p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 16 Dicembre 2020

Vieni Signore Gesù! Sì, ecco vengo presto!

Nell’avvento un unico interrogativo ci deve muovere, ci deve incuriosire: Signore, vieni? Un interrogativo che assume spesso una connotazione di dubbio, quella del Battista: Sei tu Colui che deve venire? Ma siamo sicuri che sia proprio Lui? E aggiungeremmo noi: ma siamo sicuri poi che viene?

L’atteggiamento dell’attesa è l’atteggiamento dell’uomo che vive l’avvento con fede. Un uomo vivo e incarnato come il Battista. Senz’altro non un uomo ottuso che è falsamente fatto di certezze granitiche. L’uomo vero vive curiosità e dubbio. L’uomo di fede esprime la sua fede nel suo dubbio. L’indifferenza è madre della non fede, il dubbio è padre della fede se preso sul serio.

Il dubbio attanaglia la nostra ricerca e la nostra attesa. Il dubbio vissuto nella serietà della vita e nella profondità della fede è fonte di vita e di fede, rinnova la nostra vita e la nostra fede.

L’invocazione “Vieni, Signore!”, scaturisce dalla fede ed è fonte di speranza. Sei tu Signore colui che deve venire? È il dubbio che invera la fede e la speranza.

La speranza dell’atteso: Sei tu colui che deve venire? La speranza dell’atteso che il Battista aveva creduto di riconoscere al Giordano: Ecco l’Agnello di Dio! Ma sei tu colui che deve venire?

I momenti di luce si alternano sempre a momenti di buio e oscurità. È nella natura delle cose perché dopo il giorno viene la notte e dopo la notte il giorno.

Ecco l’Agnello di Dio: è il momento della certezza e della predicazione da parte del Battista, il momento in cui la sua vista è aperta e attenta, il momento in cui la speranza è certezza.

Quando il Battista è solo, nel buio delle segrete erodiane, il dubbio si insinua e il timore riempie di tristezza i suoi occhi. Ho forse sbagliato nell’additare Gesù come l’Agnello di Dio? Mi sono illuso nel credere che Gesù è il Messia, l’Inviato?     

È il momento del salto di qualità, il momento in cui la buona novella sembra valida per tutti ad eccezione del Battista, rinchiuso e solo.

La domanda ci rafforza quanto più la risposta di Gesù è silenziosa. Gesù non risponde facendo discorsi o qualche volo pindarico di teologia dogmatica o di esegesi biblica. Gesù risponde col silenzio: aspettate un attimo, scusatemi che ho qualcosa da fare, ma arrivo subito. La risposta di Gesù è vitale: guarisce i malati da malattie, da infermità e da spiriti cattivi e ridona la vista ai ciechi.

Fatta l’opera del Padre la presenta quale risposta ai discepoli di Giovanni: Andate e riferite quello che avete visto!

Questa è la risposta del Cristo, questa è la risposta del cristiano. Non tavole rotonde sui problemi della sanità ma opere di guarigione. Non tavole rotonde sulla volontà del Padre, ma la volontà del Padre: guarire e donare la vista.

Vieni Signore Gesù e illuminaci. Se ci lasciassimo illuminare dalla sua opera silenziosa e cominciassimo ad essere non più ciechi ma vedenti, potremmo essere cristiani che compiono la volontà del Padre ridonando la vista ai ciechi, a questo mondo cieco operando con carità, facendo bene il bene. A questo mondo che non sa più cosa fare per salvare la grande belva del mercato, che non riesce più a domarla; belva che sta mangiando tutti i suoi figli, noi cristiani risponderemmo non con una finanziaria ulteriore ma con opere di amore che illuminerebbero questo mondo che necessita di testimoni più che di gente che parla.

Diventiamo sempre meno parlatori di Dio e sempre più amanti di Dio e dell’uomo: Vieni Signore Gesù!


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM

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