Diceva Galileo che “le cose sono unite da legami invisibili: non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella”. Questi legami invisibili non sono meno importanti di quelli visibili. Legami invisibili che noi rischiamo ogni giorno di perdere costringendoci ad andare a cercare legami visibili che non durano e che sono di poco conto, rispetto a quelli invisibili.
Noi oggi siamo per il tutto e subito, per bruciare sensazioni nella supposizione che non ci sia nulla che valga la pena d’essere continuato. Aver la capacità di sostare, di ripetere, ci ricorda che gli atti vitali fondamentali avvengono tutti nella ripetizione. Dal battito del cuore al respiro. Le cose fondamentali si ripetono, quelle uniche non sono importanti per la vita. Sospendiamo per un poco le cose che si ripetono di continuo come il mangiare, il dormire, il respirare, il battere del cuore e ci accorgeremo che scompare la vita. Cominciare a capire queste cose fondamentali e vederle e assimilarle, ecco il principio della vita interiore, del trovare la propria identità, del cogliere legami impensabili e vitali.
Rimanere nella vite come tralci per potere portare frutto, non è azione solitaria, non è azione isolata, non è azione da farsi una volta per sempre. Rimanere nella vite è azione vitale che ci permette di portare frutto. Frutto non come cosa nostra, come cosa da sbandierare ma frutto come dono di vita, come dono alla vita, come dono della Vita.
Cogliamo lo sguardo ripetitivo di amore pieno di cura del nostro Padre per noi, ogni giorno! Cogliamone tutta la sapienza di cuore che è amore vero, poco appariscente, poco ricercato, ma profondamente vitale. Lasciamoci toccare da questa sua contemplazione amante di noi, e tocchiamo a nostra volta la vita con un tocco di sguardo contemplativo che ci aiuta a ripetere l’essere bene, rimanendo a bocca aperta davanti alla vita.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15, 1-8
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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