Siamo chiamati a porci una domanda: come attendere Dio? In fondo la disperazione รจ parte della nostra vita che puรฒ avvicinarci di piรน a Dio di quanto lo faccia una condizione normale di benessere.
In fondo possiamo cogliere come lโinfelicitร รจ parte del nostro tran-tran quotidiano, un tran-tran spesso chiamato col nome di Dio che perรฒ, a ben guardare, toglie ogni interrogativo della vita.
Credo che tutto questo dovrebbe smuovere in noi un moto di veritร che ci dice che il punto interrogativo della nostra vita non รจ la sofferenza ma la sventura. La sventura ci indurisce e ci porta alla disperazione. ร un pezzo rovente che crea ripugnanza. Il male abita il nostro essere malvagi senza che ce ne accorgiamo. In fondo lโinfelicitร , a ben guardare, รจ la condizione della vera assenza di Dio.
Riuscire a cogliere in situazioni che non appaiono bene allo sguardo dellโapparenza, lโinvito a continuare ad amare a vuoto ci porta a cogliere la bellezza di una presenza non perchรฉ tutto funziona bene ma perchรฉ Lui ci ama. Questo, potremmo dire, รจ il cammino di Gesรน che viene donato a noi. Lui ha assunto, anzi Lui assume, su di sรฉ lโinfelicitร senza smarrire lโamore. Lโinfelicitร รจ il cieco meccanismo del mondo che necessita continuamente di portarci a rifiutare lโAmore, creando distanza tra noi e Gesรน.
Noi, amati da Lui, siamo semplicemente chiamati a camminare sulle acque, come Pietro con Lui, senza violare le leggi della natura. Quando noi ci allontaniamo dallโamore di Gesรน, noi non facciamo altro che abbandonarci alla legge della gravitร . Noi siamo convinti di potere volere e di potere scegliere, ma questa non รจ che una pietra che cade grazie ad un oggetto che ci viene venduto e presentato come felicitร .
Ormai รจ sempre piรน evidente il fatto che se la Luce รจ assente รจ cosรฌ perchรฉ noi obbediamo a leggi meccaniche cieche. Leggi che sono diventate sempre piรน i nostri idoli a cui immoliamo i nostri quotidiani.
Marco ci parla di Gesรน trasfigurato come luogo di felicitร e di amore. Gesรน รจ trasfigurato con i tre discepoli e in compagnia di Elia e di Mosรจ, cosa che avviene nella sofferenza, nella morte e nella risurrezione. San Giovanni Crisostomo pensava che Gesรน si fosse visto spesso piangere, mai ridere o sorridere.
Vi sono realtร che ci troviamo a vivere che sono talmente grandi che facciamo fatica a capirle e a coglierle. Possono essere situazioni belle oppure negative, possono essere realtร che danno una grande spinta di vita o realtร che tarpano le ali. Di fronte a queste realtร noi solitamente non sappiamo cosa dire, non sappiamo che fare. Rischiamo di subirle anzichรฉ viverle.
Possono essere realtร belle come vedere Gesรน con Mosรจ ed Elia che discutono. Oppure possono essere realtร dove ci accorgiamo che il Figlio dellโuomo deve molto soffrire ed essere disprezzato. Sono realtร belle che possono allโimprovviso rompere lโincanto e vedere in controluce la croce. ร la croce dellโincomprensione, รจ la croce del ferirsi a volte senza neppure volerlo, รจ la croce dellโincapacitร a perdonarsi.
Sia nellโun caso come nellโaltro credo sia essenziale avere il coraggio di guardare dentro di noi e cogliere quello che desideriamo. Voglio vivere fino in fondo la gioia di questo momento? Voglio risalire la china per recuperare questo rapporto che mi sta a cuore? Voglio ritornare ad amare ad un livello piรน alto attraversando la valle di lacrime del perdono come unica via per potere realmente camminare?
Non fa nulla se non capiamo fino in fondo quello che sta accadendo, ciรฒ che piรน importa รจ quello che noi desideriamo al di lร della freschezza della nostra gioia e al di lร della polvere delle nostre recriminazioni magari anche giuste.
Questa รจ una strada molto difficile e tortuosa, ma credo anche che sia lโunica vincente, lโunica che puรฒ realizzare qualcosa di vero al di lร delle apparenze. Credo sia lโunica che ci possa mettere alla sequela del Salvatore camminando dietro e accanto a lui. Che il Bene possa risplendere come lampada luminosa nelle tenebre che tante volte rischiano di soffocare la nostra vita.
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