Con queste parole, con queste beatitudini, Gesรน vuole portarci alla vetta della vita. Dopo le varie guarigioni, vuole guarire il nostro cuore e la nostra mente. Oggi Lui compie questa parola, che noi ascoltiamo. Oggi siamo battezzati di nuovo nel segno della Buona Notizia. Basta coi dieci comandamenti, che hanno una loro importanza e bellezza, ma hanno sempre un cuore malato. ร il cuore della conquista e dellโavere che uccide noi prima, gli altri poi, il creato di conseguenza. La Parola che Gesรน ci dona ha il potere di liberare lโuomo dentro, di liberarlo fuori, di dargli una vita feconda. Una vita non piรน sotto la lebbra, ipotecata dalla morte; ci dona piedi per camminare verso la casa del Padre e ci dona il desiderio di fare festa. Cosรฌ possiamo trovare la casa, lo Sposo, cosรฌ ci apre la mano inaridita per potere accogliere la vita del Padre.
Questa pagina รจ il manifesto del Regno di Dio che non ci dice cosa dobbiamo fare ma come siamo chiamati ad essere. ร un invito ad aprire gli occhi, un invito che giunge a noi ciechi accecati e accecanti. Ci invita a vedere la Luce e la realtร alla Luce del Padre: unico modo di cogliere la realtร vera e totale al di lร dei nostri deliri e delle nostre allucinazioni.
Noi ascoltando e accogliendo queste parole, tocchiamo Gesรน e guariamo alla radice i nostri mali. Gesรน รจ venuto a portare amore e vita che vincono egoismo e morte, rifiutandosi di diventare egoismo e morte per averla vinta alla nostra maniera mortifera. Lโinvito di Gesรน non รจ invito a prendere ma a lasciare. Noi che vorremmo prendere tutto e sempre di piรน, noi malati di dominio e di ragione sugli altri, noi che vogliamo e pensiamo di essere superiori agli altri diversamente non esistiamo, ebbene noi Gesรน ci ama donando tutto se stesso e non prendendo nulla, scegliendo semplicemente di servire in umiltร .
Lui รจ beato perchรฉ povero donante quello che รจ, aperto alla linfa vitale che gli viene dal Padre. Lui รจ beato perchรฉ vive la fame come apertura al Pane di vita che รจ Lui, dono a noi del Padre. Lui piange coi poveri del mondo invitandoli ad aprirsi al dono della vita del Padre, quella vita che ci riempie di gioia e di ilaritร , insieme non piรน da soli. Essere derisi perchรฉ viventi nel Padre รจ la cosa piรน bella che siamo chiamati a vivere e a gustare. Ciรฒ che importa non sono i successi, ciรฒ che importa non sono i guadagni, ciรฒ che importa รจ vivere la vita vera aperta al dono del Padre e aperta a divenire dono con gratuitร , vale a dire donando senza accorgercene, senza rivalsa, senza attesa di ricompense.
Il nostro desiderio ammalato del bello e del buono legato al possedere cose, al dominare persone, allโavere in tasca Dio magari col rosario in mano, รจ chiamato da Gesรน alla guarigione nelle beatitudini, sapienza di vita del Padre. Il nostro desiderio malato รจ distruttivo di noi stessi in primis, poi degli altri perchรฉ avveleniamo le nostre relazioni con la distruttivitร del nostro desiderio malato di bellezza apparente; infinite distruggiamo la creazione perchรฉ tutto deve essere asservito allโeconomia, al guadagno ad ogni costo non per vivere ma per immolare la nostra vita al Moloch che non dร vita ma distrugge vita con lโillusione dellโessere vita e vitale. Cosรฌ i comandamenti per noi sono strumenti per convincere Dio della nostra bravura distruttiva, per poterlo tenere per il collarino dalla nostra parte, di noi che siamo i bravi, perchรฉ lo teniamo buono.
Cosรฌ la morte, la guerra, la distruzione, la violenza diventano motivi stolti di vita, uccidendo la sapienza che ci dice che la fame di amore, di dono, di solidarietร , di vita che il Padre dona a noi รจ cosa campata in aria.
Fidiamoci: i desideri di Dio Padre sono desideri di vita che sbocciano e crescono in noi quando siamo poveri di meriti umani e religiosi. Cosรฌ vuoti e piangenti, affamati di amore, saremo capaci di accogliere il dono del Padre divenendo dono del Padre per i fratelli: e saremo beati, felici!
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.
Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6, 20-26
In quel tempo, Gesรน, alzร ti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
ยซBeati voi, poveri,
perchรฉ vostro รจ il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perchรฉ sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perchรฉ riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dellโuomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perchรฉ, ecco, la vostra ricompensa รจ grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perchรฉ avete giร ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perchรฉ avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perchรฉ sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profetiยป.
Parola del Signore