p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 2 Giugno 2023

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Dio ha fame! Ha fame della nostra vita, ha fame della nostra capacità di misericordia, ha fame del nostro cuore, ha fame della nostra fede, ha fame della nostra carità. Spesso la nostra vita sembra un fico che fa solo foglie e non nutre la fame di Dio, non nutrendo di conseguenza la fame degli uomini. Questa è prerogativa perché il tempio di Dio, che è il nostro cuore, non essendo abitato da Dio divenga una spelonca di ladri.

Gesù quest’oggi, facile da notare, sembra particolarmente arrabbiato con chi non concede ospitalità a Dio nella casa del suo cuore. È un Gesù particolarmente deluso.

Gesù pretende dal fico quello che il fico non può dare perché fuori stagione. Gesù è tutto compreso dalla sua fame, dalla fame di Dio di potere abitare il tempio del cuore dell’uomo che troppo spesso diventa spelonca di ladri e di traffici. Arriva a soluzioni estreme. Anche Gesù ha fatto il suo cammino come uomo per arrivare a una più piena coscienza di ciò a cui era chiamato. Gesù dopo avere risposto ai discepoli che tutto si può chiedere ritorna a dire che tutto si può chiedere ma soprattutto è necessario essere persone di perdono perché ciò che si chiede possa essere esaudito.

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Solo così la fame di Dio non diventa pretesa ma attesa. Solo così la delusione per il fogliame del fico diventa atteggiamento educativo che fa crescere la vita fino alla stagione giusta perché possa portare frutto.

Gesù è entrato trionfalmente a Gerusalemme e i tempi della passione sua si avvicinano. C’è aria di fine e Gesù è chiamato a portare a compimento quello per cui è stato mandato dal Padre. Gesù ha fame e il fico che non dà frutti si secca dopo la sua maledizione, e il tempio luogo di preghiera non dà più i frutti sperati da Dio ma dà solo frutti umani.

Il tempio è luogo dove tutte le genti dovrebbero radunarsi per innalzare lodi a Dio. Ora invece il luogo centrale è divenuto il luogo dove vi sono i cambiavalute e i mercanti. Questi tali, guadagnando col loro lavoro, permettono al tempio di funzionare e a tutti coloro che vi giungono di potere fare l’offerta prescritta dalla legge. Il problema è che tutto ciò sono solo foglie sotto le quali non vi sono fichi. L’uomo è il tempio del Dio vivente! Nel cuore dell’uomo si adora Dio.

Gesù maledice il fico che fa solo foglie come maledice il tempio che mostra solo del fogliame inutile, che non dà cibo. Gesù ha fame, ha fame del Padre, ha fame di preghiera, ha fame di relazione vera e profonda con gli uomini e con il Padre. Non può accettare un cibo non cibo, come quello propinato al tempio. Un cibo vuoto di sostanza, fatto solo di foglie, che salva solo le apparenze, che serve solo a mantenere economicamente il tempio non a renderlo luogo vivo, luogo di Vita.

È l’eterna tentazione della Chiesa che vuole salvare se stessa anziché annunciare la salvezza al mondo. Salvaguarda molto bene le proprie strutture. Non annunciamo più il vangelo, non incontriamo più la gente, non siamo più missionari. Il risultato l’abbiamo sotto gli occhi: dopo la catechesi sacramentale tutto scompare. I divorziati e i conviventi che non possono più accostarsi al sacramento della confessione e della eucaristia, si allontanano e vengono allontanati. Ci scaviamo la fossa con le nostre mani e poi ci lamentiamo perché ci cadiamo dentro.

Non possiamo accontentarci delle foglie. Non possiamo salvaguardare i muri delle nostre proprietà. Il mondo grida e ha fame e con lui Gesù: la chiesa ha senso se dona al mondo il buon cibo della Parola.

La preghiera è il luogo dove giocarci veramente per il mondo ricordando che il centro di ogni preghiera è il perdono verso il fratello perché Dio possa perdonare a noi.

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