HomeVangelo del Giornop. Giovanni Nicoli - Commento al Vangelo del 20 Gennaio 2024

p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 20 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 3, 20-21

La storia del vangelo di oggi è: siccome tutto quello che fa Gesù non rientra nei canoni della famiglia e della società è ritenuto pazzo e inaffidabile. La gente dice così, per questo lo dobbiamo rinchiudere perché altrimenti che cosa dirà anche di noi.

Un altro aspetto che il vangelo di quest’oggi mette in evidenza è il desiderio che ognuno di noi ha di prevalere sull’altro. L’uomo non rinuncia mai a volere rendere l’altro schiavo di se stesso. Forse la schiavitù è terminata a livello teorico, ma non nella realtà.

Quanti modi ci sono di rendere schiave le persone anche attraverso le relazioni di parentela. Si può rendere schiava una persona anche inducendola a pensare in un certo modo, plagiandola. Pensiamo a tutta l’azione propagandistica dei regimi totalitari. Chi ha potere spesso lo usa per prevalere sul prossimo con superbia e arroganza, avvalendosi di una supposta superiorità culturale, politica o finanziaria.

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Il grande mezzo per dominare tutto questo, oggi giorno è l’informazione, magari telematica. Nel mondo d’oggi l’informazione ha raggiunto una dimensione straordinaria, mai vista in precedenza. Tutti parlano di tutto, le informazioni circolano dappertutto: è importante che noi possiamo distinguere da quale spirito queste informazioni sono dettate. Sono dettate dalla preoccupazione dell’auditel?  Sono dettate dalla propaganda? Sono dettate dalla convenienza politica?

È importante cogliere la motivazione vera, per potere discernere la verità e scegliere e non lasciarsi plagiare. Magari correre il rischio di essere presi per pazzi, ma per lo meno vivere nella verità.

I suoi uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: “È fuori di sé”!

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Capire o giudicare è da sempre il binomio di poli entro i quali si gioca la maggior parte delle relazioni. Capire o giudicare, mettersi in ascolto o sapere già cosa l’altro dirà, accogliere o rifiutare e combattere.

Ancora di più oggi che l’informazione è avvelenata da una falsa e continua guerra per salvare l’orgoglio ferito dell’occidente come dell’oriente, magari del Medio Oriente, raggiungendo guadagni mai sperati in tempo di pace. Rabbia che porta alla vendetta mafiosa delle superpotenze contro popoli di poveracci, si contro un popolo perché gran parte delle vittime sono i civili e non coloro che combattono, sono loro gli effetti collaterali, sono loro le vittime delle bombe intelligenti.

Mettere l’accoglienza alla base delle proprie relazioni, significa amare innanzitutto una persona. Noi di solito una situazione o una persona prima di accoglierla la studiamo e cerchiamo di capirla, poi la accogliamo oppure no sicuri del nostro giudizio: niente di più falso e niente di più fallimentare. Sì perché una persona o una realtà la si capisce solo se la si ama, non se la si studia con un freddo razionalismo. La persona è mistero e solo nel mistero dell’amore vi può essere vera accoglienza. Fuori da lì c’è solo un freddo razionalismo che giudica e viviseziona, un freddo razionalismo che non potrà mai comprendere e accogliere.

Il giudizio è il veleno delle nostre relazioni perché non porta alla comprensione ma al pregiudizio, di solito cerca solo conferme al proprio pregiudizio attraverso uno sguardo e una ricerca estremamente selettivi fino a rasentare la paranoia.

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