Purtroppo siamo abituati a vedere tagliuzzato il vangelo fino a perderne la vera dimensione. Il vangelo di oggi scaturisce dalla casa di Betania dove Gesรน si ritrova da una parte con la donna che lo unge e dallโaltra i discepoli con i capi che vogliono uccidere Gesรน.
Non possiamo nemmeno estrapolare Giuda dalla comunitร dei discepoli: lo vedremo che รจ un tuttโuno con loro. Non possiamo inoltre dimenticare che il centro di questo brano รจ quanto Gesรน sta facendo e vivendo coi suoi discepoli: sta facendo eucaristia. Quellโeucaristia tanto essenziale per la vita del cristiano e della chiesa che noi perรฒ abbiamo estrapolato dalla vita: bisogna andare a messa, ci siamo sentiti dire allโinfinito, dimentichi che invece noi siamo chiamati a vivere la messa sulle strade della vita. Comunque sia: lโeucaristia รจ il centro di tutto, non Giuda e il suo tradimento.
Detto questo credo sia importante evidenziare come Giuda sia uno dei discepoli, degli apostoli. Non possiamo dimenticare questo pena il credere che Giuda fosse uno che non cโentrava niente con la vita della chiesa. Giuda รจ la vita della chiesa e della prima comunitร cristiana. Giuda รจ un sassolino che provoca la valanga, la valanga che sono i discepoli stessi. Pietro dice, subito dopo, a Gesรน che lui non si scandalizzerร mai di Gesรน. Continua dicendo, dopo che Gesรน ha predetto il suo rinnegamento, che lui, Pietro, morirร con Gesรน. Lo stesso dissero tutti i suoi discepoli: spariranno tutti uno alla volta, lasciando solo Gesรน.
Dunque Giuda รจ, con gli apostoli, lo specchio della nostra vita. Guardando lui noi vediamo noi. Non cediamo troppo facilmente allo scandalo nei suoi confronti o al bel dito puntato contro di lui.
Il centro di questa parte del vangelo di Matteo รจ dato dal fatto che lโeucaristia รจ il centro del cristianesimo. Lโeucaristia รจ tutto e dร tutto. Lโeucaristia รจ lโamore che รจ piรน forte della morte. Noi siamo chiamati a ri-cordare, a fare memoria, di questo fatto che vede Gesรน al centro del dono. ร un ri-cordo costante che custodiamo nel cuore e nella vita, non quando siamo a messa, ma soprattutto quando siamo nella vita. A ben vedere lโeucaristia รจ incastonata tra la predizione del tradimento di Giuda e lo scandalo di tutti i discepoli. Pietro con Giuda, evidenzia come le nostre infedeltร altro non sono che le mani che abbiamo per accoglierlo. Cosรฌ la Luce entra nelle nostre tenebre e ci ricrea nella bellezza e nella bontร delle origini, come Dio ci aveva voluti fin dal principio. Ci riporta ad essere bambini, belli nella nascita e non ancora feriti dalle nostre infedeltร . Ci fa rinascere dallโalto anche quando siamo vecchi, come il vecchio Natanaele.
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Lโinvito a mangiare รจ chiaro. Il significato pure: chi mangia, assimila il cibo. Ma lโattore principale di questo banchetto รจ Gesรน. Mangiando di Lui noi siamo assimilati a Lui. Mangiando Lui noi veniamo mangiati da Lui. Lui entrando in noi, nelle nostre tenebre, grazie alle nostre infedeltร , ci fa scoppiare di Luce. Noi lo inchiodiamo e Lui si dona da mangiare illuminando mente e cuore, forze e desiderio. Lui si dona a noi che lo tradiamo e lo rinneghiamo. Nulla ci puรฒ separare dal suo amore, perchรฉ il nostro male Lui lo prende su di sรฉ e lo porta con sรฉ.
Lui รจ Colui che si dona e perdona senza condizioni. Come si dona e come ci perdona? Dandosi da mangiare a noi. A noi non resta che masticarlo facendolo nostro cosรฌ che noi diventiamo Lui.
Cosรฌ attraversando il borbottio per la donna che unge Gesรน con grande spreco di profumo di nardo, passando per il tradimento di Giuda, dimorando nel rinnegamento di Pietro, vivendo come apostoli fuggitivi da Gesรน che nella passione a noi si appassiona, noi viviamo la cena pasquale. In questa cena Gesรน anticipa il dono del suo corpo che avrร la sua consacrazione sulla croce. La cena diventa salvifica perchรฉ nel dono della croce si esprime lโapice del senso della sua vita per noi.
Celebrare lโeucaristia รจ accogliere a piene mani questo dono per diventare ostie viventi sulle strade della vita. Ostie non tanto perchรฉ perfette, ostie perchรฉ azzimi e perchรฉ, con le bellezze e le bruttezze di cui siamo portatori, noi diventiamo dono di vita ai fratelli. Gesรน tutto riceve dal Padre e tutto dร a noi suoi fratelli: accogliamolo con le mani delle nostre infedeltร , vivendo di Lui e vivendo Lui che tutto riceve e tutto dร . Cosรฌ mangiando di Lui noi diveniamo ciรฒ che mangiamo, vale a dire Lui.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte โ Scuola Apostolica Sacro Cuore