโaltro. Non ci interessa convincere lโaltro delle nostre idee, interessa che lui colga la bellezza di quanto ci viene donato.
Questo รจ quanto noi vogliamo gli altri facciano per noi e questo noi siamo chiamati a fare per loro e con loro.
Siate voi dunque perfetti come รจ perfetto il Padre vostro celeste, รจ lโinvito che ci viene dal versetto 48 del capitolo quinto di Matteo. Noi sappiamo che il Padre รจ amore per tutti, vale a dire che รจ tutto per i suoi figli. La chiamata ad essere perfetti come Lui รจ perfetto รจ chiamata a vivere per lโaltro e a non volere che lโaltro viva per me.
Noi sappiamo bene quali sono le nostre attese e i nostri diritti sullโaltro. Amare significa capovolgere le proprie attese in attenzioni verso lโaltro, i propri diritti in doveri verso di lui. Per chi ama i bisogni dellโamato diventano suoi impegni. Impegni pregni di gratuitร , liberi dalla pretesa di ricevere in cambio attenzioni e riconoscenza.
ร spontanea la nostra tendenza a porre al centro di tutto noi stessi. Ma noi siamo al centro del cuore di Dio. Diventare come Lui significa porre al centro del nostro cuore gli altri, non noi al centro degli altri.
La regola dโoro che Gesรน ha portato a compimento ci rende come Lui, figli che vivono nellโamore la legge della libertร .
AUTORE: p. Giovanni Nicoliย
FONTE
SITO WEB: https://scuolaapostolica.com
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCmWv4rjT9JC1OJlyqzGS9mQ
PAGINA FACEBOOK: https://www.facebook.com/ScuolaApostolicaSacroCuore/
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/scuolaapostolicasacrocuore/