p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 20 Aprile 2021

734

È importante, nella nostra realtà di vita, incontrare gente che sappia condividere il pane con i fratelli. Mosè fu uno che diede il pane ai suoi Giudei. Ma non basta questa dimensione. Questa dimensione non basta soprattutto quando sia chi compie il gesto, sia chi inneggia al gesto, lo fa per essere importante, creando notorietà e importanza, come Mosè.

La condivisione rimane rilevante ma ciò che conta veramente non è fare questo. Mosè diede il pane disceso dal cielo, la manna, quando erano rimasti senza pane, ma non era ancora il pane vero. Come non è pane vero il pane che condivide il prete magari anche grazie all’eucaristia.

Chi fa la differenza vitale è “il Padre mio che vi dà il pane dal cielo”, ci dice Gesù nel vangelo di Giovanni.

Questo è vero semplicemente perché il pane di Dio “è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.

Il pane di Dio ti mette in guardia dalla sazietà. Il pericolo che continuamente noi corriamo è quello di mettere Dio a servizio della sazietà, dimentichi del fatto che il pane di Dio ci ricorda il bene insostituibile della libertà.

Il pane di Dio ti mette in guardia dalla sazietà. Mettere Dio a servizio della sazietà è un appiattimento del benessere, perchè fraintende il dono, cogliendolo come ben-avere!

È ciò che vivono anche coloro che hanno fatto esperienza del miracolo del pane moltiplicato. Sono talmente presi dal gusto che vanno a cercare Gesù per un ben-essere che in realtà si presenta come un ben-avere.

Questo evidenzia il fatto che Gesù sia cercato da questa insaziabile fame. Anche noi sembriamo sempre alla ricerca di una sazietà, sia in chiesa o fuori chiesa poco importa. Ciò che ci spinge può essere la fame o la nostra preoccupazione di un cibo che non perisce. Qualcosa che dura per la vita eterna? Ciò che fa pericolo è la dipendenza dalla sazietà. La sazietà è un pericolo perché, siccome ti senti a posto e hai risolto i tuoi problemi economici, ti fa dimenticare gli altri e Dio.

Il cibo, come qualsiasi altro bene, corre sempre il rischio, mai veduto come tale, dell’accaparramento. Ciò che eccede al mio bisogno di ogni giorno rischia sempre di deperire, come la manna accumulata. Sembra cosa buona ma presto o tardi mi porta ad una dipendenza che non è cosa sana e non fa emergere la bellezza del pane condiviso anziché accumulato. Naturalmente tutto questo è vissuto come cosa sana dalla dipendenza da un benessere sempre meno bene.

Sembra che uno dei problemi sia quello di avere la possibilità di essere sazi. L’essere sazi è un problema non perché risolve un nostro bisogno, quanto invece perché ci fa vivere una vita da smemorati, dimenticando Dio e quindi l’amore vissuto e donato all’eccesso. Proviamo a pensare quanto gioca nella nostra vita la necessità che poniamo nelle nostre scelte quotidiane e quindi anche di fede, nel soddisfare fino all’esaurimento i nostri bisogni, alimentando sempre nuove richieste, che non guardano il bene della persona perché se guardassero a questo, il mercato come potrebbe sussistere?

Il pane buono è cosa buona ma ciò che crea e fa crescere è il pane che non deperisce. Il pane di Dio evidenzia l’insostituibilità della libertà. Dio desidera che le persone imparino a vivere non dipendendo dai propri bisogni perché altrimenti non ci potrà essere libertà e giustizia ma neppure la capacità di amare.

A volte la non fedeltà a questo ci porta a credere più ai giorni di schiavitù, dove certe cose sono sicure, che non alla libertà.

Gesù ci dice “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”.

Il Pane che ci viene donato, il pane del Signore, l’eucaristia, Gesù cibo, ci ricorda il bene invendibile della libertà. Non ci chiede di piegarci, non ci chiede di perdere l’intelligenza, non impone in alcun modo un cuore che non batte più, non ci spinge a perdere la dignità, ci chiama alla vita condivisa e mangiata.

Una vita che viene da un pane donato a noi per amore: Gesù donato a noi ogni giorno, come via da percorrere per non negare la via ma per donarla in pienezza.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM