CRISTO ร CROCIFISSO IN QUELLE DONNE E BAMBINI!
Quello che donne, bambini e neonati stanno soffrendo nei campi di detenzione in Libia, รจ uno dei piรน grandi fallimenti della nostra civiltร . Sono gli anelli piรน deboli di questa dolorosa catena, i piรน esposti alla violenza, le piรน fragili vittime di questo genocidio che si consuma sotto i nostri occhi.
Ogni giorno un bambino nasce nellโinferno senza nessuna possibilitร di risurrezione, senza nessuna aspettativa di vita, senza nessun futuro. Neonati considerati soltanto Immondizia umana.
Sono i figli della violenza, degli stupri, degli abusi, sono il frutto di rapporti subiti ad opera dei gendarmi e degli uomini del campo.
In un pezzetto di terra dove non esiste nessuna legge, nessun diritto, nessuna umanitร , loro subiscono le piรน atroci violenze.
Nel campo nascosto dietro le collinette di Al Khoms, vedi vagare donne con occhi spenti e le pance gonfie per la violenza subita.
Hanno i volti tumefatti dalle botte ricevute per non aver accettato subito e senza reagire, lo stupro dei carnefici.
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Partoriscono tra la sabbia e i cartoni, abbandonate da tutti al loro destino, si tagliano da sole quel cordone ombelicale e consegnano il bambino al suo triste destino.
Molti non sopravvivranno piรน di due o tre giorni, spesso anche le โmadriโ subiscono la stessa sorte.
Infezioni ed emorragie, compiranno il destino.
Saranno gettati via quei piccoli corpi senza vita e senza nome, fuori dal campo dove si accumula e si sotterra lโimmondizia.
Bambine che portano dentro di sรฉ altri bambiniโฆ..
Uno spettacolo devastante per lโanima, per la nostra mente che rifiuta quello che vede, che ci impone di togliere lo sguardo da quegli esserini seminudi che vagano per il campo.
I โFigli del NOโ inascoltato, i figli del dolore patito; dellโoffesa subita, i figli del disprezzo, i figli che nessuno ha voluto e che nessuno vuole, i figli che non conosceranno mai la vitaโฆ e forse รจ meglio cosรฌ.
Preghiamo se sappiamo ancora commuoverci e piangere, e dedichiamo un minuto, un solo e semplice minuto a quelle โMai Madriโ dei campi di tortura, a quei โMai Figliโ di quei lager abbandonati dalla nostra incoscienza umana.
Claudio Khaled Ser
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte โ Scuola Apostolica Sacro Cuore