Il vangelo odierno non รจ tanto un invito ad investire per avere il capitale indietro con gli interessi. Non รจ una propaganda allo stile bancario o capitalistico che sia e neppure liberale. Il vangelo odierno รจ Buona Notizia che ci invita a scegliere ciรฒ che รจ buono, ad usare bene ciรฒ che รจ buono, a non abusare di ciรฒ che siamo e abbiamo, ad essere persone che scelgono lโessenziale ponendolo al primo posto.
Innanzitutto vengono messi sul piatto della vita i beni. Questi beni sono certamente i beni materiali ma sono anche e soprattutto i beni personali. Siamo noi con le nostre qualitร , con la nostra sensibilitร , con la nostra volontร , coi nostri desideri. Questi beni sono il nostro tempo e le nostre forze, le nostre energie e le nostre consapevolezze. Tutte cose buone ma che rischiano sempre di essere inficiate dalla dinamica del possesso.
Tutti questi beni il Signore ci invita a perderli, vale a dire a spenderli per il bene della vita. Questi beni accumulati sono la disgrazia del mondo. Questi beni donati sono grazia per il mondo. E tutti noi, poveri e ricchi, viviamo nello stesso mondo, mettiamocelo bene in testa.
I beni come oggetto di accumulo diventano pretesto di dominio sia privato che collettivo. Cosรฌ le nostre qualitร le mettiamo a servizio del miglior offerente o le viviamo come offerta? La nostra sensibilitร la usiamo per controllare lui o lei o la viviamo per esprimere dono e amore? La nostra volontร รจ tutta orientata a vivere per lavorare o riusciamo a giocarcela per vivere? Il nostro tempo รจ sempre piรน pieno di cose e affollato con realtร che chiedono vita oppure lo viviamo come luogo di incontro, come dono che ci facciamo gli uni gli altri? Le nostre forze per che cosa le spendiamo e come giochiamo le nostre energie sempre piรน assorbite dalle nostre ansie e sempre meno vissute come realtร umana? Le nostre consapevolezze le usiamo per contemplare il nostro ombelico o le viviamo per essere maggiormente dono, le usiamo per dominare gli altri in un corpo e una mente sempre piรน contratti in una non vita e in un ambito sempre piรน isolato in unโisola felice, o diventano motore per un dono sempre piรน vero, per un giocarci nella vita smettendo di giocare alla e con la vita?
I beni sono oggetto di uso, un uso che รจ personale e collettivo. Quando diventano il fine della nostra attenzione e azione, ci disumanizzano e ci fanno regredire come singoli e come societร .
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Possedere e accumulare รจ distruzione del creato: tutto questo รจ sotto i nostri occhi ogni giorno. Ciรฒ che รจ peggio รจ che da questa schiavitรน non riusciamo a liberarcene ma, soprattutto, non la riteniamo schiavitรน ma la chiamiamo vita. Oltre che distruggere il creato questo modo di trattare i beni inquina e distrugge non solo il creato ma anche la fraternitร , la comunione, la relazione fra uomo e donna. A questo punto meglio dire che non vi รจ differenza di genere e non esiste piรน nรฉ padre nรฉ madre ma solo il genitore, negando cosรฌ ogni identitร e ogni umanitร .
Ne consegue unโaltra distruzione quella del nostro rapporto con Dio che รจ aborrito come Padre, guai a chiamare padre un uomo che ha un figlio. Cosรฌ possiamo cogliere quanto ci dice Paolo: โLa brama di ricchezza รจ il principio di tutti i mali ed รจ vera idolatriaโ (1Timoteo 6, 10; Colossesi 3,5).
Diventa ancor piรน importante, a questo punto, uscire dalla dinamica idolatrica che ci porta ad interpretare questo brano del vangelo come il brano che dice che noi riceviamo di piรน se investiamo di piรน. Rinunciamo alle cose e ne riceviamo il centuplo qui e nellโeternitร . Un modo di intendere il vangelo aberrante e anti evangelico. Gesรน non parla di un semplice ricambio logistico e geografico riguardante i nostri beni. Non ricevo il centuplo delle cose che lascio. Il cambio รจ un cambio qualitativo. A noi viene regalato qualcosa che รจ qualitativamente diverso, che ci porta a vivere un rapporto diverso col creato e col prossimo, oltre che con Dio Padre. ร una qualitร nuova che ci porta a vivere una diversitร radicale in rapporto alle cose e alle persone.
Seguire Gesรน perchรฉ convinti da Lui e di Lui scaturisce da un affetto per Lui e per la vita. ร ricerca di vita vera, umana e umanizzante. ร radicalizzazione di un investire tutto ciรฒ che siamo e abbiamo per vivere rapporti piรน veri con le cose e le persone. Il centuplo scaturisce da qui e a questo bene di beni si riferisce.
Possiamo dirci, se comperiamo un terreno o una casa o una macchina, che sono miei! Cosa logica e naturale. Oppure possiamo guardarci in giro e dire di tutto e di tutti: sono miei fratelli, sono mie sorelle. Cosรฌ con san Francesco possiamo cantare il cantico delle creature dove tutto รจ sorella e fratello, non piรน cose da possedere e persone da dominare. Semplicemente vita da amare per essere da lei, di conseguenza, amati al centuplo.
Ne scaturisce un qualcosa di diverso, un di piรน qualitativo non quantitativo, un relazionarci piรน vero.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19, 27-29
In quel tempo, Pietro gli rispose: ยซEcco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?ยป.
E Gesรน disse loro: ยซIn veritร io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dellโuomo sarร seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribรน dโIsraele. Chiunque avrร lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverร cento volte tanto e avrร in ereditร la vita eternaยป.
Parola del Signore.