La Parola di Dio in una mano e il giornale nell’altra, è uno dei moti per vivere una vita cristiana di p. Dehon.
Sulla Parola di Dio e sul suo ascolto siamo ritornati più volte nella nostra riflessione; sul giornale direi poco anche se sempre, nelle nostre meditazioni, un occhio alla realtà di tutti i giorni lo abbiamo avuto.
Il segno del giornale in una mano ha ben poco a che vedere con i nostri giornali odierni, visto come sono ridotti.
Il giornale in una mano mentre nell’altra hai la Parola di Dio, ha un senso profondo di incarnazione della vita cristiana.
Il giornale richiama la realtà quotidiana con tutte le sue parzialità. Domandarci che senso ha la nostra realtà quotidiana credo sia importante come essenziale sia riflettere sul come noi guardiamo la nostra realtà quotidiana.
Quale occhio abbiamo e come la leggiamo? Il nostro è occhio di Dio o è occhio che cerca solo quanto non va per potersi lamentare?
Leggere con occhio attento, profondo e buono quanto avviene nella nostra esistenza personale e sociale è mezzo per potere incarnare quanto la Parola ci dice.
Fare questo ci salva innanzitutto da una lettura della Parola, anche se scientifica, vuota e fine a se stessa. Fare questo passo ci aiuta a riscoprire la bellezza della Parola come qualcosa di vivo che parla alla mia vita. Fare questo è via per mettere in pratica quanto ascoltato.
Come leggiamo, ad esempio, il fatto che un nostro genitore sta perdendo progressivamente la memoria e la salute? Come leggiamo il fatto che non si ricorda il tuo nome e magari non ti riconosce? Quale Parola ascoltiamo da e in questa realtà?
C’è un richiamo profondo alla vita quella vera, in queste realtà, che ci parla di un Dio incarnato non sulle nuvole ma nel nostro quotidiano.
Il richiamo è molto semplice: la vita non è quella che ci immaginiamo ma è quella che si presenta a noi. Vedere la bellezza di quanto abbiamo davanti e scoprire il gusto di affrontarla e di viverla, è dare un tocco di bellezza e di umanità a quanto viviamo.
Non abbiamo tempo di fare questo? Forse la questione è un’altra: siamo disponibili a rinunciare a delle cose anche importanti per dare spazio a questo vangelo quotidiano e incarnato che il giornale della vita ci presenta oggi?
Dare tempo per ascoltare questo giornale; dare tempo per osservarlo o meglio ancora per contemplarlo. Dare tempo per inventare qualcosa di bello per costruirlo e per affrontarlo. Dare tempo perché il nostro cuore possa convertirsi sempre più e sempre meglio alla vita, quella vera e quella bella che il Signore ogni giorno ci dona.
Questi sono per me, dice il Signore, madre e fratelli: “chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”.
Quella volontà che è vita, incarnazione e prende spunto dall’ascolto della Parola e dalla incarnazione nella vita grazie al giornale.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM