p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 15 Luglio 2019 – Mt 10, 34-11.1

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Nella vita ci possiamo dare daffare, ci possiamo dare le mani dโ€™attorno ma arriva il momento in cui questo non basta. Il risultato, in noi, puรฒ essere โ€œma cosa ci sto a fare in questo mondo? meglio che il Signore mi chiami a sรจโ€.

Abbiamo passato la vita a lavorare e ci accorgiamo che ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano. Ci siamo impegnati a pregare come si deve e ora la preghiera non ci dice piรน niente. Abbiamo messo la nostra vita a servizio del Regno e ora sembra che la mia vita non abbia piรน senso per nessuno, tantomeno per me. Noi, normalmente, iniziamo unโ€™attivitร  perchรฉ cโ€™รจ del gusto, perchรฉ ci piace. Prego e prego molto perchรฉ mi sento bene mentre prego. Faccio meditazione perchรฉ ritrovo me stesso e la pace interiore. Mi dรฒ da fare in parrocchia perchรฉ la gente si accorge che mi impegno a servizio della collettivitร . Mi impegno nel mio lavoro perchรฉ ho soddisfazione nel lavoro stesso.

Tutto questo รจ cosa buona ma non ancora pienamente umana. Non vivo se non per la soddisfazione di quanto faccio, รจ il livello di vita a cui spesso ci fermiamo. La soddisfazione nel fare รจ una cosa buona ma รจ buona per iniziare, quando diventa lo scopo della nostra vita allora, stiamone certi, prima o poi tutto si blocca. Poco alla volta, senza che ce ne accorgiamo, diventiamo infatti dipendenti dai risultati. Non รจ una cosa brutta la pace e la relazione famigliare, non รจ una cosa brutta amare il prossimo e i miei fratelli, ma se mi fermo a fare questo per il gusto di farlo, prima o poi salta tutto e comincio a recriminare sul fatto che โ€œnon sono compresoโ€ e che โ€œcon tutto quello che ho fatto guarda come mi ripaganoโ€!

Quando perdo il gusto delle cose io o vivo male questo passaggio oppure posso fare un passo in avanti ed entrare in un campo di libertร  che prima non avevo visto. รˆ il tempo in cui crescere nella gratuitร  e nella libertร . Libertร  di quello che sono e gratuitร  in quello che faccio. Non sono piรน uno che fa le cose perchรฉ ne vede i risultati ma perchรฉ vive la bellezza della veritร  di quello che fa. Non sono piรน uno che fa le cose perchรฉ ha indietro riconoscenza e riconoscimento, ma le fa e le vive semplicemente perchรฉ รจ bello e vero cosรฌ.

Questa rivoluzione personale e sociale noi, normalmente, la rifiutiamo. Viviamo questo passaggio vitale come una cosa brutta, come una disgrazia, mentre invece รจ un momento di liberazione dal nostro lavoro, dalla nostra preghiera, dal nostro Dio, dalla nostra politica, dalla nostra societร , dalla nostra chiesa, dalla nostra religione.

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Lโ€™ariditร  di questo passaggio vitale siamo chiamati a viverla fino in fondo non accontentandoci delle recriminazioni, non cedendo alla tentazione delle stesse. Una persona che accetta di passare questo guado potrร  essere un bravo e vero politico, un bravo prete, un bravo genitore, uno che vive la preghiera non come merito e gongolando nella sua capacitร  tecnica di meditazione ma come semplice atto di amore che butti lรฌ e poi te ne vai. Non sono piรน cose o persone che ci appartengono, sono vita, semplicemente vita.

La ghiottoneria spirituale e lavorativa, lo faccio perchรฉ mi piace, รจ ghiottoneria non gratuitร  di rapporto sia nel lavoro come nella preghiera. La mia vita non dipende dalla posizione economica, dal successo in politica, dal fatto che salgo in alto. Tutto ciรฒ che sale prima o poi scende e lo scoraggiamento รจ la logica conseguenza di questo. Ciรฒ che vale รจ che la mia vita la possa vivere in sรฉ, non perchรฉ cosa ghiotta.

Non amo e non prego e non lavoro perchรฉ mi piace, ma perchรฉ รจ vita; non perchรฉ mi fa godere ma perchรฉ รจ vita anche nella sua ariditร . รˆ il passaggio dalla fede infantile e giovanile alla fede e alla vita adulta, umanamente vera e reale.

Cosรฌ Dio non sarร  piรน quello che mi pare e piace ma un Padre con ci ama, grazie al quale vivere. Ciรฒ che importa non รจ piรน la soddisfazione della quale possono anche farne a meno, ma la vita stessa, sia essa preghiera come rapporti famigliari come lavoro come politica. Questa รจ una bella rivoluzione a cui siamo chiamati non perchรฉ รจ qualcosa da fare, ma semplicemente perchรฉ รจ vita, vita vera per noi.

Smetterla di dipendere dal gusto delle cose รจ via per mettere al centro di quello che siamo e viviamo non lโ€™idolo del piacere o del risultato o della gratificazione o del successo, ma il Padre della Misericordia non come solutore dei nostri problemi ma come Padre che mi ama!

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

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Sono venuto a portare non pace, ma spada.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10, 34-11.1

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi apostoli:
ยซNon crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare lโ€™uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dellโ€™uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre piรน di me, non รจ degno di me; chi ama figlio o figlia piรน di me, non รจ degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non รจ degno di me.
Chi avrร  tenuto per sรฉ la propria vita, la perderร , e chi avrร  perduto la propria vita per causa mia, la troverร .
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perchรฉ รจ un profeta, avrร  la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perchรฉ รจ un giusto, avrร  la ricompensa del giusto.
Chi avrร  dato da bere anche un solo bicchiere dโ€™acqua fresca a uno di questi piccoli perchรฉ รจ un discepolo, in veritร  io vi dico: non perderร  la sua ricompensaยป.
Quando Gesรน ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partรฌ di lร  per insegnare e predicare nelle loro cittร .

Parola del Signore.