Cosa cerchi Maria di Magdala al sepolcro? Cerchi un ricordo, cerchi una memoria, cerchi una conferma, cerchi un senso, cerchi qualcosa che ti dica a cosa sei destinata? Cosa cerchi Maria in quel luogo dell’ultimo saluto, in quel luogo che ti dice l’ultimo incontro? Perché vuoi fare memoria di questa morte? Non è meglio dimenticare e non vedere? Tutto passa, lascia andare! Perché vuoi mettere il tuo cuore in un cumulo di morte? Una pietra, un po’ di terra e tutto finisce lì, cosa cerchi Maria in questo mattino, primo giorno di tutti i giorni, in questo mattino “quando ancora era buio”?
Che te ne fai Maria di un cadavere, che te ne fai di un sepolcro? Perché tanta insistenza per ritrovare un cadavere e per avere ancora un luogo dove recarsi e dove porre la propria memoria?
Cosa vedi Maria? “vide la pietra che era stata tolta dal sepolcro”! E poi cosa hai visto Maria mentre corri via? Cosa si sta sognando Maria? Il suo cuore batte e sente che c’è qualcosa di strano. Ma sappiamo che le donne, quando amano, hanno una fantasia … o forse non è fantasia, forse è qualcosa di più e di più grande. Cosa cerchi Maria sulla via mentre corri dai discepoli e poi, e poi ti ritroviamo al sepolcro senza che tu vi sia ritornata. Giovanni non lo dice che sei ritornata eppure ti ritroviamo lì! Forse non te ne sei mai allontanata, eppure sei corsa ad avvertire Pietro e Giovanni. Non puoi avere fatto una telefonata. Sei andata ad avvertirli ma non ti sei mai allontanata. Non ti sei mai allontanata perché hai visto la pietra rotolata. Non sappiamo che cosa hai pensato, ai due discepoli hai detto che l’hanno portato via. Ma forse non era quello che pensavi, di sicuro non era quello che sentivi.
Che cosa hai visto Maria? Cosa ti dice il cuore? Cosa cerca il tuo amore? Un cadavere? Un cumulo di terra? Una pietra ben chiusa? Tu hai visto la pietra rotolata. E poi? pPi piangi. Poi ti chini a terra e mentre ti chini vedi due angeli. Solita fantasia delle donne? Solita fantasia di chi ama? Allucinazioni? Oltretutto stai piangendo, hai la vista annebbiata dalle lacrime. Eppure, eppure si ha l’impressione che ci sia qualcosa d’altro. Troppa passione, troppo amore, troppa illusione o un vedere che è un vedere altro? Cosa vede il cuore e quali ragioni ha il cuore? Non lo sapremo mai. Al massimo possiamo avere delle esperienze di vita, ma mai un’analisi psicologica o un’analisi cosiddetta scientifica.
Tutti ti chiedono perché piangi? Te lo chiedono gli angeli, te lo chiede il custode del giardino che, scoprirai presto, è il custode della vita. Me lo hanno portato via, per questo piango. Piangi perché te lo hanno portato via? Ma non ti accorgi ancora che stai piangendo di gioia perché Lui è vivo? È vivo in te. È vivo nel tuo ricordo. È vivo nella tua vita. È vivo nel tuo cuore.
Tu hai iniziato a vedere, Maria, e hai visto la pietra tolta dal sepolcro, hai poi visto i due angeli, infine hai visto il custode del giardino. Il tuo cuore sta scoppiando di sofferenza e di amore. A questo punto il custode del giardino ti chiama per nome “Maria”. La chiamata toglie il tappo al cuore compresso e la vista diventa contemplazione e vedi ciò che era invisibile. La contemplazione scoppia nei tuoi occhi pieni di lacrime che dicono pienezza di amore, e diventi capace di vedere. Guardi, ti fermi, chiedi, osservi, contempli, per questo vedi l’invisibile, vedi ciò che neppure Pietro e Giovanni hanno visto. Vedi oltre, vedi la presenza. Non è vero che te lo hanno portato via, è vero che Lui si presenta a te non come il simbolo della morte e del ricordo della morte, ma come realtà di vita. Ti ricordavi la sua morte, ti ricordavi il sepolcro, ti lamentavi perché te lo avevano rubato. Te lo ritrovi mentre ti chiama per nome e vedi oltre, vedi oltre le apparenze.
L’amore diventa fede e la fede diventa amore, per questo vedi Maria! Sperimenti quello che è concesso a chi guarda con amore. Ti è concesso a chi guarda con amore perché chi guarda con amore contempla e vede cose che gli altri non vedono.
Così ti fermi, guardi, che dico, contempli e vedi e riconosci e scoppi nel grido di gioia “Rabbunì”! Ora capisci, Colui che era morto è vivo. Come sono vivi i nostri cari. La nostalgia, il vuoto che tanto ci fanno paura, ci parlano di un’altra presenza, una presenza più vera e più reale, una presenza vitale. È il ricordo che visto con amore e dunque contemplato diventa memoriale, diventa celebrazione di messa sul mondo dei morti che è pieno di vivi. E lì, lì sentiamo il nostro nome chiamato da Colui che è il custode del giardino non più della morte ma della vita. È il giardino dell’Eden preparato per noi dal Signore della vita. Adesso capiamo, adesso possiamo vedere!
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore