La fede รจ fondamentalmente una domanda vitale. ร nella domanda che sorge dal cuore dellโuomo che si apre la via per lโincontro con Dio. Lโannuncio che il Regno di Dio รจ vicino, per cui siamo chiamati alla conversione, รจ provocazione di una domanda.
Noi siamo abituati a ritenere la fede una questione di risposta. Ad ogni questione vi รจ una risposta. E quando risposta non cโรจ, ci affrettiamo a confezionarne una, magari rifacendoci al vangelo con un atteggiamento retroattivo. E quando risposta non cโรจ, ci sentiamo a disagio perchรฉ sembra che qualche cosa sia fuori posto e ci sia qualcosa che non va. E quando qualche domanda sembra vada fuori dal seminato, anzichรฉ accettare la ricerca noi ci affrettiamo a fare rientrare nei ranghi quella domanda che ci infastidisce.
Gesรน domanda ai suoi discepoli chi Lui sia. Non si preoccupa della risposta, si occupa della domanda. Sรฌ, perchรฉ lโunica risposta vera รจ quella che nasce dal cuore, รจ quella che ci suggerisce il Padre. Noi siamo beati se una risposta ci viene donata e nasce da un cuore che si domanda, come รจ stato il cuore di Pietro.
Le nostre risposte, il nostro bisogno di risposta, serve solo alla nostra insicurezza, non alla fede.
Per noi lโannuncio รจ dire chi Gesรน รจ. Per Gesรน lโannuncio รจ suscitare una domanda. Domanda a tutto campo. Domanda su se stessi, domanda su Dio, domanda sul futuro, domanda sul presente. La domanda รจ lโunica che puรฒ smuovere un cuore addormentato e creare del buono.
La risposta assopisce e non smuove nulla. Tutte le chiarezze teologiche, tutti i documenti della chiesa ben scritti, tutte le risposte del catechismo ben confezionate, non hanno mai smosso nessuno.
La tentazione รจ sempre quella: quella di usare il vangelo per confermare un nostro pensiero, un fare della dietrologia. Il rischio รจ proprio questo: usare il vangelo di oggi per giustificare la struttura gerarchica della chiesa di oggi, struttura che รจ frutto della storia non del vangelo; struttura che troppo spesso รจ diventata ed รจ fonte di potere e di peccato.
No, il vangelo di oggi, come la figura di Pietro, come la figura del Papa, hanno senso nella misura in cui suscitano una domanda. Perchรฉ laddove cโรจ domanda cโรจ desiderio e laddove cโรจ desiderio cโรจ apertura e ricerca. E laddove cโรจ ricerca un cuore desidera e si apre ad una risposta che nessuno se non il Padre gli puรฒ suggerire.
Anche le risposte dei discepoli, a ben guardare, possono essere ambigue. Sembrano piรน orientate a giustificare una sorta di reincarnazione miracolistica che possa ripetere il passato, piรน che orientate e aperte ad un annuncio.
Qui noi ritroviamo il nostro peccato ecclesiale di oggi, il mio peccato: credere che annunciare significhi insegnare, andare a fare vedere come si fa a vivere. Abbiamo schiavizzato il vangelo al pensiero razionalista occidentale e lโabbiamo scambiato per vangelo: i guai arrecati sono sotto i nostri occhi ogni giorno.
La fede, dunque, รจ domanda. Le risposte, se non precedute dalla domanda, sono cose vuote che non stimolano un cammino, non creano nรฉ desiderio e neppure coinvolgimento. Un cuore comunica con Dio se quel cuore รจ in ricerca, se evidenzia un bisogno di Dio che non sempre si evidenzia.
Cristo non รจ una risposta da insegnare, che manifesta una veritร di cui io sono detentore.
Cristo รจ sempre una domanda: โMa, voi chi dite che io sia?โ.
Il messaggio che ribadiamo รจ lo stesso: non ci interessa la risposta, ci interessa che la domanda tocchi il cuore, il centro di quello che noi siamo. Tutto il resto ci sarร dato in piรน.