Molte sono le tematiche che ritroviamo nel brano del vangelo odierno, noi ci soffermeremo in particolare sul tema dellโereditร . Quellโereditร che tanto ci solletica il palato, quellโereditร , che allo stesso tempo, non sappiamo accogliere e gustare.
Lโereditร , di per sรฉ, non parte da alcun merito da parte di chi la riceve: รจ dono. ร un dono che a volte รจ boccone amaro e avvelenato. Questo avviene anche e soprattutto quando, chi dona lโereditร , รจ molto attaccato ad essa e non la molla fino a che non deve. Lโereditร sarebbe cosa bella se fosse donata prima che il proprietario muoia e se non fosse un boccone amaro perchรฉ i figli, approfittandone, buttino fuori di casa chi ha donato loro la sua ereditร prima del tempo.
Ebbene lโereditร che รจ stata donata a noi, umanitร che abitiamo questa terra, รจ cosa bella se vissuta come dono, diventa problematica nel momento in cui noi vogliamo che diventi proprietร .
Ma in cosa consiste questa ereditร ? Proviamo a chiedercelo! Lโereditร รจ la volontร del Padre che ha piantato la vigna della riconciliazione su questa terra. Se noi vogliamo rapinare i frutti di tale vigna noi uccidiamo il nostro essere figli prima e fratelli poi. Noi, quando ci crediamo i proprietari di questa terra, non accettiamo che il Padre faccia sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, faccia piovere lโacqua della sua grazia sui giusti e sugli ingiusti. Quando la volontร del Padre diventa nostra proprietร , noi diveniamo farisei, gente che giudica gli altri indegni e se stessi come degni. Annulliamo in tal modo la degnitร della nostra ereditร perchรฉ uccidiamo la fratellanza in nome di un fariseismo che dice che solo noi siamo degni di essere proprietari di tale ereditร , dunque di essere figli.
In fondo, piรน o meno coscienti poco importa, noi mettiamo in atto, nel volere lโereditร , delle azioni che sono finalizzate alla morte del Padre e del fratello. Vogliamo possedere ciรฒ che ci รจ donato. Non accettiamo di conseguenza che quei malvagi, che sono gli altri, possano continuare a ricevere acqua e sole su di loro, negando in pratica la volontร del Padre. Questa รจ causa di violenza nella storia di ogni uomo, violenza che spesso diventa anche violenza religiosa. Per salvaguardare la nostra identitร noi giustifichiamo lโuccisione del fratello o la negazione che lui abbia diritto di vivere e di avere la sua parte di ereditร . Lโappropriazione del dono รจ distruzione del dono. Non รจ piรน donato, รจ mio, Tu Dio cosa cโentri con me! Manda pure i tuoi messaggeri e i tuoi profeti, manda pure tuo Figlio, noi gli neghiamo il diritto di chiedere i frutti della condivisione del sole e della pioggia, per questo li e Lo uccidiamo. Disturba la nostra vita, disturba la nostra religione, disturba la nostra proprietร .
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Cosรฌ il nostro idolo diventa la proprietร , negazione di ogni dono e dunque di ogni Paternitร di Dio. Siccome tutto รจ dono, noi il mondo e Dio, tutto รจ travolto dalle fauci di questa morte dove la grazia, vale a dire la vita del Padre, รจ negata.
Lโereditร , il tesoro, รจ lo Spirito di amore del Padre e del Figlio. Quando noi ci appropriamo dellโamore, noi lo uccidiamo e lo distruggiamo. Siccome tutto รจ dono e amore, noi giungiamo passo dopo passo a distruggere il mondo stesso.
Lโunica cosa rivoluzionaria che emerge da questa storia รจ il fatto che quando noi otteniamo lโereditร uccidendo il Figlio, a noi che togliamo la vita Lui dona la vita donando la sua vita. In questo modo, solo in questo modo, il bene trionfa di ogni male!
Vogliamo veramente lโereditร del Padre? Diventiamo figli fratelli del Figlio, donando la nostra vita: cosรฌ saremo eredi e porteremo frutto. Anzichรฉ uccidere, scegliamo di donare morendo.
Cosรฌ Gesรน, pietra scartata dai costruttori, รจ diventa testata dโangolo. Questo รจ il vero potere: morire e risorgere per i fratelli. La croce, stoltezza e debolezza per i ciechi sapienti e potenti, รจ sapienza e potenza di Dio che salva lโuomo, distruggendo i suoi deliri di morte. A noi scegliere di appoggiarci su Gesรน testata dโangolo, anzichรฉ sul nulla delle nostre proprietร che uccidono lโessere figli e fratelli, vanificando ogni dono e lasciandoci con un pugno di mosche in mano. Alla nostra morte perderemo tutto, prima della morte possiamo donare tutto.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte โ Scuola Apostolica Sacro Cuore
Vangelo del giorno:
Mt 21, 33-43.45
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesรน disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
ยซAscoltate unโaltra parabola: cโera un uomo che possedeva un terreno e vi piantรฒ una vigna. La circondรฒ con una siepe, vi scavรฒ una buca per il torchio e costruรฌ una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andรฒ lontano.
Quando arrivรฒ il tempo di raccogliere i frutti, mandรฒ i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandรฒ di nuovo altri servi, piรน numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandรฒ loro il proprio figlio dicendo: โAvranno rispetto per mio figlio!โ. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: โCostui รจ lโerede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua ereditร !โ. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrร dunque il padrone della vigna, che cosa farร a quei contadini?ยป.
Gli risposero: ยซQuei malvagi, li farร morire miseramente e darร in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempoยป.
E Gesรน disse loro: ยซNon avete mai letto nelle Scritture:
โLa pietra che i costruttori hanno scartato
รจ diventata la pietra dโangolo;
questo รจ stato fatto dal Signore
ed รจ una meraviglia ai nostri occhiโ?
Perciรฒ io vi dico: a voi sarร tolto il regno di Dio e sarร dato a un popolo che ne produca i fruttiยป.
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perchรฉ lo considerava un profeta.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.