p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 21 Luglio 2019

È bello fare un piacere, è bello fare qualcosa per fare piacere a qualcuno, ma questo non basta e non può essere lo scopo del nostro agire e del nostro vivere. Presto o tardi, a forza di fare per far piacere, noi ci ritroviamo scarichi e senza più nulla da dire né tantomeno da dare. Non ci rimane che la lamentela perché tutto quello che abbiamo fatto, e dato, sembra essere andato in fumo, sembra essere cosa inutile, cosa che non serve a nulla. Ho sprecato tempo e energie, ho dato parte o tanto della mia vita e guarda come sono ridotto.

Fare qualcosa per fare piacere a Dio ha un po’ le stesse caratteristiche e scatena la stessa dinamica. Fare le cose per fare piacere al Signore mi porta a vivere una religiosità di compiacenza dove centrale non è la relazione con Dio quanto invece la relazione con il mio ombelico. Mi sento di fare questa cosa, vedo che fa piacere, la faccio e poi? Poi mi siedo e attendo la gratifica per quello che ho fatto e ho vissuto: tempo perso, tempo dove la mia vita si scioglie in mille rivoli e si perde nella terra desertica che circonda la mia vita. Fare le cose per fare piacere a Dio è un tranello terribile con cui spesso condiamo la nostra pseudo religiosità. Cerchiamo di ottenere i suoi favori; se dai del tempo a Lui vedrai che poi Lui ti ricompenserà. Se vivi per Lui vedrai che non te ne pentirai, presto o tardi la vita ti sorriderà e ti ripagherà di tutto ciò che hai fatto per Lui. Lui non è uno che si dimentica delle cose fatte per Lui. Mi sembra che il rischio di ridurre il nostro rapporto con Dio ad un mercimonio, ad un meretricio, ad un fare per compiacenza, sia la grande sfida che continuamente mettiamo in atto con le nostre religiosità.

Ma Dio vuole amore, non gli interessano i nostri sacrifici, le nostre rinunce, il nostro stare davanti a Lui e il nostro darci da fare per Lui, se lo scopo è quello di ricevere attenzioni e gratifiche.

            La chiamata del vangelo di oggi è quella di fare un passo avanti da questa religiosità così pervasiva. Siamo chiamati a passare dal vivere per far piacere al Signore al vivere perché ci piace il Signore. Mi piace come vive, mi piace come si esprime, mi piace il suo volto, vado giù di testa a stare ai suoi piedi ad ascoltarlo, rimango a bocca aperta quando posso semplicemente stare con Lui. È una relazione piacevole che vale la pena di vivere. Non sono io che vivo per Lui ma è Lui che vive per me, per questo mi piace vivere con Lui e per Lui per vivere con i miei fratelli e per loro.

            Fare piacere al Signore per piacere al Signore è religiosità della Legge che mi ricorda i miei doveri e, per la quale, io debbo andare a Gerusalemme passando dall’altra parte della strada. Il vide e passò oltre, perché devo fare una cosa per piacere a Dio, è all’ordine del giorno.

Vivere perché presi da ciò che il Signore Dio fa per noi, è un altro paio di maniche. Il centro della mia religiosità non sono io coi miei meriti e demeriti, il centro della mia fede è il Signore della vita. Lui danza in me e io godo di questa danza e il mio godere diventa contagioso, qualcosa che vivo come bello e che condivido come bello coi miei fratelli. È una condivisione di vita che magari si esprime semplicemente fermandomi sul ciglio della strada dove incontro un uomo lasciato mezzo morto dai briganti e mi prendo cura di lui. Lo faccio non per fare piacere a Dio ma perché è bello, perché sento Dio danzare in me, perché sento la vita di Lui che sprizza da tutti i pori e non posso fare a meno di non esprimerlo, soprattutto in situazioni di morte e di sofferenza dove sembra non vi sia più speranza.

È tempo, che dico, è bello passare dalla religiosità della Legge al vangelo dell’amore. Non perchè devo fare piacere a Dio, non perché me lo hanno detto in tutte le salse, non perché devo salvare la mia anima, non perché così guadagno il Paradiso, tutte cose parzialmente vere, ma perché, finalmente, mi sono lasciato toccare dall’amore di Dio. Non mi interessa dare soddisfazione ai miei famigliari o ai miei amici: sa troppo di compiacenza. Lo vivo perché è roba da vivi e roba vitale, lo vivo perché ne vale la pena, perché è bello e perché la vita cresce in me e intorno a me.

Essere Maria e non Marta è iniziare la mia giornata accogliendo l’amore del Samaritano. Se non facciamo questo e non godiamo di questo e non viviamo questo, il nostro fare rischierà di essere sempre un fare per compiacenza, un fare come quello dello scriba, un fare come quello dello scriba o del sacerdote: vide e passò oltre. Lasciarci rendere vivi ogni giorno da Lui è via per vivere da vivi e non da morti le nostre relazioni con Lui e con i fratelli.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

Letture della
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.

Dal libro della Gènesi
Gn 18,1-10a

In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 14 (15)
R. Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua. R.
 
Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore. R.
 
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. R.

Seconda Lettura

Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1, 24-28


Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.

Parola di Dio

Vangelo

Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Parola del Signore

Read more

Local News