HomeVangelo del Giornop. Giovanni Nicoli - Commento al Vangelo del 17 Marzo 2025

p. Giovanni Nicoli โ€“ Commento al Vangelo del 17 Marzo 2025

Commento al brano del Vangelo di: Lc 6,36-38

Abbiamo bisogno di un atto di coraggio per compiere una interruzione. Le cose interrotte a noi e al nostro perfezionismo, suonano sempre come qualcosa che non funziona, come una ferita. Mentre, il piรน delle volte, le interruzioni sono cosa salutare e umana. Valorizzare le interruzioni, sia quelle volute come quelle che ci accadono, รจ segno di saggezza e segno di una realtร  buona che ci accade.

Lโ€™invito a compiere una interruzione, oggi, nasce dallโ€™ascolto della misericordia di Dio piรน che dallโ€™ascolto del nostro io. Il nostro io chiede giustizia: quale poi? Non ne conosco a livello umano. Anzi, la giustizia รจ spesso invocata per coprire vendette di ogni genere e per perpetrare ingiustizie e soprusi.

Ascoltare il cuore di Dio che batte sul ritmo della misericordia, interrompendo lโ€™ascolto narcisista del nostro io che batte sul ritmo della vendetta, รจ cosa sana che ci riporta a riscoprire una umanitร  piccola.

Abbiamo bisogno di interrompere la nostra sorditร , quellโ€™essere sordi che ci isola dal resto del mondo. Quellโ€™essere sordi dove noi ci chiudiamo in noi stessi perchรฉ tanto non sentiamo piรน nessuno e perchรฉ, anche se sentissimo, quello che ascolteremmo non sarebbe nulla di buono. Interrompere la nostra sorditร  significa cominciare ad ascoltare il cuore misericordioso di Dio.

Riprendere ad ascoltare significa farci di nuovo familiari di Dio e quindi del prossimo. Essere familiari di Dio, sentire come Lui sente, ascoltare come Lui ascolta, significa metterci nella condizione di reagire alla vita come Lui reagisce.

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โ€œSiate misericordiosi, come il Padre vostro รจ misericordiosoโ€, รจ la scommessa della nostra vita. รˆ la salvezza della nostra vita. Una scommessa che si gioca sullโ€™interrompere, oltre la nostra sorditร , anche la dinamica di vendetta, la dinamica di rivendicazioni โ€œgiusteโ€ per me ma non per gli altri, la modalitร  in cui ciรฒ che vale รจ ciรฒ di cui sono convinto.

Interrompere questa dinamica รจ innanzitutto una scelta di fede che mi pone nella condizione di interrompere la mia abitudine a mettermi al posto di Dio perchรฉ โ€œio sono dioโ€. Ci riporta poi a compiere una scelta umana dove io interrompo il mio pensare di essere al centro del mondo.

Ascoltare, ascoltare il Signore significa metterci nella condizione per poterlo seguire, per essere suoi discepoli, per essere gente che cammina dietro a Lui sia nel ritmo dei passi come nella modalitร  del camminare come nel sentire il cammino stesso e gli incontri, che lungo il cammino, si andranno a realizzare.

Ascoltare il cuore di Dio รจ metterci nella condizione di autocoscienza per accorgerci che ciรฒ che ci manca รจ un cuore misericordioso come quello del Padre. Sentirne la mancanza รจ condizione per potere ricercare ciรฒ di cui siamo mancanti. Sentire la mancanza di misericordia รจ cominciare ad intravvedere la necessitร  di farci misurare col metro di Dio, e non piรน di misurarci col nostro metro.

Porre noi stessi come misura di giustizia รจ una delle piรน grandi ingiustizie, fonte di giustizie che di giustizia ben poco hanno. Se io sono misura di giustizia e di veritร , tutto ciรฒ che cozza contro questa realtร  va squalificato e annullato, in fondo va semplicemente giustiziato.

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Se Dio Padre e la sua misericordia sono il metro del mio agire e del mio pensare, allora ogni giustizia non potrร  mai, se vuole essere vera, nรฉ condannare nรฉ tantomeno escludere qualcuno. Il Dio che รจ con me contro lโ€™altro รจ solo frutto del mio narcisismo giustizialista dove io sono la misura del reale, non Dio e la sua misericordia.

Se io sordo sono il metro di ogni giudizio, passerรฒ le mie giornate a giudicare il prossimo; giocherรฒ la mia relazione con lui sulla maldicenza, via per confermare la mia giustizia che non si pone mai in relazione di correzione fraterna con lโ€™altro. Se io sono sordo alla misericordia di Dio, allora non potrรฒ che essere uno che condanna, che vede nellโ€™altro il problema di tutto. Non potrรฒ mai neppure sentire la nostalgia e la bellezza del perdono e della riconciliazione, sia essa con Dio come col prossimo.

Come non potrรฒ neppure essere uno che dona con abbondanza e con gratuitร . Anche se farรฒ cose grandi per gli altri, tutto sarร  autoreferenziale, a servizio del mio ego che รจ piรน vasto del mondo anche se รจ talmente piccino da non potersi accorgere di un bimbo che ride a tavola con te.

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