p. Giovanni Nicoli โ€“ Commento al Vangelo del 2 Marzo 2025

Domenica 2 Marzo 2025 - VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 6,39-45

Data:

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Questo vangelo rilancia la chiamata alla bellezza delle beatitudini e alla bellezza dellโ€™amore per i nemici.

Lasciamo risuonare in noi ciรฒ che ci dice Quasimodo: โ€œUomo, sei sempre quello della pietra e della fiondaโ€. In questa realtร  pregare per la pace non รจ una illusione.

Tutto questo ci rimanda alla realtร  della vita di ogni giorno. Gesรน ci riporta, con le sue affermazioni, a frasi che ruotano attorno agli occhi e al vedere, alla bocca e al parlare, al cuore. Lโ€™essere umano ha occhi per vedere, ma รจ spesso cieco; anzi รจ un cieco che guida un altro cieco.

Gesรน ci mette in guardia da un atteggiamento di giudizio: troppo spesso si tratta di chi corregge i comportamenti di un altro senza vedere e riconoscere i propri difetti. Lโ€™ipocrisia denunciata rivela la possibilitร  di vivere la fede in modo schizofrenico e falso. Il meccanismo psicologico che si mette in moto รจ semplice: mentre giudico e condanno lโ€™altro mi autoassolvo da comportamenti che possono essere anche molto piรน gravi di quelli che denuncio. รˆ la modalitร  ingannevole e ingannatrice di chi condannando altri, rende innocente se stesso.

Lโ€™invito รจ a conversione, a saper vedere se stessi nei propri limiti e peccati, a uscire dalla cecitร  che รจ sempre incapacitร  e non volontร  di vedere il male che abita nel proprio cuore. La conversione puรฒ nascere soltanto dal fare la veritร  davanti a Dio vedendosi in veritร .

Gesรน ci invita a guardare dentro noi stessi: non tanto la pagliuzza che รจ nellโ€™occhio del fratello, quanto la trave che รจ nel nostro. Ma di fronte a tanta violenza, a tanta ingiustizia che ci circonda, devo guardare alle presunte mie travi che ho nei miei occhi?

Gesรน sa che ognuno di noi ha in se la tentazione di ergersi a giudice dellโ€™altro e anche quella di vedere sรฉ stesso come il solo innocente.

Ciรฒ significa che nessuno di noi puรฒ dirsi del tutto privo di colpe e che la pace inizia proprio dentro di noi, nella nostra coscienza: quando riconosciamo nellโ€™altro un fratello. รˆ mai possibile che un esercito pronto alla guerra, una nazione, si accorga di avere di fronte non tanto dei nemici, quanto altri esseri umani che hanno affetti e famiglie?

Dagli occhi e dal vedere Gesรน passa a parlare anche della bocca e del cuore. Dice il Siracide (III secolo a. C.) che โ€œla parola rivela i pensieri del cuoreโ€.

E Gesรน aggiunge che โ€œla bocca esprime ciรฒ che dal cuore sovrabbondaโ€. Il cuore nella Bibbia รจ la sede della coscienza.

La parola rivela il cuore dellโ€™uomo. Riprendendo lโ€™immagine del vedere possiamo dire che la parola fa vedere il cuore dellโ€™uomo, mostra ciรฒ che abita in lui. Il rapporto cuore-bocca, ovvero, interno-esterno, invisibile-visibile, silenzioso-udibile รจ manifestato dalla parola.

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Sempre, quando parliamo, parliamo a partire da noi stessi e parliamo di noi. La parola รจ intimamente legata al nostro corpo e alla nostra anima, alla nostra biografia e alle nostre ferite, alla nostra affettivitร . La parola รจ anche forma di esplicita consegna di noi allโ€™altro: la parola ci mette a nudo perchรฉ viene dal cuore, svela qualcosa della nostra interioritร . La parola puรฒ divenire strumento di violenza e di menzogna, non di veritร .

Chi non sa vedere la realtร  per come รจ o chi la vede in modo distorto avrร  di conseguenza nella sua bocca una parola falsa. รˆ dalla falsitร  della parola nata da una cattiva coscienza che ogni guerra e ogni atto di violenza ha sempre inizio. Si distorce la realtร , si affermano false veritร , si costruisce cosรฌ lโ€™immagine del nemico. Tanto รจ piรน grande questa distorsione quanto piรน alta รจ la opposizione di chi la assume.

Gesรน propone, al contrario, una parola umile, che รจ tuttavia una parola forte proprio a causa della sua debolezza. Perchรฉ Gesรน si rivolge allโ€™altro considerandolo come un fratello in cui non si vogliono vedere nรฉ pagliuzze nรฉ travi.

Ci dice papa Francesco nella sua enciclica:

โ€œLโ€™inganno รจ nel cuore di chi trama il male, la gioia invece di chi promuove la pace (Proverbi 12, 20). Tuttavia, cโ€™รจ chi cerca soluzioni nella guerra, che spesso si nutre nel pervertimento delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dellโ€™altro e della diversitร  vista come ostacoloโ€ (256).

Gesรน passa dai comportamenti che offendono la fraternitร  alla radice dei comportamenti, ovvero, il cuore: โ€œLโ€™uomo buono, dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; lโ€™uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il maleโ€ (Lc 6,45).

In particolare, la frase finale del nostro testo evangelico pone uno stretto rapporto tra parola e cuore: โ€œLa bocca esprime ciรฒ che dal cuore sovrabbondaโ€ (Lc 6,45).

Centro intimo dellโ€™ascolto e della parola รจ, nellโ€™uomo, il cuore, biblica sede della volontร  e dellโ€™intelligenza, della ragione e della capacitร  decisionale, di emozioni e di sentimenti. Se โ€œdal cuore sgorga la vitaโ€ (Pr 4,23) e โ€œdal cuore umano escono i propositi di maleโ€ (Mc 7,21), la parola che lโ€™uomo pronuncia ha in sรฉ il potere di dare vita o morte: โ€œmorte e vita sono in potere della linguaโ€ (Pr 18,21).

Ma il parlare presenta anche il rischio di creare. Cโ€™รจ il rischio di ridurre la vita di fede a questione di bei discorsi, quasi che, pronunciate le parole giuste su Dio, si fosse esentati dal metterle in pratica. Quante volte le parole forti (Dio, libertร , giustizia โ€ฆ) si sono accompagnate, da parte di chi le pronunciava, a pratiche che le smentivano radicalmente. Se la parola rivela il cuore, rivela lโ€™intenzione profonda della persona: nel cuore nasce lโ€™unificazione di parola e azione, di parola e gesto.

Se il frutto dellโ€™uomo รจ il suo agire, la parola potrebbe anche divenire la foglia che copre la penosa assenza di frutti, che camuffa la realtร . Parola โ€œbuonaโ€ รจ allora la parola umile, la parola che ha il coraggio della veritร  e che non nasconde la realtร . Creare la fiducia perchรฉ una persona possa dirsi, accoglierlo nella propria umanitร  senza giudizi e condanne รจ compito pastorale necessario e vitale. Che richiede lโ€™uscita dalla cecitร , ovvero, la presa di coscienza della trave che รจ nel proprio occhio.

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